_Turchia_
Tale nozione acquista un particolare rilievo non solo nel contesto interno della Turchia, ma anche in ragione dell’attuale situazione internazionale. Il problema della definizione della laicità e della sua relazione dialettica con la libertà religiosa, così come i suoi effetti sulla coesione sociale e sulla creazione di un sistema di valori fondamentali, accettati dalla maggioranza della popolazione, sono questioni cruciali ove si consideri la diffusione dei movimenti integralisti e la destabilizzazione di diversi paesi con una popolazione a maggioranza musulmana. Questa crisi ha ripercussioni sugli stessi paesi dell’Unione europea, a causa della presenza di un numero sempre maggiore di immigrati – e futuri cittadini – di religione islamica le cui esigenze di libertà religiosa sono a volte difficili (se non impossibili) da conciliare con i principi fondamentali degli ordinamenti giuridici degli Stati europei.
A questo proposito, è utile ricordare che la Repubblica di Turchia è uno dei pochi paesi musulmani membri del Consiglio d’Europa fin dal 1949, ed è anche uno degli Stati candidati all'adesione all’Unione europea. Benché tale processo si stia rilevando molto lungo e difficoltoso, dopo la sua conclusione, questo paese diventerebbe l’unico Stato membro con una popolazione a grandissima maggioranza islamica. In un documento del 2004, significativamente intitolato “Questioni derivanti dalla prospettiva dell’adesione della Turchia”, la Commissione europea ha osservato che, “in quanto paese musulmano laico, con una democrazia funzionante”, la Turchia costituisce “un fattore di stabilità nella regione” e “contribuisce alla sicurezza dell’Europa e dei suoi vicini”. La Commissione è consapevole del fatto che l’ingresso della Turchia nell’Unione europea costituisce una sfida, ma al tempo stesso, tale adesione porterebbe con sé delle grandi opportunità: infatti, se il paese riuscisse a progredire sul sentiero della democrazia – una democrazia che combini il carattere laico dello Stato con una base socio-culturale musulmana – potrebbe offrire un buon esempio agli altri paesi nella regione, mentre il successo dell’integrazione della Turchia in Europa proverebbe una volta per tutte al "mondo musulmano" (ma anche a quello "occidentale") che le credenze religiose islamiche sono compatibili con i valori dell’Unione europea. (Rossella Bottoni)
approfondimenti
Rapporti
- ASSOCIATION OF PROTESTANT CHURCHES – COMMITTEE FOR RELIGIOUS FREEDOM AND LEGAL AFFAIRS, “A Threat” or Under Threat? Legal and Social Problems of Protestants in Turkey, 2010 (pdf)
Focus
-
Rossella Bottoni, Laicità e Islam in Turchia dopo piazza Taksim: una nuova Questione d'Oriente? (OLIR.it Newsletter, anno X, n. 7/2013)
Indicazioni bibliografiche
Storia della Turchia, con particolare riferimento al processo di secolarizzazione
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- Rossella Bottoni, La liberté religieuse en Turquie de la fin de l’Empire ottoman à la fondation de la République laïque, in Brigitte Basdevant-Gaudemet, François Jankowiak (dir.), “ Le droit ecclésiastique en Europe et à ses marges (XVIIIe-XXe siècles). Actes du colloque du centre Droit et Sociétés religieuses, Université de Paris-Sud Sceaux, 12-13 octobre 2007”, Peeters, Leuven, 2009, pp. 23-36
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Simboli religiosi
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Minoranze religiose
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- Elise Massicard, L’autre Turquie. Le mouvement alévi et ses territoires, PUF, Paris, 2005
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Nel web
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- European Commission for Democracy through Law (Venice Commission), Opinion on the Constitutional and Legal Provisions Relevant to the Prohibitions of Political Parties in Turkey, 13-14 March 2009
- Memorandum to the Turkish Government on Human Rights Watch’s Concerns with Regard to Academic Freedom in Higher Education, and Access to Higher Education for Women who Wear the Headscarf. Human Rights Watch Briefing Paper, 2004
- Parlamento europeo. Commissione per gli affari esteri, i diritti dell'uomo, la sicurezza comune e la politica di difesa. Relazione sulla relazione periodica 2003 della Commissione europea sui progressi compiuti dalla Turchia in vista dell'adesione, 19 marzo 2004
- U.S. Department of State. International Religious Freedom Report. Turkey, 26 October 2009
Comunicazione 10 novembre 2015
Annex Commission
staff working document "TURKEY 2015 REPORT"
Accompanying the document
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION
TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC
AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS "EU
Enlargement Strategy"
Sentenza 02 febbraio 2010
Sentenza 23 febbraio 2010
L’importanza del principio di laicità per il sistema democratico
turco può giustificare i limiti previsti dalla legge all’esposizione
di simboli religiosi nello spazio pubblico. Tuttavia, una simile
limitazione non risulta convincente quando vieta a singoli cittadini
di portare indumenti religiosi, anche in luogo pubblico, facoltà che
deriva dal diritto di libertà religiosa ex art. 9 CEDU. Nel caso di
specie, i ricorrenti (appartenenti al gruppo religioso denominato
Aczimendi tarikatÿ) si stavano recando ad una cerimonia religiosa
indossando un costume tradizionale (tunica, cappello e bastone);
processati per aver violato le norme antiterrorismo, si erano
presentati in tribunale indossando i medesimi simboli religiosi,
questa volta al di fuori di un contesto cultuale, e condannati. La
Corte europea dei diritti dell’uomo ha ritenuto non giustificata la
restrizione dell’espressione religiosa dei ricorrenti, poiché si
trattava di semplici cittadini che indossavano simboli religiosi, e
non tanto di un esposizione di simboli religiosi nelle istituzioni
pubbliche, caso, quest’ultimo, nel quale la laicità può prevalere
sul diritto di manifestare la propria religione. I
ricorrenti, inoltre, non stavano agendo da funzionari pubblici, né
hanno rappresentato una minaccia per l’ordine pubblico, né hanno
compiuto atti di proselitismo esercitando pressioni sui passanti.
Costituzione 1982
Costituzione della Repubblica di Turchia (1982). PREAMBLE (As amended on October 17, 2001) In line with the concept of nationalism and the reforms and principles introduced by the founder of the Republic of Turkey, Atatürk, the immortal leader and the unrivalled hero, this Constitution, which affirms the eternal existence of the Turkish nation and motherland […]
Sentenza 09 ottobre 2007, n.1448/04
Il diritto dei genitori di assicurare l’educazione e
l’insegnamento ai figli secondo le loro convinzioni religiose o
filosofiche, ex art. 2 del 1° Protocollo addizionale alla CEDU,
risulta violato quando non è prevista una valida procedura di esonero
dall’insegnamento obbligatorio di etica e cultura religiosa nelle
scuole pubbliche. Nel caso di specie – poiché detto insegnamento
riguarda prevalentemente la cultura dell’Islam sunnita e non può
dirsi imparziale e rispettoso del pluralismo, valore centrale per la
scuola e l’educazione pubbliche – la Corte ritiene che debba essere
assicurato il diritto ad essere esonerati dalla partecipazione alle
lezioni di tale materia. Diritto che non è stato rispettato, poiché
la normativa turca consente di non avvalersi dell’insegnamento in
questione solo a due categorie di studenti di nazionalità turca
(coloro i cui genitori appartengano alla religione cristiana o
ebraica); inoltre, obbligando di fatto i genitori a rivelare le
proprie convinzioni religiose o filosofiche, essa non rispetta la
libertà religiosa.
Sentenza 05 aprile 2007
Il rifiuto di registrare un’organizzazione religiosa comporta una
violazione sia dell’art. 11 (libertà di associazione), sia dell’art.
9 (libertà di religione) della Convenzione europea per la
Salvaguardia dei diritti umani (CEDU), in quanto la mancanza di una
registrazione può impedire all’associazione il libero esercizio di
una serie di attività connesse con la pratica religiosa. La pubblica
amministrazione nel procedere alla registrazione di un’associazione
religiosa deve assumere un atteggiamento neutrale ed applicare
eventuali restrizioni solo se si tratta di misure prescritte dalla
legge, appropriate e necessarie per la salvaguardia dell’ordine e
della morale pubblica in una società democratica (nel caso di specie,
il governo russo aveva più volte rifiutato la registrazione della
Chiesa di Scientology, in alcuni casi senza fornire alcuna
motivazione, in altri casi sulla base di una valutazione discrezionale
dell’attività dell’organizzazione religiosa oppure per la presunta
mancanza di requisiti per la registrazione, non previsti dalla legge).
Decisione 03 maggio 1993, n.18783/91
COUR EUROPEENNE DES DROITS DE L’HOMME. Décision sur la recevabilite de la requête No 18783/91, présentée par Lamiye BULUT contre la Turquie. STRASBOURG 3 mai 1993 La Commission européenne des Droits de l’Homme, siégeant en chambre du conseil le 3 mai 1993 en présence de: MM. C.A. NØRGAARD, PrésidentS. TRECHSELE. BUSUTTILG. JÖRUNDSSONA.S. GÖZÜBÜYÜKA. WEITZELJ.-C. SOYERH.G. […]
Sentenza 01 luglio 1997, n.61/1996/680/870
SOMMAIRE
I. OBJET DU LITIGE
Devant la Cour, outre l’article 9 de la Convention, le requérant
invoque l’article 6. Ce dernier grief sort du cadre de l’affaire tel
que l’a délimité la décision de la Commission sur la recevabilité.
II. ARTICLE 9 DE LA CONVENTION
A. Exception préliminaire du Gouvernement: Moyen déduit de
l’incompétence ratione materiae non formulé et motivé par écrit
devant la Cour (article 48 § 1 du règlement A) – non-lieu à examen.
Moyen tiré du non-épuisement des voies de recours internes –
maintenu dans le mémoire à la Cour – décision litigieuse échappait
à un contrôle judiciaire.
Conclusion : rejet (unanimité).
B. Bien-fondé du grief:
L’article 9 énumère diverses formes que peut prendre la
manifestation d’une religion ou d’une conviction, à savoir le culte,
l’enseignement, les pratiques et l’accomplissement de rites –
néanmoins, il ne protège pas n’importe quel acte motivé ou inspiré
par une religion ou une conviction – du reste, un individu peut, dans
l’exercice de sa liberté de manifester sa religion, avoir à tenir
compte de sa situation particulière. Le système de discipline
militaire implique, par nature, la possibilité d’apporter à certains
droits et libertés des membres des forces armées des limitations
pouvant être imposées aux civils. En l’espèce, le requérant a pu
s’acquitter des obligations qui constituent les formes habituelles par
lesquelles un musulman pratique sa religion – l’arrêté du Conseil
supérieur militaire décidant de la mise à la retraite d’office du
requérant ne se fonde pas sur ses opinions et convictions
religieuses, mais sur son comportement et ses agissements. La mesure
ne s’analyse donc pas en une ingérence dans le droit garanti par
l’article 9 puisqu’elle n’est pas motivée par la façon dont le
requérant a manifesté sa religion.
Conclusion : non-violation (unanimité).
Références à la jurisprudence de la Cour:
8.6.1976, Engel et autres c. Pays-Bas ; 25.5.1993, Kokkinakis c.
Grèce ; 28.9.1995, Scollo c. Italie ; 21.2.1996, Hussain c.
Royaume-Uni ; 15.11.1996, Ahmet Sadik c. Grèce
(*Rédigé par le greffe il ne lie pas la Cour)