Fede
Nota 24 novembre 2002
Congregazione per la Dottrina della Fede: “Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”, 24 novembre 2002. (omissis) Ai vescovi della Chiesa cattolica e, in speciale modo, ai politici cattolici e tutti i fedeli laici chiamati alla partecipazione della vita pubblica e politica nelle società democratiche. I. Un […]
Esortazione apostolica 28 giugno 2003
Lettera enciclica 17 aprile 2003
Ordinanza 14 gennaio 2004, n.56
Tar Veneto, Sezione I, Ordinanza 14 gennaio 2004, n. 56 Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto, prima Sezione, con l’intervento dei signori magistrati: Stefano Baccarini – Presidente Marco Buricelli – Consigliere Angelo Gabbricci – Consigliere-relatore ha pronunciato la seguente ORDINANZA sul ricorso n. 2007/02, proposto da Soile Lautsi, in proprio e quale genitore dei […]
Ordinanza 23 ottobre 2003
Il principio di pluralità deve intendersi quale salvaguardia del
pluralismo religioso e culturale (cfr. Corte costituzionale 203/89 e
13/1991), che può realizzarsi solo se l’istituzione scolastica
rimane imparziale di fronte al fenomeno religioso (non affiggendo
nelle aule crocifissi). Parimenti lesiva della libertà di religione
sarebbe l’esposizione nelle aule scolastiche di simboli di altre
religioni: l’imparzialità dell’istituzione scolastica pubblica di
fronte al fenomeno religioso deve realizzarsi attraverso la mancata
esposizione di simboli religiosi, piuttosto che attraverso
l’affissione di una pluralità, che peraltro non potrebbe in
concreto essere tendenzialmente esaustiva e comunque finirebbe per
ledere la libertà religiosa negativa di color che non hanno alcun
credo.
Progetto di legge 09 aprile 2003, n.2531
Risoluzione 18 dicembre 2001
Disegno di legge 03 luglio 1997, n.3947
Sentenza 04 maggio 1995, n.149
L’asimmetria sussistente nell’ordinamento quanto alla differente
tutela accordata alla liberta’ di coscienza del testimone nel processo
penale e in quello civile manifesta un’irragionevole disparita’ di
trattamento in relazione alla protezione di un diritto inviolabile
dell’uomo, la liberta’ di coscienza, che, come tale, esige una
garanzia uniforme o, almeno omogenea nei vari ambiti in cui si
esplica. Pertanto al fine di assicurare tale pari tutela al valore
della liberta’ di coscienza riguardo all’obbligo del testimone di
impegnarsi a dire la verita’, si impone l’estensione all’art. 251,
secondo comma, cod. proc. civ. della disciplina e della formula
previste dall’art. 497, secondo comma, cod. proc. pen., – assunte dal
giudice rimettente a ‘tertium comparationis’ – le quali sono scevre da
qualsiasi riferimento a prestazioni di giuramento. Del resto, anche se
il particolare profilo sottoposto al presente giudizio non consente di
oltrepassare i confini del giuramento del testimone e di affrontare il
problema del giuramento in generale (anche alla luce dell’art. 54
della Costituzione), non e’ senza significato sottolineare che la
soluzione prescelta dal legislatore per il processo penale rappresenta
un’attuazione del “principio supremo della laicita’ dello Stato, che
e’ uno dei profili della forma di Stato delineata nella Carta
costituzionale della Repubblica”: principio che – come la Corte ha
affermato – “implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle
religioni, ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della liberta’
di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale”.