Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Sentenza 26 novembre 1999

La condotta del genitore che, per motivi religiosi, imponga ai figli
minori di sottoporsi, rispettivamente, ad un intervento di
circoncisione e di infibulazione, integra – stante nel caso di specie
il vincolo della continuazione – gli estremi del reato di lesioni
personali volontarie, di cui all’art. 582 c.p., aggravato – ex
art. 585 c.p. in relazione all’art. 577 ed ex art. 61, n. 11 c.p. –
dell’avere commesso il fatto ai danni di propri discendenti e con
abuso di autorità e coabitazione.

Disegno di legge 05 maggio 2004, n.414-B

Senato della Repubblica. XIV legislatura. Disegno di legge, d’iniziativa del Sen. Giuseppe Consolo, n. 414-B del 5 maggio 2004: “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”. Art. 1. (Finalità) 1. In attuazione degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione e di quanto sancito dalla Dichiarazione e dal Programma […]

Statuto 19 luglio 2004

Consiglio regionale della Toscana: “Statuto della Regione Toscana”, 19 luglio 2004. (Approvato dal Consiglio regionale in prima lettura il 6 maggio 2004 e confermato definitivamente il 19 luglio 2004) (omissis) TITOLO I La Regione Toscana Art. 1 La Regione Toscana 1. La Regione Toscana rappresenta la comunità regionale ed esercita e valorizza la propria autonomia […]

Sentenza 21 febbraio 2003, n.17050

Il reato di vilipendio di cadavere è integrato da qualunque
manipolazione di resti umani che consista in comportamenti idonei ad
offendere il sentimento di pietà verso i defunti, non resi necessari
da prescrizioni tecniche dettate dal tipo di intervento o addirittura
vietati, con la consapevolezza del loro carattere ultroneo o
incompatibile con le prescrizioni proprie del tipo di attività
svolto. Infatti, secondo consolidato indirizzo interpretativo della
giurisprudenza di legittimità che, seppur risalente nel tempo, non è
stato mai contrastato da pronunce di segno opposto, il dolo del reato
di cui all’art. 410 c.p. è generico, di talché l’elemento
psicologico di detto delitto è integrato dalla consapevolezza del
fatto che, come nel caso di specie, l’azione posta in essere non è
conforme alle prescrizioni o esigenze tecniche afferenti al tipo
attività espletata ed è idonea ad offendere il sentimento di pietà
verso i defunti.