Velo islamico
Il corretto bilanciamento tra le manifestazioni della appartenenza religiosa dei singoli e il rispetto delle convinzioni altrui ha sempre rappresentato uno snodo cruciale per la neutralità dello Stato contemporaneo.
La recente legge francese sui simboli religiosi, quali il velo indossato dalle donne islamiche, ha riacceso il dibattito politico, sociale e, soprattutto, giuridico sulla liceità di limitazioni alla libertà di manifestazione della propria appartenenza religiosa attraverso simboli esteriori evidenti.
La storia dei rapporti tra Stato e confessioni religiose nelle diverse nazioni europee influenza decisamente l’atteggiamento degli organi politici e di governo rispetto a queste problematiche. Il separatismo francese e quello italiano, per esempio, approcciano con un diverso livello di tolleranza il crescente pluralismo della società odierna. Di conseguenza anche la Corte Europea è sempre più spesso chiamata a decidere sulla convivenza tra laicità delle istituzioni e statuto personale del credente.
Le recenti pronunce giurisprudenziali della Corte di Strasburgo e di quelle nazionali evidenziano la vivacità del dibattito in atto, che interessa non solo i livelli istituzionali, ma la società tutta come portatrice di istanze culturali non ignorabili dagli organi di governo.
analisi e approfondimenti
- Adoración Castro Jover, Inmigración, pluralismo religioso-cultural y educación: la utilización de signos de identidad en la escuela (dicembre 2004)
- Silvio Ferrari, Le ragioni del velo (novembre 2004)
- Jörg Luther, Il velo scoperto dalla legge: tavole di giurisprudenza costituzionale comparata (novembre 2004)
- Pietro De Marco, Il velo proibito (novembre 2004)
APPROFONDIMENTI
Indicazioni bibliografiche:
- R. Bin, G. Brunelli, A.Pugiotto, P. Veronesi, La laicità crocifissa? Il nodo costituzionale dei simboli religiosi nei luoghi pubblici, Torino, Giappichelli, 2004;
- S. Carmignani Caridi, Libertà di abbigliamento e velo islamico, in S. Ferrari (a cura di), Musulmani in Italia. La condizione giuridica delle comunità islamiche, Bologna, il Mulino, 2000, p. 223 ss.;
- P. Cavana, I segni della discordia. Laicità e simboli religiosi in Francia, Torino, Giappichelli, 2004;
- A. Ferrari, Libertà scolastica e laicità dello stato in Italia e Francia, Torino, Giappichelli, 2002;
- V. Pacillo, Brevi note in tema di crocifisso e velo islamico nella scuola pubblica: spunti di comparazione, in Diritto ecclesiastico, 1999, I, 224 ss. ;
- E. Poulat, Notre laïcité publique, Berg international, 2003;
- R. Debray, L'enseignement du fait religieux dans l'école laïque: rapport au ministre de l'Education nationale, O.Jacob, 2002
- F. Shirazi, The Veil Unveiled: The Hijab in Modern Culture, University Press of Florida, Gainesville, 2001.
- Scuola e multiculturalismo
- Crocifisso, velo e turbante. Simboli e comportamenti religiosi nella società plurale, convegno di studi, Campobasso 21-22 aprile 2005
Nel web:
- Antonio Ciavola, Burqa, chador e Costituzione europea (www.altalex.com)
- Antonella Ratti, Il velo islamico all’esame della Corte europea dei diritti dell’uomo (ww.associazionedeicostituzionalisti.it)
- Alessandra Di Martino, La “decisione sul velo” del Bundesverfassungsgericht (ww.associazionedeicostituzionalisti.it)
- Progetto MeltingPot Europa
- Immigration (www.vie-publique.fr)
- Islam e laicitè (www.islamlaicite.org)
Studi e Rapporti:
- Mission d'information sur la pratique du port du voile intégral sur le territoire national, Rapport d'information fait au nom de la mission d'information sur la pratique du port du voile intégral sur le territoire national n° 2262 déposé le 26 janvier 2010
- Sénat de France: Le port de la burqa dans les lieux publics, Étude de législation comparée n° 201(23 octobre 2009)
- Sénat de France, Le port de signes d'appartenance religieuse dans les établissements scolaires, 26 juin 1997;
- Rapport du Haut Conseil a l'Intégration, L' Islam dans la République, 2000;
- Rapport á le Ministère de l'éducation nationale, L'enseignement du fait religieux dans l'école laïque, Régis Debray, février 2002;
- Commissariat Général du Plan, Croyances religieuses, morales et éthiques dans le processus de construction européenne, Jérôme Vignon, Régine Azria, Albert Bastenier, Olivier Bobineau, 2002;
- Rapport au President de la Republique, Commission de réflexion sur l'application du principe de laïcité dans la République, M. Bernard Stasi, 11 décembre 2003;
- Commission nationale consultative des droits de l'homme, La laïcité aujourd'hui, 2003;
- Rapport annuel du Défenseur des enfants au Président de la République et au Parlement, La laïcitè: une richesse pour la communauté scolaire, Claire Brisset, 2003;
- Assemblée nationale, Rapport n° 1275 au nom de la mission d'information sur la question des signes religieux à l'école, 1 éme et 2éme parties du Tome I – Tome II, Jean-Louis Debre, 2003;
- Assemblée nationale, Rapport n° 1381 relatif a l'application générale du principe de laicité dans le école, colléges et lycées publics, M. Pascal Clement, 28 janvier 2004;
- Sénat de France, Rapport n° 219 fait au nom de la commission des Affaires culturelles sur le project de loi, adoptè par Assemblée nationale, encadrant, en application du principe de laïcité, le port de signes ou de tenues manifestant une appartenance religieuse dans les écoles, colléges et lycées publics, M. Jacques Valade, 25 février 2004.
FOCUS:
- Françoise Curtit, France : le port du voile doit-il s'arrêter à la porte d’un organisme privé ? (Newsletter OLIR.it, anno X, n. 4/2013)
- Anne Fornerod, Le voile intégral en France : son destin devant la Cour Européenne des Droits de l'Homme (Newsletter OLIR.it, anno X, n. 6/2013)
Convenzione 04 giugno 2014
Sentenza 01 luglio 2014, n.43835/11
Ordinanza 14 aprile 2014
I cartelli, apposti da una amministrazione comunale, che recano la
scritta ‘‘NO AL VOLTO COPERTO, (salvo giustificati motivi)
’’ non appaiono discriminatori, secondo il giudice adito,
né con riferimento all’origine etnica né per
quanto riguarda la fede religiosa dei destinatari. Secondo la Corte
tale divieto appare infatti un’espressione generale e rivolta
indifferenziatamente alla totalità dei cittadini che leggono il
suddetto cartello. Ne consegue che né la dimensione ridotta
dell’espressione ‘‘(salvo giustificati motivi)
’’ né la mancanza, di seguito ad essa, della frase
‘‘ivi compresi i motivi di carattere
religioso’’ assumono a propria volta un significato
discriminatorio.
Sentenza 17 gennaio 2014
In an increasingly multi-ethnical and culturally diverse society, we
would emphasise that issues concerning attire and symbols motivated by
religious belief and conviction must be handled by all judicial bodies
with great tact and sensitivity. Tribunals should be considerate and
respectful in their approach. Simple measures such as limited
screening or minimising the courtroom audience should be
considered. Tribunals should be particularly careful to point out that
the maintenance of attire of this kind might impair the panel’s
ability to evaluate the reliability and credibility of the evidence of
the party or witness concerned and it could have adverse consequences
for the Appellant. Where issues of this kind arise, a Tribunal’s
experience, expertise, common sense, pragmatism and sense of fairness
will be invaluable tools.
Sentenza 16 settembre 2013
E’ consentito indossare il velo integrale (niqab) durante un
procedimento giudiziario, a condizione, in primo luogo, di farsi
identificare e, in secondo luogo, di rimuoverlo durante la
deposizione. La richiesta da parte della Corte di rimuovere il velo
potrà tener conto delle circostanze della specie e, in ciascun caso,
considerare la possibilità di predisporre degli “aggiustamenti”: ad
esempio, si possono predisporre degli strumenti (schermi, collegamenti
live) per evitare al soggetto di mostrarsi a viso scoperto
direttamente in pubblico; allo stesso modo, per quanto riguarda
l’identificazione, la donna può richiedere che questa sia effettuata
da un funzionario di sesso femminile. Data la mancanza (sottolineata
dal giudice), di una norma che regoli la questione, si afferma da un
lato la necessità di adottare, in ogni singolo caso, la soluzione che
sia il meno restrittiva possibile della libertà religiosa; dall’altro
si stabilisce una sorta di regola generale, in base alla quale la
donna è libera di portare il niqab durante lo svolgimento del
processo, ma deve rimuoverlo durante la deposizione. (Stella
Coglievina)
Sentenza 05 marzo 2013, n.12-80891
Cour de cassation. Chambre criminelle. Audience publique du 5 mars 2013, N° de pourvoi: 12-80891 REPUBLIQUE FRANCAISE AU NOM DU PEUPLE FRANCAIS LA COUR DE CASSATION, CHAMBRE CRIMINELLE, a rendu l’arrêt suivant : Statuant sur le pourvoi formé par : – Mme Hind X…, contre le jugement de la juridiction […]
Sentenza 05 marzo 2013, n.12-82852
Cour de cassation. Chambre criminelle. Audience publique du 5 mars 2013,N° de pourvoi: 12-82852 REPUBLIQUE FRANCAISE AU NOM DU PEUPLE FRANCAIS LA COUR DE CASSATION, CHAMBRE CRIMINELLE, a rendu l’arrêt suivant : Statuant sur le pourvoi formé par : – Le procureur général près la cour d’appel de […]
Legge 11 ottobre 2010, n.2010-1192
LOI n° 2010-1192 du 11 octobre 2010 interdisant la dissimulation du visage dans l’espace public (1) ’Assemblée nationale et le Sénat ont adopté, Vu la décision du Conseil constitutionnel n° 2010-613 DC du 7 octobre 2010 ; Le Président de la République promulgue la loi dont la teneur suit : Article […]
Sentenza 07 giugno 2011, n.489
In OLIR.it:
Tribunal Supremo español. Sentenza 6 febbraio 2013 (II grado)
[https://www.olir.it/documenti/index.php?documento=6073]