Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Ordinanza 06 marzo 2006, n.289947

In OLIR.it: – CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO, decisione 13
novembre 2008 Mann Singh v. France
[https://www.olir.it/ricerca/index.php?Form_Document=4878]

Ordinanza 11 maggio 2006, n.192

E’ infondata la questione di legittimità – sollevata in riferimento
agli artt. 2, 30 e 32 della Costituzione – dell’art. 19, comma 2,
lettera d), del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo
unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione
e norme sulla condizione dello straniero), nella parte in cui prevede
che il decreto di espulsione debba essere eseguito anche nei confronti
dello straniero extracomunitario legato da una relazione affettiva con
una cittadina italiana, in stato di gravidanza, impedendo così a
costui di assicurare alla donna stessa e al nascituro assistenza
materiale e morale. Detto articolo, che prevede una temporanea
sospensione del potere di espulsione (o di respingimento) «delle
donne in stato di gravidanza o nei sei mesi successivi alla nascita
del figlio cui provvedono», è stato applicato – per effetto dalla
sentenza n. 376 del 2000 – anche al rispettivo marito convivente; ma
presuppone in questa ipotesi una certezza dei rapporti familiari che
non è dato riscontrare nel caso di una relazione di fatto.
Conseguentemente, la questione di legittimità costituzionale, sebbene
prospettata in termini di tutela della famiglia di fatto e dei
conseguenti diritti-doveri, pone in realtà in comparazione
trattamenti riservati a situazioni profondamente diverse – e cioè
quella del marito di cittadina extracomunitaria incinta e quella
dell’extracomunitario che afferma di essere padre naturale di un
nascituro – e, quindi, come tali non irragionevolmente disciplinate
in modo diverso dal legislatore.

Ordinanza 09 marzo 2006, n.3503

Ordinanza 9 marzo 2006, n. 3503: “Ulteriori disposizioni di protezione civile finalizzate alla ricostruzione della Basilica di S. Nicolo’ di Noto”. (da “Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana” n. 64 del 17 marzo 2006) IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Visto l’art. 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225; Visto l’art. 107, comma 1, lettera […]

Ordinanza 24 marzo 2006, n.127

Il ricorso per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato,
relativo all’esposizione del crocifisso nelle aule giudiziarie,
previsto dalla circolare del Ministro di grazia e giustizia – Div.
III del 29 maggio 1926, n. 2134/1867, per “illegittima invasione della
sfera di competenza del potere giurisdizionale da parte del potere
amministrativo”, è inammmissibile a norma dell’art. 37 della legge
11 marzo 1953, n. 87. Manca infatti, sia sotto il profilo soggettivo
che sotto quello oggettivo, la materia di un conflitto costituzionale
di attribuzione, considerato che da un lato un organo giudiziario è,
a causa del carattere diffuso del potere cui appartiene, legittimato a
proporre conflitto tra poteri dello Stato, in quanto “esso sia
attualmente investito del processo, in relazione al quale soltanto i
singoli giudici si configurano come organi competenti a dichiarare
definitivamente la volontà del potere cui appartengono”, e
dall’altro, che tale ricorso per conflitto – come risulta dalla sua
complessiva formulazione – non prospetta in realtà alcuna menomazione
delle attribuzioni costituzionalmente garantite agli appartenenti
all’ordine giudiziario, ma esprime solo il personale disagio di un
“lavoratore dipendente del Ministro di Giustizia” per lo stato
dell’ambiente nel quale deve svolgere la sua attività.

Ordinanza 20 dicembre 2005

Esaminando la struttura delle fattispecie di cui all’articolo 151,
comma 1, Cpmp, si osserva che il provvedimento di chiamata alla armi
non concorre a costituire il precetto della norma incriminatrice ma è
un presupposto della condotta costituita dall’assenza legittima
senza giusto motivo protrattasi per almeno cinque giorni consecutivi.
Ciò premesso, e tenuto conto in particolare del fatto che la legge
non esclude che nel futuro si possa nuovamente ricorrere al servizio
militare di leva, non si può in alcun modo ritenere abolito il reato
in questione. L’attuale sospensione della coscrizione obbligatoria non
comporta infatti l’abrogazione di una norma penale rivolta a tutelare
l’interesse dello Stato ad assicurare comunque la presentazione alle
armi del cittadino ogniqualvolta questi sia chiamato ad adempiere il
servizio di ferma in base ad un legittimo provvedimento dell’Autorità
militare; solo un eventuale intervento del Parlamento, ai sensi
dell’art. 79 Costituzione, potrebbe dunque determinare l’estinzione
dei reati di assenza commessi anteriormente alla cessazione del
servizio militare obbligatorio.

Ordinanza 02 marzo 2006, n.331

Appare rilevante e non manifestamente infondata la questione di
legittimità costituzionale sollevata in relazione all’art. 14,
comma 5, del d.lgs. 17 ottobre 2005, n. 226 nella parte in cui,
sostituendo il terzo periodo dell’art. 4, coma 4, della legge 10
dicembre 1997, n. 425, dispone che – per l’eventuale configurazione
di commissioni di esame di Stato formate da soli candidati privatisti
– queste ultime “possono essere costituite soltanto presso gli
istituti statali”, per contrasto con i principi costituzionali
desumibili dagli artt. 76, 41, 3 e 33, comma 4, della Costituzione.

Ordinanza 15 marzo 2006, n.1502

TAR Lazio – Sez. III quater. Ordinanza n. 1502/2006. Visto il ricorso 810/2006 proposto da: FEDERAZIONE LAVORATORI DELLA CONOSCENZA – (FLC-CGIL), rappresentato e difeso da: Buccellato Avv. Fausto e Barsanti Mauceri AVV. Isetta, con domicilio eletto in Roma, Viale Anegelico, 45 presso Buccellato Avv. Fausto contro MINISTERO dell’ISTRUZIONE, dell’UNIVERSITA’ e della RICERCA, rappresentato e difeso […]

Ordinanza 01 febbraio 2006, n.742

Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sez. III quater. Ordinanza n. 742 del 1 febbraio 2006 MARIO DI GIUSEPPE Presidente LINDA SANDULLI Cons. UMBERTO REALFONZO Cons., relatore ORDINANZA nella Camera di Consiglio del 01 Febbraio 2006 Visto il ricorso 414/2006 proposto da: (…) rappresentato e difeso da: (…) contro MINISTERO ISTRUZIONE, UNIVERSITA’ E RICERCA per l’annullamento, […]

Ordinanza 01 febbraio 2006, n.741

Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sez. III quater. Ordinanza n. 741 del 1 febbraio 2006. MARIO DI GIUSEPPE Presidente LINDA SANDULLI Cons. UMBERTO REALFONZO Cons. , relatore ha pronunciato la seguente ORDINANZA nella Camera di Consiglio del 01 Febbraio 2006 Visto il ricorso 413/2006 proposto da: (…) rappresentato e difeso da: (…) contro MINISTERO ISTRUZIONE, […]

Ordinanza 18 novembre 2005, n.41571

Seppure non sia dubitabile che la esposizione del crocefisso nell’aula
di udienza sia una situazione astrattamente sussumibile nelle
fattispecie processuali di cui all’art. 45 c.p.p., è altrettanto
indubitale che la esposizione del crocefisso esula dalla fattispecie
processuale de qua perché difetta dell’imprescindibile carattere
locale. Proprio in conformità alla natura intrinseca dell’istituto
processuale di cui trattasi, che si risolve nel trasferimento del
giudizio ad altro ufficio territoriale, la norma dell’art. 45 è
chiarissima nell’indicare come presupposto necessario il carattere
locale, cioè localmente circoscritto, della situazione idonea a
turbare l’imparzialità e serenità del giudizio. Ne consegue che non
può invocarsi l’istituto della rimessione del processo per
scongiurare un pericolo di parzialità del giudice o di turbamento del
giudizio, quando la situazione che asseritamente genera quel pericolo
ha dimensione nazionale. E’ evidente, infatti, che in tal caso anche
la translatio iudicii non sarebbe in grado di rimuovere o evitare
quella stessa situazione che si assume pregiudizievole per la
imparzialità e serenità del giudizio stesso.