Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Sentenza 30 luglio 2018, n.[2018] UKSC 46

La Corte Suprema britannica ha chiarito che, nel caso in cui i
familiari di un paziente in stato di incoscienza prolungata e i suoi
medici concordino sul fatto che sospendere la somministrazione di
idratazione e alimentazione artificiali che lo tengono in vita
corrisponda al suo "migliore interesse", nessuna norma,
né nazionale, né CEDU imponga l'obbligo di chiedere
una preventiva autorizzazione a un giudice.

Sentenza 08 novembre 2016, n.2813

Secondo la pronuncia, la separazione tra i sessi prevista per lo
svolgimento delle attività degli studenti non contrasterebbe
con la legislazione in materia di uguaglianza.
Nella scelta
adottata da una scuola privata confessionale di ispirazione islamica
non sarebbe infatti ravvisabile alcuna discriminazione.

Linee guida 13 marzo 2014

La Law Society, organizzazione che rappresenta i solicitors di
Inghilterra e Galles, ha pubblicato delle note pratiche che illustrano
le good practice relative alla redazione di testamenti e
donazioni in conformità alla sharia.Illustrate le norme
circa la legge applicabile alle disposizioni testamentarie secondo il
diritto internazionale privato di Inghilterra e Galles, le practice
notes precisano che non vi è nulla che impedisca ad una persona
domiciliata in Inghilterra di disporre per testamento dei propri beni
in conformità alla sharia.Vengono, quindi, illustrate le
principali regole dettate dalla sharia in materia di
successioni e donazioni [si ringrazia per la segnalazione del
documento e la relativa stesura dell'Abstract Mattia F. Ferrero,
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano]

Sentenza 17 gennaio 2014

In an increasingly multi-ethnical and culturally diverse society, we
would emphasise that issues concerning attire and symbols motivated by
religious belief and conviction must be handled by all judicial bodies
with great tact and sensitivity. Tribunals should be considerate and
respectful in their approach. Simple measures such as limited
screening or minimising the courtroom audience  should be
considered. Tribunals should be particularly careful to point out that
the maintenance of attire of this kind might impair the panel’s
ability to evaluate the reliability and credibility of the evidence of
the party or witness concerned and it could have adverse consequences
for the Appellant. Where issues of this kind arise, a Tribunal’s
experience, expertise, common sense, pragmatism and sense of fairness
will be invaluable tools.

Sentenza 27 gennaio 2014, n.[2014] EWCA Civ

Core Issue Trust, un’organizzazione di ispirazione cristiana,
aveva chiesto l’affissione di una campagna pubblicitaria su
mezzi del trasporto pubblico locale di Londra col seguente messaggio
“Non gay! Ex-gay, post-gay e fieri di esserlo! Fattene una
ragione!”, in risposta alla campagna pubblicitaria, sempre
ospitata sui mezzi del trasporto pubblico locale di Londra, promossa
da un’organizzazione pro-LGBT, col messaggio “Alcune
persone sono gay. Fattene una ragione!”. Accettata la richiesta
del Core Issue Trust da parte della società concessionaria
della pubblicità, era successivamente intervenuto il diniego di
Transport for London, ente pubblico responsabile del trasporto
pubblico locale di Londra e presieduto dal Sindaco della città.
Il contenzioso amministrativo che ne è scaturito – e la
decisione qui in esame – si appunta sulla legittimità o
meno del diniego opposto da Transport of London, motivato dal richiamo
dell’Equality Act e delle correlative policy adottate
dall’ente pubblico, anche in considerazione della circostanza
(emersa solo in appello) per cui il Sindaco Boris Johnson avrebbe
fatto adottare la decisione a Transport for London non per ragioni di
legittimità giuridica, bensì di opportunità
politica. Per quanto qui interessa, la sentenza ha affermato che il
rifiuto della campagna pubblicitaria non costituisce una violazione
della libertà di espressione di cui all’art. 10 CEDU
(rispondendo ai canoni della previsione di legge, della
legittimità dello scopo e della necessità e
proporzionalità – par. 50-89) ed ha, inoltre, ritenuto
che la libertà di religione o credo di cui all’art. 9
CEDU non rilevi nella fattispecie (par. 90-92). Secondo la Corte,
infatti, nonostante la norma in questione sia invocabile anche da
persone giuridiche ed enti di fatto, il Core Issue Trust non è
una comunità religiosa o una chiesa. Inoltre nel caso di specie
il Core Issue Trust intendeva esprimere la propria posizione su
questioni di carattere morale e sessuale anziché manifestare un
determinato credo, ed i Giudici hanno ritenuto che si debba
distinguere tra la manifestazione di un credo (protetta
dall’art. 9 CEDU) e le pratiche e gli atti meramente motivati da
una religione o credo (che non attengono all’art. 9 CEDU).
[La Redazione di OLIR.it ringrazia per la segnalazione del documento e
la stesura del relativo Abstract Mattia F. Ferrero, Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano]

Sentenza 16 settembre 2013

E’ consentito indossare il velo integrale (niqab) durante un
procedimento giudiziario, a condizione, in primo luogo, di farsi
identificare e, in secondo luogo, di rimuoverlo durante la
deposizione. La richiesta da parte della Corte di rimuovere il velo
potrà tener conto delle circostanze della specie e, in ciascun caso,
considerare la possibilità di predisporre degli “aggiustamenti”: ad
esempio, si possono predisporre degli strumenti (schermi, collegamenti
live) per evitare al soggetto di mostrarsi a viso scoperto
direttamente in pubblico; allo stesso modo, per quanto riguarda
l’identificazione, la donna può richiedere che questa sia effettuata
da un funzionario di sesso femminile. Data la mancanza (sottolineata
dal giudice), di una norma che regoli la questione, si afferma da un
lato la necessità di adottare, in ogni singolo caso, la soluzione che
sia il meno restrittiva possibile della libertà religiosa; dall’altro
si stabilisce una sorta di regola generale, in base alla quale la
donna è libera di portare il niqab durante lo svolgimento del
processo, ma deve rimuoverlo durante la deposizione. (Stella
Coglievina)

Sentenza 31 luglio 2013, n.961

The Court of Appeal (Civil Division) decided that no defense of
“necessity” exists within the homicide or assisted suicide Acts,
and that only parliament can decide to change the law in relation to
euthanasia and/or assisted suicide.