Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Sentenza 28 luglio 2014

The Cross at Ground Zero in the National September 11 Museum Does not
violate the Establishment Clause because the stated Purpose of
displaying The Cross at Ground Zero to tell the story of how some
people used faith to cope with the tragedy is genuine, and an
objective observer would understand the purpose of the display to be
secular. There is no evidence that the static display of this genuine
historic artifact excessively entangles the government with religion.

Sentenza 15 gennaio 2013

Non tutti gli atti ispirati dal credo religioso sono da considerarsi
una manifestazione della libertà religiosa tutelata
dall'art. 9 della CEDU: per godere della protezione di tale
articolo, deve trattarsi di atti "strettamente connessi alla
religione". La libertà di manifestare il credo, tuttavia,
non è limitata agli atti di culto, ma si estende anche ad altri
comportamenti e pratiche. Per quanto riguarda la tutela della
libertà religiosa nel luogo di lavoro, la giurisprudenza della
Corte europea ha spesso affermato che, qualora vi siano delle
restrizioni alla messa in atto di particolari pratiche connesse alla
religione, la libertà dei lavoratori non sarebbe violata nel
caso in cui possano dimettersi e cambiare lavoro. Tuttavia, in primo
luogo questo criterio non è sempre applicabile e deve tener
conto della tipologia delle restrizioni previste; in secondo luogo,
data l'importanza della libertà religiosa per le
società democratiche, occorre valutare se la possibilità
del lavoratore di cambiare impiego sia accettabile, considerato il
contesto e la proporzionalità delle restrizioni poste a tale
libertà.
Per quanto riguarda il divieto di
discriminazione (art. 14, da analizzare congiuntamente all'art. 9
CEDU), la Corte ricorda che risultano vietati sia trattamenti diversi
di situazioni analoghe, sia trattamenti uguali di situazioni
differenti, a meno che non si tratti del perseguimento di un obiettivo
legittimo e ragionevole, nel rispetto del principio di
proporzionalità.
La proporzionalità (relativa sia
ai limiti alla libertà religiosa, sia alla valutazione della
discriminatorietà di un trattamento) deve essere valutata nel
rispetto del "margine di apprezzamento", ovvero una certa
discrezionalità riconosciuta agli Stati nell'applicazione
dei diritti fondamentali. Nei quattro casi riuniti ed esaminati dalla
sentenza – tutti relativi a controversie avvenute nel Regno Unito a
proposito di pratiche religiose sul luogo di lavoro – la Corte di
Strasburgo ha affermato che:

  • nel caso della prima ricorrente
    (Ms. Eweida), la decisione di British Airways di licenziare una
    hostess che aveva indossato un crocifisso visibile sulla sua divisa
    era da ritenersi non proporzionale e, di conseguenza, i giudici
    nazionali hanno violato il diritto di libertà religiosa nel
    convalidare il licenziamento;
  • nel caso della seconda
    ricorrente (Ms. Chaplin), il divieto di indossare una catenina con la
    croce era invece da considerare proporzionato, perché
    finalizzato alla tutela della salute e sicurezza dei pazienti e dei
    lavoratori di un ospedale pubblico;
  • nel caso della terza
    ricorrente (Ms. Ladele), il rifiuto di registrare le unioni
    omosessuali nel registro dello stato civile era sì un atto
    intimamente connesso al credo cristiano; tuttavia l'intervento
    dello Stato, che ha riconosciuto i medesimi diritti alle coppie
    eterosessuali ed omosessuali, è da ritenersi legittimo e la
    limitazione alla manifestazione del credo è stata
    proporzionale, rientrando nel margine di apprezzamento nazionale la
    valutazione e il bilanciamento dei diritti di non discriminazione
    religiosa e di parità in base all'orientamento
    sessuale;
  • nel caso del quarto ricorrente (Mr. McFarlane),
    analogamente a quello della sig.ra Ladele, le autorità statali
    hanno operato un corretto bilanciamento degli interessi in gioco,
    nell'ambito del loro margine d'apprezzamento, anche tenuto
    conto che il ricorrente aveva volontariamente accettato di svolgere
    attività di consulenza in una società privata, sapendo
    di venire a contatto anche con coppie dello stesso sesso.

(Stella Coglievina)


Le sentenze dei tribunali inglesi:

Eweida
v. British Airways
(Court of Appeal, 12 febbraio 2010)

Eweida v.
British Airways
(Employment Appeal Tribunal, 20 novembre 2008)

Chaplin
v. Royal Devon and Exeter NHS Foundation Trust
(Employment
Tribunal, 21 ottobre 2010)

Ladele v.
London Borough of Islington
(sentenza 15 dicembre 2009)

Caso
McFarlane: Contrasto tra convinzioni religiose e prestazioni
lavorative
(sentenza 29 ottobre 2010)

McFarlane vs.
Relate Avon LTD
(Employment Appeal Tribunal 30 novembre 2009)

Sentenza 06 settembre 2007, n.05-55852

La presenza di un simbolo religioso su un terreno precedentemente di
proprietà pubblica e trasferito ad un privato può rappresentare
una violazione della establishment clause. In seguito alla sentenza 7
giugno 2004 (Buono v. Norton)
[https://www.olir.it/documenti/index.php?documento=2717], la Court of
Appeal for the Ninth Circuit si è pronunciata sulla validità del
trasferimento di proprietà di un terreno sul quale sorge una croce
latina all’interno di un parco pubblico. Tale trasferimento può
essere letto come un tentativo delle autorità pubbliche di mantenere
la presenza di un simbolo religioso (negando la possibilità di
aggiungere altri simboli nel medesimo parco) e come un’approvazione
statale del messaggio di una specifica religione, contrariamente a
quanto stabilito dalla establishment clause. 

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Il 28 Aprile 2010 la Corte Suprema ha annullato con rinvio la
decisione della Court of Appeal for the Ninth Circuit (Sentenza 28
 Aprile 2010 – U.S.A.: simboli religiosi in luogo pubblico ed
establishment clause
[https://www.olir.it/documenti/index.php?documento=5326])

Sentenza 28 aprile 2010

La Corte suprema degli Stati Uniti ha annullato una sentenza della
Corte d’appello (Ninth Circuit) che aveva ordinato la rimozione di
una croce da un memoriale di guerra mondiale situato nella riserva
nazionale California Mojave. In precedenza, il giudice distrettuale
federale aveva stabilito che lasciare la croce in un parco nazionale
(dunque un luogo di proprietà pubblica) violava il primo emendamento,
precisando inoltre che era illegittima la decisione di trasferire a
privati la proprietà del terreno sul quale si trovava la croce, in
quanto tale azione avrebbe aggirato il problema del rispetto della
establishment clause. La Corte suprema ha ora affermato che il
Tribunale distrettuale non aveva valutato correttamente la decisione
delle autorità pubbliche circa il trasferimento della proprietà del
terreno a privati. Per la Corte suprema, tale passaggio di proprietà
aveva lo scopo di mantenere un memoriale di guerra, e non quello di
promuovere un particolare credo religioso. Di conseguenza, la sentenza
della Corte distrettuale è annullata con rinvio: occorre infatti
riconsiderare se il trasferimento di terreni ha determinato un
mutamento delle circostanze tale da consentire la permanenza della
croce nel parco, senza violare la establishment clause.

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In OLIR.it:
United States Court of Appeals for the Ninth Circuit, Sentenza 7
giugno 2004, n. 03-55032
United States Court of Appeals for the Ninth Circuit, Sentenza 6
settembre 2007, n. 05-55852
[https://www.olir.it/documenti/?documento=5329]

Sentenza 07 giugno 2004, n.03-55032

E’ legittimo l’ordine di rimuovere una croce da un parco nazionale, in
quanto la sua presenza su luogo pubblico viola la establishment
clause. Gli interventi legislativi e del Governo per mantenere la
presenza della croce nel parco, anche se motivati da uno scopo
secolare come la conservazione di monumenti nazionali, violano il
principio di separazione e il divieto di intervenire a favore di una
determinata religione.
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In 1934, the Veterans of Foreign Wars (VFW), a private organization,
honored World War I veterans by placing a Christian cross on top of a
large outcropping known as Sunrise Rock, on public land in what is now
the Mojave National Preserve. Over the years, other private groups and
individuals have replaced the cross several times; then in 1998 Henry
Sandoz, a private citizen who lives in the area, erected the current
cross. In 1999, a Utah resident asked the National Park Service for
permission to erect a stupa, a type of Buddhist memorial, near the
cross. The Park Service rejected the request, saying that federal law
prohibits private parties from installing memorials and other
permanent displays on federal property without authorization. In
rejecting the Buddhist memorial, the Park Service also declared that
it intended to remove the cross from Sunrise Rock because the bureau
had never authorized its installation. In December 2000, in response
to this announcement, the U.S. Congress passed a law prohibiting the
use of government funds to remove the cross. Following the passage of
this law, the Park Service did not remove the cross from Sunrise
Rock. 
In March 2001 Frank Buono, the former Assistant Superintendent, filed
a lawsuit in the U.S. District Court for the Central District of
California claiming that the National Park Service had to remove the
cross because its display violated the Establishment Clause. In
January 2002, while Buono’s lawsuit was still in the district court,
Congress designated the cross as a national memorial, putting it in a
select group with just 45 other national memorials, including famous
structures such as the Washington Monument and the Jefferson Memorial.
In addition, Congress allocated federal funding to the Park Service
for the purpose of installing a memorial plaque at the site and
obtaining a replica of the original VFW cross. Shortly after, in July
2002, the district court held that the display of the cross on federal
property violated the Establishment Clause and ordered the Park
Service to remove it. Three months later, to ensure that the district
court’s order was not carried out, Congress passed another law that
banned the use of federal dollars to remove the cross.
The National Park Service then appealed the district court’s order to
the 9th U.S. Circuit Court of Appeals. In September 2003, while this
appeal was still in the 9th Circuit, Congress passed yet another law,
this time instructing the secretary of the interior to transfer
ownership of Sunrise Rock and a surrounding acre to the VFW. In
exchange, Sandoz, who had erected the current cross, voluntarily gave
the federal government approximately five acres of land that he owned
near Sunrise Rock. The 2003 law also stated that if the VFW used the
property as anything other than a memorial, the federal government
would regain ownership of the land. In June 2004, before the
secretary of the interior completed the property transfer to the VFW,
the 9th Circuit, in a unanimous opinion written by U.S. Circuit Judge
Alex Kozinski, affirmed the district court’s ruling that the Park
Service had to remove the cross because its display violated the
Establishment Clause. (fonte: pewforum.org)