Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Report 17 marzo 2015, n.345

[La Redazione di OLIR.it ringrazia per la segnalazione del documento
Alessandro Tira, Università degli Studi di Milano]

Sentenza 16 aprile 2015, n.943

La giurisprudenza amministrativa ha elaborato un principio di
carattere generale (riguardante in particolare la materia
dell'urbanistica), secondo il quale nel caso di jus superveniens,
rispetto ad un precedente giudizio, rileva solo la normativa
sopravvenuta "anteriore" alla notificazione della sentenza
(cfr. Consiglio di Stato, ad. plen., 8 gennaio 1986, n. 1). La regola
della notificazione tuttavia non si applica alle situazioni giuridiche
di carattere durevole (che riguardano cioè rapporti giuridici
di durata): in queste ipotesi sarà infatti applicabile la
normativa sopravvenuta, anche se successiva alla notificazione della
sentenza (cfr. Cons. Stato, ad. plen., 11 maggio 1998, n. 2). Si
è inoltre chiarito che il giudicato è senz'altro
suscettibile di restare, per così dire,
"impermeabile" alle sopravvenienze normative solo quando la
sentenza abbia effetto vincolante pieno, e cioè abbia dato una
sostanziale soluzione definitiva alla questione controversa. Ora, nel
caso di specie, la sentenza di cui si chiede l'esecuzione non ha
sancito che l'interesse della ricorrente ad ottenere
l'individuazione di un'area da adibire ad attrezzature per il
culto islamico dovesse essere senz'altro accolta (si veda TAR
Lombardia sentanza 8 novembre 2013, n. 2485
), posto che tale
deliberazione si è limitata ad affermare che il Comune
esaminasse l'istanza presentata dalla ricorrente accertando
preliminarmente il possesso in capo a quest'ultima dei requisiti
richiesti dall'art. 70 della l.r. n. 12 del 2005 (aspetto
quest'ultimo trascurato – secondo la Corte – nella definizione del
PGT). Si deve pertanto ritenere che la l.r. n. 2 del 2015 sia
applicabile alla fattispecie in esame, con conseguente valutazione dei
requisiti richiesti da tale normativa in favore dei possibili
destinatari.

Varie 10 novembre 2014

Las presentes normas "Usos Extralitúrgicos de las Iglesias
dedicadas al Culto", han sido aprobadas por unanimidad por los
Obispos de las Provincias Eclesiásticas de Granada y Sevilla,
con sede en el territorio de Andalucía, para sus respectivas
Diócesis, en el transcurso de la CXXIX Asamblea Ordinaria
celebrada en Córdoba los días 21 y 22 de Octubre de
2014. Estas normas entran en vigor el día 10 de Noviembre de
2014.

Sentenza 27 ottobre 2014, n.5320

Le esenzioni dai contributi concessori spettano nei casi previsti
dalla legge quando è rilasciato un atto abilitativo, comunque
denominato, in attuazione di una previsione urbanistica:
l’autorità che pianifica il territorio, nel prevedere le
varie destinazioni, può così determinare quali somme
possano essere successivamente pagate, nella fase di attuazione dello
strumento urbanistico. Quando invece si è in presenza di un
immobile abusivo, non spetta alcuna esenzione: può spettare una
riduzione degli oneri – in sede di rilascio di una sanatoria o
di un condono – solo nei casi espressamente previsti dalla
legge. Tale principio è stato applicato nel caso di specie
(realizzazione di un edificio, poi destinato al culto, sine titulo
cioè emanato per volontà privata senza alcuna previsione
specifica del piano urbanistico), ritenendo applicabile unicamente la
riduzione prevista dall’art. 34, comma 7, lett. c), della legge
n. 47 del 1985 (ovvero riduzione di un terzo dell’oblazione
qualora l'opera abusiva sia destinata ad attività sportiva,
culturale o sanitaria, o ad opere religiose o a servizio di culto).

Sentenza 04 marzo 2014, n.7552/09

Con questa sentenza, la Corte Europea dei Diritti
dell’Uomo ha ritenuto che il Regno Unito non abbia violato gli
artt. 9 e 14 della CEDU adottando una legislazione che prevede
un’esenzione dall’imposta locale sugli immobili, in forma
totale per gli edifici di culto aperti al pubblico, e parziale (nella
misura dell’80 %) per gli edifici di culto e le altre
proprietà di confessioni religiose che, utilizzate per scopi di
charity, non siano aperti al pubblico.
La Corte di
Strasburgo ha, inoltre, riaffermato che la legislazione tributaria
può essere scrutinata sotto il profilo dell’art. 9 CEDU,
poiché gli oneri da essa derivanti sono idonei ad incidere
sull’esercizio del diritto di libertà religiosa
(richiamando sul punto la sentenza
Association Les Témoins de Jéhovah c. France, n.
8916/05, 30 giugno 2011
).
Nella fattispecie la Corte
si è pronunciata sul ricorso proposto dalla Chiesa di
Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, che lamentava la
mancata esenzione totale dall’imposta locale sugli immobili del
tempio di Preston, negata dall’amministrazione finanziaria in
ragione del fatto che l’accesso a tale tempio – secondo il
magistero mormone  – è riservato ai soli fedeli che
dispongano della necessaria raccomandazione.