“Religione e detenzione. La libertà religiosa oltre le mura carcerarie” di Raffaele Santoro

Le dinamiche sociali legate al fenomeno migratorio si sono riflesse sulla composizione etnica, culturale e religiosa della popolazione carceraria. In questo contesto, contraddistinto dalla coattiva limitazione della libertà personale, la percezione della frattura del rapporto tra luogo e cultura sollecita tra i detenuti la ricerca di punti di riferimento nella sfera del sacro, mediante l’osservanza di regole comportamentali di matrice religiosa, talvolta maggiore rispetto a quanto vissuto nella società esterna. Anche il detenuto conserva la titolarità dei diritti inviolabili, compreso il diritto di libertà religiosa, nelle sue prismatiche proiezioni attuative, la cui tutela trova fondamento in molteplici norme della Costituzione. La governance di queste dinamiche tende a rapportarsi con una articolazione sempre più complessa della realtà penitenziaria, all’interno della quale non mutano più solo i luoghi, ma anche le condizioni degli stessi soggetti privati della libertà personale. Ciò rende necessario un costante adeguamento in chiave interculturale delle vigenti disposizioni normative e regolamentari che disciplinano l’esercizio del diritto di libertà religiosa oltre le mura carcerarie.

Raffaele Santoro, Professore Associato di Diritto Ecclesiastico e Diritto Canonico presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”; Professore invitato di Attività concordataria della Santa Sede presso la Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Urbaniana in Stato Città del Vaticano. Responsabile scientifico di Progetti di ricerca in tema di fattore religioso. Autore delle monografie La trascrizione tardiva del matrimonio canonico (2011), Le indulgenze. Storia e disciplina canonico (2013), Matrimonio canonico e disparitas cultus (2018), nonché di ulteriori volumi a cofirma e numerosi articoli scientifici in tema di libertà religiosa, matrimonio canonico, beni ecclesiastici e dinamiche concordatarie.