Accordo 30 dicembre 1993
Le relazioni tra Santa Sede e Stato di Israele iniziano subito dopo la
fondazione di quest’ultimo (15 maggio 1948): ma più che di relazioni
si tratta di saltuari contatti “di lavoro”, non formalizzati. I primi
segnali di una certa disponibilità israeliana ad avviare negoziati
con la Santa Sede per una definizione pattizia dei diritti e delle
libertà della Chiesa cattolica in Israele si avvertono nel 1991. Una
riunione preliminare delle delegazioni delle due parti si tiene il 20
maggio 1992, nella quale si ipotizza la creazione di una “Commissione
bilaterale permanente di
lavoro” per studiare e definire argomenti di comune interesse. Il 29
luglio 1993 la Commissione viene ufficialmente creata durante quella
che sarebbe risultata la sua prima riunione plenaria in Vaticano. Il
29 dicembre 1993, la plenaria si riunisce in Vaticano per approvare il
testo dell”‘Accordo fondamentale tra la Santa Sede e lo Stato di
Israele”, che viene firmato il giorno successivo, il 30 dicembre 1993,
nel ministero degli Esteri israeliano.
In conformità con l’Accordo, le parti si scambiano rappresentanti
ufficiali successivamente all’entrata in vigore del patto, avvenuta
iliO marzo 1994. Nel mese di giugno dello stesso anno si allacciano
anche i rapporti diplomatici con un nunzio apostolico accreditato
presso lo Stato di Israele e un ambasciatore di Israele presso la
Santa Sede. L'”Accordo fondamentale” stabilisce, tra l’altro, il
dovere dello Stato di osservare il diritto alla libertà di religione
e di coscienza (art. 1) e le garanzie per i luoghi sacri (art. 4).
(fonte: Agenzia Sir)
Vedi: F. Margiotta Broglio, Duemila anni di inimicizia che una firma
non cancella
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