PAS/PASS: Statement of Workshop on “Sustainable Humanity, Sustainable Nature: Our Responsibility” (2-6 maggio 2014)
Statement del Workshop congiunto PAS/PASS su "Umanità sostenibile, natura sostenibile: la nostra responsabilità" (Gruppo di lavoro congiunto della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, 2-6 maggio 2014)
Statement finale del Workshop (Testo Spagnolo; Testo inglese)
Stabilizzare il clima e dare accesso a tutti all’energia con un’economia inclusiva
L'umanità ha varcato la soglia di una nuova era. La nostra abilità in campo tecnologico ha condotto l'umanità a un bivio. Siamo gli eredi di due secoli di cambiamenti tecnologici considerevoli: la macchina a vapore, la ferrovia, il telegrafo, l'elettrificazione, il trasporto su strada, l'aviazione, la chimica industriale, la medicina moderna, l’informatica e ora la rivoluzione digitale, la robotica, le biotecnologie e le nanotecnologie. Questi progressi hanno ridisegnato l'economia mondiale rendendola sempre più urbana e interconnessa a livello globale, ma anche sempre più disuguale.
Tuttavia, proprio come l'umanità ha affrontato "un cambiamento rivoluzionario" (Rerum Novarum) nel XIX secolo all'epoca dell’Industrializzazione, oggi abbiamo modificato a tal punto l’ambiente naturale che gli scienziati tendono a definire la nostra era come Età dell’Antropocene, vale a dire un periodo in cui l'azione umana, attraverso l'uso di combustibili fossili, ha un impatto decisivo sul pianeta. Se continuano le tendenze attuali, questo secolo sarà testimone di cambiamenti climatici senza precedenti e della distruzione dell'ecosistema, con conseguenze drammatiche per noi tutti.
L'azione umana che non rispetta la natura diventa un boomerang per gli esseri umani, creando disuguaglianza ed estendendo quelle che Papa Francesco ha definito "la globalizzazione dell’indifferenza" e l’"economia dell’esclusione" (Evangelii Gaudium), che mettono a repentaglio la solidarietà con le generazioni presenti e future.
I progressi nella produttività misurata in tutti i settori – agricoltura, industria e servizi – ci permettono di immaginare la fine della povertà, la condivisione della prosperità, e un aumento ulteriore dell’aspettativa di vita. Tuttavia, le strutture sociali ingiuste (Evangelii Gaudium) sono diventate un ostacolo all’organizzazione appropriata e sostenibile della produzione e all'equa distribuzione dei suoi frutti, che sono entrambi necessari per raggiungere tali obiettivi. Il rapporto dell'umanità con la natura è pervaso da conseguenze impreviste delle azioni compiute da ognuno di noi a scapito delle generazioni presenti e future. I processi socio-ambientali non sono autocorrettivi. Le sole forze di mercato, prive di etica e di azione collettiva, non possono risolvere le crisi interdipendenti di povertà, esclusione e ambiente. Tuttavia, il fallimento del mercato è andato di pari passo con quello delle istituzioni, che non hanno sempre puntato al bene comune.
I problemi sono stati esacerbati dal fatto che, attualmente, l'attività economica è misurata solo in termini di prodotto interno lordo (PIL) e non tiene conto del degrado della Terra che ne consegue, né delle disuguaglianze ingiuste tra paesi e all'interno di ciascun paese. La crescita del PIL è stata accompagnata da divari inaccettabili tra ricchi e poveri. Questi ultimi, infatti, non hanno ancora accesso alla maggior parte dei progressi avvenuti nella nostra epoca. Ad esempio, il cinquanta per cento circa dell'energia disponibile è fruibile da un miliardo scarso di persone, mentre gli impatti negativi sull'ambiente colpiscono i tre miliardi di persone che non ne hanno accesso. Questi tre miliardi, infatti, hanno così scarso accesso all'energia moderna da essere costrette a cucinare, riscaldarsi e illuminare le proprie case usando metodi dannosi per la loro salute.
Il massiccio uso di combustibili fossili su cui è incentrato il sistema energetico globale sconvolge profondamente il clima della Terra e provoca l’acidificazione degli oceani del globo. Il riscaldamento e le condizioni meteorologiche estreme che esso comporta raggiungeranno livelli senza precedenti durante la vita dei nostri figli e il 40% dei poveri del mondo, il cui ruolo nell’inquinamento mondiale è minimo, rischiano di soffrirne di più. Le pratiche agricole su scala industriale stanno trasformando il territorio in tutto il mondo, distruggendo ecosistemi e minacciando la diversità e la sopravvivenza delle specie su scala planetaria. Eppure, nonostante la portata e l'intensità di questo sfruttamento del suolo senza precedenti, l'insicurezza alimentare è ancora una minaccia globale. Infatti, un miliardo di persone soffre di fame cronica e un altro miliardo circa soffre della fame cosiddetta nascosta, causata dalla carenza di micronutrienti. Questo è ancora più tragico se si considera che un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato, il che, come ha detto Papa Francesco, equivale a "rubare dalla tavola dei poveri e degli affamati".
In considerazione della povertà persistente, dell'ampliamento delle disuguaglianze economiche e sociali, e della distruzione continuativa dell'ambiente, i governi del mondo hanno chiesto l'adozione, entro il 2015, di nuovi obiettivi universali, denominati Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS), che servano a guidare le azioni su scala planetaria dopo il 2015. Il raggiungimento di questi obiettivi richiederà una cooperazione a livello globale, innovazioni tecnologiche (la maggior parte delle quali già esistenti) e, a livello nazionale e regionale, politiche economiche e sociali di sostegno, quali la tassazione e la regolamentazione degli abusi ambientali, l’imposizione di vincoli all'enorme potere delle imprese transnazionali e un'equa ridistribuzione della ricchezza. È ormai più che evidente che il rapporto dell'Umanità con la Natura debba essere gestito tramite azioni di cooperazione collettiva a tutti i livelli – locale, regionale e globale.
Le basi tecnologiche e operative per ottenere un vero sviluppo sostenibile sono già disponibili o alla nostra portata. Si può mettere fine alla povertà estrema con investimenti mirati a favorire l’accesso all’energia sostenibile, all’istruzione, alla sanità, agli alloggi, alle infrastrutture sociali e ai mezzi di sostentamento per i poveri. Le disuguaglianze sociali possono essere ridotte grazie a misure volte a difendere i diritti umani, lo stato di diritto, la democrazia partecipativa, l'accesso universale ai servizi pubblici, il riconoscimento della dignità personale, il miglioramento significativo dell'efficacia delle politiche fiscali e sociali, una riforma etica della finanza, politiche di creazione di lavoro dignitoso su vasta scala, l’integrazione dei settori economici informali e popolari, e una collaborazione nazionale e internazionale per debellare le nuove forme di schiavitù quali il lavoro forzato e lo sfruttamento sessuale. I sistemi energetici possono essere resi molto più efficienti e molto meno dipendenti dal carbone, dal petrolio e dal gas naturale, in modo da evitare cambiamenti climatici, proteggere gli oceani, ed eliminare dall'aria le sostanze inquinanti generate dal carbone. La produzione alimentare può essere resa molto più proficua e meno dispendiosa in termini di consumo di acqua e di suolo, più rispettosa dei contadini e delle popolazioni indigene e meno inquinante. Lo spreco di alimenti può essere drasticamente ridotto, con vantaggi sia sociali che ecologici.
La sfida più grande risiede forse nella sfera dei valori umani. I principali ostacoli al raggiungimento della sostenibilità e dell’inclusione umana sono la disuguaglianza, l’ingiustizia, la corruzione e la tratta di esseri umani. Le nostre economie, democrazie, società e culture pagano un prezzo elevato per il divario crescente tra ricchi e poveri all'interno di ciascuna nazione e tra di esse. E forse l'aspetto più deleterio dell’ampliamento del divario tra reddito e ricchezza in così tanti paesi è l’aggravarsi della disparità di opportunità. Anzi, quel che è ancora più importante è che la disuguaglianza, l’ingiustizia globale, e la corruzione stanno minando i nostri valori etici, la dignità personale e i diritti umani. Vi è una forte necessità, innanzitutto, di cambiare convinzioni e atteggiamenti, e di combattere la globalizzazione dell'indifferenza con la sua cultura dello scarto e l’idolatria del denaro. Dobbiamo insistere sull’opzione preferenziale per i poveri; rafforzare la famiglia e la comunità; e onorare e proteggere il Creato come responsabilità fondamentale dell'umanità nei confronti delle generazioni future. L'umanità ha urgente bisogno di correggere il proprio rapporto con la natura, adottando gli Obiettivi di Sviluppo sopraindicati in modo da promuovere un modello sostenibile di sviluppo economico e di inclusione sociale. Un’ecologia umana sana in termini di virtù etiche contribuisce al raggiungimento della sostenibilità naturale e di un ambiente equilibrato. Occorre oggi instaurare un rapporto di reciproco beneficio: l’economia ha necessità di essere permeata dai veri valori, mentre il rispetto per il Creato dovrebbe promuovere la dignità umana e il benessere.
Su questi temi tutte le religioni e tutti gli individui di buona volontà possono essere d’accordo. I giovani di oggi li abbracceranno per creare un mondo migliore. Il nostro messaggio è un avvertimento urgente, perché i pericoli dell’Antropocene sono reali e l’ingiustizia della globalizzazione dell’indifferenza è una questione seria. Eppure, il nostro messaggio è anche di speranza e di gioia. Un mondo più sano, più sicuro, più giusto, più prospero e più sostenibile è alla nostra portata. I credenti tra noi chiedono al Signore di darci il nostro pane quotidiano, in quanto cibo per il corpo e per lo spirito.
Firmatari
Presidente PASS Prof. Margaret Archer
Prof. Vanderlei S. Bagnato
Prof. Antonio M. Battro
Dr. Lorenzo Borghese
Prof. María Verónica Brasesco
Prof. Joachim von Braun
Prof. Edith Brown Weiss
Dr. Pablo Canziani
Dott. Marco Casazza
Prof. Paul Crutzen
Dott. Aisha Dasgupta
Prof. Sir Partha Dasgupta
Prof. Gretchen Daily
Prof. Pierpaolo Donati
Prof. Gérard-François Dumont
Prof. Ombretta Fumagalli Carulli
Dott. Juan Grabois
Prof. Allen Hertzke
Prof. Vittorio Hösle
Prof. Daniel Kammen
Dott. Emily Kelly
Prof. Charles Kennel
Dr. Anil Kulkarni
Prof. Yuan T. Lee
Prof. Pierre Léna
Prof. Karl-Göran Mäler
Dr. Marcia McNutt
Prof. Dr. Jürgen Mittelstrass
Prof. Walter Munk
Prof. Naomi Oreskes
Dott. Alicia Peressutti
Dr. Janice Perlman
Prof. Vittorio Possenti
Prof. Ingo Potrykus
Prof. V. Ramanathan
Prof. Sir Martin J. Rees
Dr. Daniel Richter
Prof. Ignacio Rodríguez-Iturbe
Prof. Louis Sabourin
Prof. Jeffrey Sachs
Mons. Marcelo Sánchez Sorondo
Prof. Bob Scholes
Dott. Matthew Siegfried
Prof. Hanna Suchocka
Prof. Govind Swarup
Mons. Mario Toso
Prof. Rafael Vicuña
Prof. Peter Wadhams
Prof. Dr. Hans F. Zacher
Prof. Stefano Zamagni
Argomenti: Incontri & Convegni