Bologna: Breve cronaca dell’incontro “Uno stress-test sull’otto per mille fatto trent’anni dopo” (a cura di AlessandroTira)
Breve cronaca del terzo incontro degli Amici dei «Quaderni di Diritto e Politica Ecclesiastica»
Uno stress-test sull’otto per mille fatto trent’anni dopo
a cura di Alessandro Tira
Il 24 febbraio 2015 si è tenuto a Bologna, presso la sede dell’editore Il Mulino, il terzo incontro degli Amici dei «Quaderni di Diritto e Politica Ecclesiastica». Relatore della mattinata di studio, intitolata Uno stress-test sull’otto per mille fatto trent’anni dopo, è stato il prof. Giulio Tremonti, già ordinario di diritto tributario nell’Università di Pavia e fra i principali artefici dell’attuale sistema di finanziamento delle confessioni religiose. Il prof. Silvio Ferrari, a nome degli Amici dei «Quaderni» ha introdotto l’incontro. Il prof. Francesco Margiotta Broglio ne ha invece tracciato le conclusioni al termine di un dibattito che, come nelle precedenti occasioni, è stato partecipato e proficuo e che, come dimostra l’intervento con cui il prof. Valerio Tozzi ha raccolto e approfondito gli spunti emersi durante la mattinata bolognese, ha già trovato seguito in dottrina .
Il tema affrontato è stato di recente riportato d’attualità dalla Corte dei Conti, che con la deliberazione n. 16/2014 ha approvato l’ampia relazione del consigliere Antonio Mezzera concernente la «destinazione e gestione dell’8 per mille» . La deliberazione ha affrontato ‘di petto’ un tema che periodicamente ritorna di interesse, sottolineando le criticità del sistema di finanziamento delle confessioni religiose e proponendo capillari valutazioni sia sotto il profilo della gestione delle quote di gettito, sia nel merito degli aspetti strutturali del vigente sistema. Un fatto, quest’ultimo, che ha indotto alcuni commentatori – fra i quali il relatore dell’incontro – a osservare che, così facendo, la Corte sembra essere andata in parte oltre i compiti che l’art. 103, c. 2° Cost. le assegna.
La relazione del prof. Tremonti ha preso le mosse da considerazioni generali, contestualizzando la genesi dell’«otto per mille» nel clima della metà degli anni Ottanta e sottolineando le profonde mutazioni di ordine economico, sociale e giuridico intercorse nel trentennio che ci separa da quel momento storico. Ha poi ripercorso i passaggi salienti del processo di ideazione e discussione del nuovo modello, nel confronto con gli esponenti della parte ecclesiastica, sottolineando come mancasse, all’epoca, una compiuta percezione dell’importanza del mutamento al quale si andava incontro con la transizione dal sistema dei supplementi di congrua a quello tuttora vigente. Nella determinazione del nuovo sistema di finanziamento delle confessioni religiose si valutò come principale alternativa all’opzione in seguito adottata lo schema delle deduzioni fiscali. Una simile soluzione si fonda tuttavia su un modello che occupa un posto marginale non soltanto nella struttura complessiva del sistema tributario italiano, ma anche della nostra cultura e sensibilità fiscale tout-court, contrariamente a quanto accade nei sistemi anglosassoni e in particolare in quello statunitense. Questo senza contare che le deduzioni soffrono, oggi più che in passato, sia a causa della crisi economica, sia a causa degli effetti fiscali che comportano: per evocare la principale controindicazione per il contribuente, esse provocano accertamenti fiscali.
Quanto agli aspetti di merito, il prof. Tremonti ha sottolineato che il legame simbiotico che unisce l’«otto per mille» all’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) è anche alla base dei principali effetti distorsivi che oggi si registrano. Infatti, per effetto dell’inflazione, l’aliquota marginale aumenta di valore, anziché ridurre il valore delle quote destinate all’«otto per mille», senza contare che il progressivo aggravio delle forme di tassazione del reddito ha comportato un aumento, anche in valore assoluto, del corrispondente gettito (l’IRPEF è infatti cresciuta nel tempo sia per un dato strutturale che per l’aggiunta di addizionali). Oltre all’‘effetto moltiplicatore’ che ha portato al cospicuo aumento dei proventi, in proporzione, per la Chiesa cattolica il relatore ha evocato ulteriori fattori che, modificandosi o introducendosi ex novo, hanno portato progressivamente sempre più lontano dal sostanziale pareggio di introiti che aveva contraddistinto i primi anni dell’applicazione del sistema: il PIL; il potere di acquisto; il cambiamento di valuta con il passaggio dalla divisa nazionale a quella europea. L’ex ministro ha infatti sottolineato come, inizialmente, il sistema consentì di mantenere, sia pure con qualche accorgimento, una sostanziale parità di gettito fra l’ammontare delle ‘congrue’ e le somme destinate allo Stato. Nessuno aveva in mente il possibile effetto di ‘beneficio’ per la Chiesa e di ‘danno’ per lo Stato, che subentrò solo in seguito e per effetto di molti fattori distorsivi; non ultimo l’impiego, da parte del secondo, dei proventi dell’«otto per mille» per la spesa corrente e per voci chiaramente estranee a quelle di rilievo etico e sociale che dovrebbero qualificare l’impiego di quegli introiti.
È stato infine affrontato anche il tema ‘politico’ che in anni recenti viene associato alla questione: l’idea che la Chiesa «guadagni due volte, sulle quote espresse e su quelle residuali». Il prof. Tremonti ha affrontato il tema sotto un duplice profilo. In punto di principio, il sistema di ripartizione delle quote inespresse ricalca la meccanica delle leggi elettorali (che, anzi, agiscono sempre più spesso secondo criteri premiali), nel senso che contribuisce a determinare le ripartizioni non in modo arbitrario, bensì secondo una proiezione rispettosa dei dati di partecipazione consapevole al meccanismo. Sotto un altro profilo, la Realpolitik di quel momento storico vedeva nel sistema di sovvenzioni alle confessioni religiose – e in particolare alla cattolica – una forma di spesa sociale, che adempiva a una funzione specifica che lo Stato, sostanzialmente, affidava al clero locale. Si tratta di considerazioni che, ad avviso del relatore, restano ancora oggi valide, sia pure nella consapevolezza delle mutate condizioni generali e dei cambiamenti di contesto rispetto alla realtà in cui il sistema dell’«otto per mille» fu ideato.
Al termine della relazione e del vivace dibattito che ne è scaturito, il prof. Margiotta Broglio ha ripreso nelle sue conclusioni alcuni punti affrontati da Tremonti, esprimendo parole di apprezzamento per l’opera svolta e sottolineando, infine, che l’«otto per mille» fu completamente frutto dell’iniziativa e dello studio della parte statale, senza che la Chiesa cattolica trovasse obiezioni all’idea – chiara e condivisa fin dal principio – che l’istituendo sistema fosse destinato a essere esteso anche al finanziamento delle altre confessioni che avessero in seguito sottoscritto intese con lo Stato italiano ex art. 8 della Costituzione.
Argomenti: Incontri & Convegni