Sentenza 22 marzo 2002
Secondo la legge britannica il malato terminale, tenuto
artificialmente in vita, può chiedere ed ottenere l’interruzione
dei trattamenti, anche laddove ciò comporti con altissima
probabilità il suo rapido decesso. Il diritto inglese prevede,
infatti, che debba essere rispettata la decisione del paziente,
qualora scelga di rifiutare le cure, purchè quest’ultimo sia in
possesso della capacità di intendere e di volere e gli siano state
fornite tutte le informazioni necessarie, oltre che prospettate le
opzioni disponibili.