Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Sentenza 18 dicembre 2013, n.51059

Secondo costante giurisprudenza la circostanza aggravante dei futili
motivi sussiste quando la determinazione criminosa sia stata causata
da uno stimolo esterno lieve, banale e sproporzionato rispetto alla
gravità del reato. È anche pacifico che tale circostanza
ha natura soggettiva, dovendosi individuare la ragione giustificatrice
della condotta nel fatto che la futilità del motivo a
delinquere è indice univoco di un istinto criminale più
spiccato e della più grave pericolosità del soggetto.
Nel caso di specie, i motivi che hanno determinato la condotta di un
padre che ha cercato di uccidere la figlia dopo avere appreso che
quest’ultima aveva avuto rapporti sessuali, senza essere sposata
e da minore, con un giovane di fede religiosa diversa da quella
islamica, non possono pertanto – secondo la Suprema Corte adita
– essere definiti futili, non ritenendo lieve o banale la spinta che
aveva indotto l'imputato ad agire.

Sentenza 05 dicembre 2013

El Pleno del Tribunal Constitucional (TC) ha estimado el recurso de
inconstitucionalidad presentado por el Gobierno contra la Ley Foral
10/2013, de 12 de marzo, de modificación de la Ley Foral
2/1995, de Haciendas Locales de Navarraque, que hubiera obligado a la
Iglesia Católica y a las confesiones religiosas
evangélicas, israelita e islámica a pagar la
contribución territorial (impuesto equivalente al IBI) por
todos los inmuebles de su propiedad, con la única
excepción de los destinados al culto. La sentencia ha sido
aprobada por unanimidad. [nota
informativa del Tribunal Constitucional
]


La Redazione
di OLIR.it ringrazia per la segnalazione del documento il Prof. A.
Bettetini – Università degli Studi di Catania

Sentenza 08 novembre 2013, n.2485

Nel caso in esame un Comune lombardo ha negato la possibilità
di destinare una porzione del proprio territorio ad attrezzature
religiose per il culto islamico evidenziando, da un lato, il forte
impatto sociale che tale destinazione avrebbe provocato e,
dall'altro, la mancata stipulazione, da parte dell’ente
richiedente, della convenzione prevista dall’art. 70, comma
secondo, della l.r. Lombardia n. 12 del 2005. Il ricorso presentato
dalla associazione culturale islamica ricorrente è stato
accolto in base a due ordini di motivazioni. In primo luogo, il
Giudice adito ha rilevato che la normativa regionale non subordina la
possibilità di destinare aree per attrezzature religiose al
gradimento o alla condizione della “tolleranza sociale” da
parte della maggioranza della popolazione residente. Per quanto
riguarda invece la mancata stipula della convezione sopra citata, la
Corte ha ritenuto che parte ricorrente abbia adeguatamente dimostrato
che ciò sia dipeso dal fatto che la bozza, presentata dal
Comune, riguardasse aspetti non rilevanti ai fini urbanistici ed
edilizi ma incidenti sulle pratiche del culto o su aspetti
organizzativi dell’ente.

Deliberazione della Giunta regionale 17 ottobre 2013, n.325

Regione Lazio. Deliberazione della Giunta regionale 17 ottobre 2013, n. 325: "Approvazione del Piano turistico annuale della Regione Lazio per il 2013. (omissis) Obiettivo 2.3 – "Sostenere i Comuni al fine di coniugare sviluppo e tutela del territorio attraverso una migliore gestione dei flussi turistici" Nell'ambito della Linea di azione "Incremento del turismo a basso […]

Legge 07 ottobre 2013, n.112

In OLIR.it:
D.L. 8 agosto 2013, n. 91: “Disposizioni urgenti per la tutela, la
valorizzazione e il rilancio dei bene e delle attività culturali e
del turismo”. [https://www.olir.it/documenti/index.php?documento=6153]

Sentenza 21 ottobre 2013, n.20908

Il D.lgs. n. 251 del 2007 riconosce la protezione sussidiaria allo
straniero “nei cui confronti sussistano fondati motivi per ritenere
che, se dovesse tornare nel paese d’origine […] correrebbe un
rischio effettivo di subire un grave danno”. Nel caso di specie, il
Tribunale adito ha riconosciuto tale status al ricorrente, cittadino
nigeriano, fuggito dal proprio paese per le persecuzioni subite
(attraverso minacce alla famiglia e danneggiamenti alla abitazione),
ad opera di un gruppo estremista, a causa della propria appartenenza
confessionale cristiano-cattolica.