Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Sentenza 23 settembre 2013, n.T-658/13

Se interpone la acción de tutela en contra del Monasterio Santa
Clara de Copacabana para solicitar la protección de los
derechos fundamentales de la actora a la vida digna y al mínimo
vital, los que se consideran vulnerados por la comunidad religiosa al
decidir no reintegrarla al monasterio, luego de haber transcurrido
cuatro años de retiro, bajo el argumento de haber desatendido
sus votos de obediencia y pobreza. La actora es una persona de 65
años de edad, que padece diversos quebrantos de salud,
atraviesa por una difícil situación económica y
no tiene esperanzas de acceder a una pensión de vejez, toda vez
que al haber dedicado 42 años de su vida a la actividad
religiosa, omitió efectuar cotizaciones al sistema de seguridad
social. Se analiza la siguiente temática: 1º. Fundamentos
constitucionales para el reconocimiento de la autonomía de las
iglesias y confesiones religiosas para regir sus asuntos internos y
definir las relaciones con sus miembros. 2º. Los límites
constitucionales de dicha autonomía. 3º. El principio de
solidaridad como fundamento del deber de protección y
asistencia de las personas de la tercera edad y, 4º. El deber de
asistencia de las comunidades religiosas para con sus miembros. Se
concede el amparo solicitado y se imparte la orden de reintegro de la
accionante al monasterio accionado, quien deberá garantizarle
la asistencia y cuidado necesario para llevar una vida digna en
atención a su condición de adulto mayor.
[Fonte:http://www.corteconstitucional.gov.co].

Sentenza 09 luglio 2013, n.2330/09

Con la presente sentenza, la _Grand Chamber_ della Corte Europea dei
Diritti dell’Uomo, in riforma di una decisione della III Sezione (31
gennaio 2012)
[/areetematiche/documenti/documents/caseofsindicatulpastorulcelbunv.romaniasezione.pdf],
ha ritenuto che la Romania non abbia violato l’art. 11 CEDU nel non
riconoscere come sindacato il _Sinidcatul “Păstorul cel Bun”_,
un’organizzazione sindacale costituita principalmente da sacerdoti
appartenenti alla Chiesa ortodossa rumena, oltre che da laici
dipendenti della stessa, la cui costituzione non era stata assentita
dall’autorità ecclesiastica (come, invece, richiesto dallo Statuto
della medesima Chiesa). In particolare, la Corte di Strasburgo ha
affermato che – a prescindere dalla qualificazione giuridica del
rapporto intercorrente tra la Chiesa ortodossa rumena ed i suoi preti
– tale rapporto, _de facto_, fa sorgere in capo a quest’ultimi un
diritto ad associarsi sindacalmente, protetto dall’art. 11 CEDU. Il
Collegio, tuttavia, ha ritenuto legittima una restrizione di tale
diritto, in considerazione del fatto che il riconoscimento del
sindacato ricorrente avrebbe comportato una violazione
dell’autonomia della Chiesa ortodossa rumena, garantita dall’art.
9 CEDU. Nel motivare la sua decisione, la Corte ha affermato che il
rispetto dell’autonomia delle confessioni religiose implica che lo
Stato debba accettare il diritto di tali confessioni a reagire –
secondo le proprie norme ed i propri interessi – a ogni movimento di
dissenso che emerga al loro interno e che possa mettere a repentaglio
la coesione, l’immagine o l’unità della confessione religiosa.
Ha, quindi, soggiunto che non è compito delle autorità nazionali
fungere da arbitro delle controversie tra le confessioni religiose e
le diverse fazioni dissidenti che esistono, o possono emergere,
all’interno delle confessioni stesse. I Giudici hanno, quindi,
ritenuto che sussista per i sacerdoti della Chiesa ortodossa rumena un
diritto ad iscriversi a, o a costituire, associazioni, purché queste
perseguano finalità compatibili con lo Statuto della medesima Chiesa
e non mettano in discussione la tradizionale struttura gerarchica
della Chiesa e le sue procedure decisionali. In conclusione, la Corte,
evidenziata l’assenza di un _consensus_ in materia a livello
europeo, ha ritenuto che sussista un ampio margine di apprezzamento da
parte dei diversi Stati nel decidere se riconoscere o meno i sindacati
che operano all’interno delle confessioni religiose e che perseguono
finalità che potrebbero limitare l’esercizio dell’autonomia delle
stesse confessioni. Nel caso specifico ha ritenuto che la Romania non
abbia oltrepassato tale margine di apprezzamento nel non riconoscere
il _Sinidcatul “Păstorul cel Bun”_ e che, pertanto, la
restrizione dell’art. 11 CEDU non sia stata sproporzionata. [La
Redazione di OLIR.it ringrazia per la segnalazione del documento e per
la stesura del relativo Abstract Mattia F. Ferrero, Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano]

Legge 19 dicembre 2006

Slovenia. Religious Freedom Act, 19 dicembre 2006 I. General provisions and fundamental principles Art. 1. (Contents of the Act) This Act shall regulate individual and collective exercise of religious freedom, legal status of churches and other religious communities, their registration procedure, rights of churches and other religious communities and their members, rights of registered churches […]

Costituzione 21 settembre 1964

THE CONSTITUTION OF MALTA, 21 settembre 1964. CHAPTER I – The Republic of Malta (omissis) Section 2 (1) The religion of Malta is the Roman Catholic Apostolic Religion. (2) The authorities of the Roman Catholic Apostolic Church have the duty and the right to teach which principles are right and which are wrong. (3) Religious […]

Sentenza 05 dicembre 2005, n.44227

L’esigenza di praticare un certo culto religioso o il farne opera di
proselitismo, pur essendo fenomeni certamente liberi ed anzi tutelati,
non possono essere addotti quali cause di giustificazione, laddove
sussistano gli estremi di un illecito penale (nel caso di specie,
veniva contestato il reato di associazione finalizzata allo spaccio di
stupefacenti, in relazione all’uso rituale, da parte degli associati
di un nuovo movimento religioso, della bevanda “ayahuasca”, in
grado di condurre ad uno stato di “espansione della coscienza”
simile all’estasi mistica).

Risoluzione 15 dicembre 2005

Parlamento Europeo. Risoluzione 15 dicembre 2005: “Diritti umani in Russia e la nuova legislazione sulle ONG”. Il Parlamento europeo , – viste le sue precedenti risoluzioni sulla Russia, in particolare la risoluzione sulle relazioni UE-Russia del 26 maggio 2005, – visto l’obiettivo dell’UE e della Russia di applicare i quattro “spazi comuni” adottati al Vertice […]

Legge regionale 21 febbraio 2005, n.12

Legge regionale 21 febbraio 2005, n. 12: “Norme per la valorizzazione delle organizzazioni di volontariato. Abrogazione della L.R. 2 settembre 1996, n. 37”. (da “Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romgana” n. 37 del 22 febbraio 2005) ARTICOLO 1 Finalità e oggetto 1. La Regione Emilia-Romagna, nell’esercizio delle proprie competenze legislative ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, […]

Risoluzione 28 settembre 2005

Parlamento europeo. Risoluzone 28 settembre 2005: “Apertura dei negoziati con la Turchia”. Il Parlamento europeo, – vista la sua risoluzione del 15 dicembre 2004 sulla relazione periodica 2004 e sulla raccomandazione della Commissione sui progressi compiuti dalla Turchia in vista dell’adesione e le sue precedenti risoluzioni sull’argomento approvate tra il 18 giugno 1987 e il […]

Risoluzione 08 settembre 2005

Parlamento europeo. Risoluzione 8 settembre 2005: “Violazioni dei diritti umani in Cina, in particolare in materia di libertà di religione”. Il Parlamento europeo , – visto il trattato sull’Unione europea e le sue disposizioni in materia di diritti umani, – viste le sue precedenti risoluzioni sulle violazioni dei diritti umani, dei diritti delle minoranze e […]