Sentenza 26 aprile 1994
Non può essere dichiarata civilmente efficace in Italia, per
contrasto con l’ordine pubblico interno, la disposizione contenuta
in una sentenza di divorzio emessa dal Tribunale rabbinico di Tel Aviv
a tenore della quale la donna “potrà unirsi in matrimonio con
qualsiasi uomo tranne che con persona portante il cognome Cohen dopo
novantadue giorni dalla data della consegna dell’atto di divorzio
(Ghet) alla stessa”, atteso che nel nostro ordinamento, dopo la
dichiarazione di divorzio, non è ammessa alcuna limitazione in ordine
alla data di un nuovo matrimonio, alla scelta del futuro coniuge e
tantomeno in relazione al cognome portato da quest’ultimo. La
sentenza, pertanto, andrà delibata con esclusione di tale
statuizione.