Risoluzione 31 gennaio 2008
Risoluzione del Parlamento europeo del 31 gennaio 2008 su una strategia europea per i rom.
Il Parlamento europeo,
– visti gli articoli 3, 6, 7, 29 e 149 del trattato CE, che impegnano gli Stati membri a garantire uguali opportunità a tutti i cittadini,
– visto l’articolo 13 del trattato CE, in base al quale la Comunità europea può prendere i provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni fondate sulla razza o l’origine etnica,
– viste le sue risoluzioni del 28 aprile 2005 sulla situazione dei rom nell’Unione europea (1) , del 1° giugno 2006 sulla situazione delle donne rom nell’Unione europea (2) e del 15 novembre 2007 sull’applicazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri (3) ,
– viste la direttiva 2000/43/CE, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica, e la direttiva 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro, come anche la decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia,
– vista la relazione per il 2007 su Razzismo e xenofobia negli Stati membri dell’Unione europea, pubblicata dall’Agenzia per i diritti fondamentali,
– visti il Decennio per l’integrazione dei rom e il Fondo per l’istruzione dei rom, istituiti nel 2005 da numerosi Stati membri dell’Unione europea, paesi candidati e altri paesi in cui le istituzioni dell’Unione europea sono presenti in modo significativo,
– visti l’articolo 4 della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa per la protezione delle minoranze nazionali e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali,
– visto il Piano d’azione globale adottato dagli Stati che partecipano all’OSCE, compresi gli Stati membri dell’Unione europea e i paesi candidati, incentrato sul miglioramento della situazione dei rom e dei sinti nella zona OSCE, nel quadro del quale gli Stati si impegnano, tra l’altro, a potenziare i loro sforzi volti a garantire che le popolazioni rom e sinti possano svolgere un ruolo pieno ed equo nelle nostre società, e a debellare la discriminazione nei loro confronti,
– visti la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e lo Statuto dell’Agenzia per i diritti fondamentali,
– vista la relazione del gruppo consultivo di esperti di alto livello sull’integrazione sociale delle minoranze etniche e sulla loro piena partecipazione al mercato del lavoro, intitolata “Minoranze etniche sul mercato del lavoro – Un urgente appello per una migliore inclusione sociale” e pubblicata dalla Commissione nel 2007,
– visto l’articolo 108, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che i 12-15 milioni di rom che vivono in Europa – di cui circa 10 milioni nell’Unione europea – sono vittime di discriminazioni razziali e soggetti in molti casi a gravi discriminazioni strutturali e a condizioni di povertà e di esclusione sociale, come anche a discriminazioni molteplici in base al sesso, all’età, all’handicap o all’orientamento sessuale; considerando che gran parte dei rom europei sono diventati cittadini dell’Unione europea a seguito degli ampliamenti del 2004 e del 2007, beneficiando del diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri,
B. considerando che la situazione dei rom europei – che storicamente sono stati parte della società in numerosi paesi europei e hanno contribuito ad essa – è diversa da quella delle minoranze nazionali europee, cosa che giustifica l’adozione di misure specifiche a livello europeo,
C. considerando che i cittadini rom dell’Unione europea sono spesso vittime di discriminazioni razziali nell’esercizio del loro diritto fondamentale, in quanto cittadini dell’Unione europea, alla libertà di circolazione e di stabilimento,
D. considerando che numerosi rom e numerose comunità rom che hanno deciso di stabilirsi in uno Stato membro diverso da quello di cui sono cittadini si trovano in una posizione particolarmente vulnerabile,
E. considerando che sia negli Stati membri sia nei paesi candidati non si sono compiuti progressi nella lotta alla discriminazione razziale nei confronti dei rom e nella difesa del loro diritto all’istruzione, all’occupazione, alla salute e all’alloggio,
F. considerando che la segregazione nell’istruzione continua ad essere tollerata negli Stati membri dell’Unione europea; considerando che tale discriminazione nell’accesso ad un’istruzione di qualità condiziona in modo permanente la capacità dei bambini rom di sviluppare e di sfruttare il loro diritto ad uno sviluppo educativo,
G. considerando che l’istruzione è uno strumento fondamentale per combattere l’esclusione sociale, lo sfruttamento e la criminalità,
H. considerando che condizioni di vita deplorevoli e insalubri e una ghettizzazione evidente sono fenomeni ampiamente diffusi e che, regolarmente, i rom sono vittime di espulsioni forzate o viene loro impedito di abbandonare le aree in cui vivono,
I. considerando che le comunità rom presentano in media livelli inammissibilmente elevati di disoccupazione, il che richiede interventi specifici volti ad agevolare l’accesso al lavoro; sottolineando che il mercato europeo del lavoro, così come la società europea nel suo complesso, trarrebbero enorme beneficio dall’integrazione dei rom,
J. considerando che l’Unione europea offre una varietà di meccanismi e strumenti che possono essere utilizzati per migliorare l’accesso dei rom ad un’istruzione di qualità, all’occupazione, all’alloggio e all’assistenza sanitaria, in particolare politiche in materia di inclusione sociale, sviluppo regionale e occupazione,
K. considerando che l’inclusione sociale delle comunità rom continua ad essere un obiettivo da raggiungere e che occorre utilizzare gli strumenti dell’Unione europea per realizzare cambiamenti efficaci e visibili in questo settore,
L. considerando la necessità di garantire un’effettiva partecipazione dei rom alla vita politica, in particolare alle decisioni che incidono sulla loro vita e sul loro benessere,
M. considerando che l”antizingarismo” o fobia dei rom è ancora diffuso in Europa, che è promosso e utilizzato dagli estremisti, cosa che può culminare in attacchi razzisti, discorsi improntati all’odio, attacchi fisici, espulsioni illegali e vessazioni da parte della polizia,
N. considerando che la maggior parte delle donne rom subiscono una doppia discriminazione, in quanto rom e in quanto donne,
O. considerando che l’Olocausto dei rom (Porajmos) merita un pieno riconoscimento commisurato alla gravità dei crimini nazisti volti ad eliminare fisicamente i rom d’Europa, così come gli ebrei e altri gruppi mirati;
1. condanna senza eccezioni e senza ambiguità possibili tutte le forme di razzismo e di discriminazione cui sono soggetti i rom e altre comunità considerate “zingari”;
2. accoglie favorevolmente le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 il quale, “conscio della situazione molto particolare in cui versa la comunità rom in tutta l’Unione, invita gli Stati membri e l’Unione stessa ad utilizzare tutti i mezzi per migliorarne l’inclusione” e “invita a tal fine la Commissione ad esaminare le politiche e gli strumenti vigenti e a riferire al Consiglio, entro la fine del giugno 2008, in merito ai progressi registrati”;
3. ritiene che l’Unione europea e gli Stati membri condividano la responsabilità di promuovere l’inserimento dei rom e di appoggiare i loro diritti fondamentali in quanto cittadini europei, e che debbano intensificare prontamente i loro sforzi per conseguire risultati visibili in tale settore; invita gli Stati membri e le istituzioni dell’Unione europea ad avallare le misure necessarie per creare un clima sociale e politico adeguato, che consenta di porre in atto l’inserimento dei rom;
4. sollecita la nuova Agenzia per i diritti fondamentali a porre l”antizingarismo” tra le massime priorità del suo programma di lavoro;
5. riafferma l’importante ruolo dell’Unione europea nella lotta contro la discriminazione nei confronti dei rom, che spesso è strutturale e che per questo richiede un’impostazione globale a livello dell’Unione europea, in particolare con riguardo allo sviluppo di politiche comuni, ma riconosce che le competenze fondamentali e il principale investimento in termini di volontà politica, tempo e risorse da destinare alla protezione, all’attuazione di politiche, alla promozione e alla responsabilizzazione dei rom devono essere a carico degli Stati membri;
6. sollecita la Commissione a sviluppare una strategia quadro europea per l’inserimento dei rom, che miri a dare coerenza alle politiche dell’Unione europea in materia di inclusione sociale dei rom e, nel contempo, sollecita tale Istituzione ad elaborare un piano d’azione comunitario dettagliato per l’inclusione dei rom volto a fornire un sostegno finanziario per la realizzazione dell’obiettivo della strategia quadro europea per l’inclusione dei rom;
7. Esorta la Commissione ad elaborare un esauriente piano d’azione comunitario sull’inclusione dei Rom; rileva che il piano deve essere elaborato ed implementato dal gruppo di Commissari responsabili per l’inclusione sociale dei cittadini dell’UE attraverso i loro portafogli dell’occupazione, degli affari sociali, delle pari opportunità, della giustizia, della libertà, dell’istruzione, della cultura e della politica regionale;
8. chiede alla Commissione di attribuire a uno dei Commissari la competenza per il coordinamento di una politica per i rom;
9. esorta la Commissione ad applicare la metodologia di lavoro “da Rom-a-Rom” quale strumento efficace per gestire le problematiche legate ai Rom e la invita a promuovere la presenza di personale Rom all’interno della sua struttura;
10. invita la Commissione ad istituire un’unità rom per coordinare la messa in atto della strategia quadro europea per l’inclusione dei rom, facilitare la cooperazione tra gli Stati membri e coordinare loro azioni comuni, nonché assicurare che tutti gli organi competenti siano sensibilizzati sulle questioni relative ai rom;
11. Invita la Commissione a considerare l’impatto degli investimenti privati sulle pari opportunità un fattore pertinente e determinante ai fini della mobilizzazione delle risorse dell’UE, imponendo alle persone fisiche e/o giuridiche che presentano un’offerta per progetti finanziati dall’UE l’obbligo di elaborare e implementare un’analisi e un piano d’azione sulle pari opportunità;
12. accoglie con favore le iniziative rese note dalla Commissione, tra cui una comunicazione sulla strategia rivista per la lotta contro la discriminazione, il prossimo libro verde concernente l’istruzione di bambini immigrati o appartenenti a minoranze svantaggiate, e l’intenzione di prendere misure addizionali per assicurare l’applicazione della direttiva 2000/43/CE; si compiace, in particolare, della proposta di istituire un forum di alto livello sui rom, quale struttura per lo sviluppo di politiche efficaci intese ad affrontare le questioni che interessano i rom;
13. Esorta la Commissione a creare una mappa paneuropea delle crisi, sulla cui base sono individuate e monitorate quelle aree dell’UE le cui comunità Rom risultano essere le più minacciate dalla povertà e dall’esclusione sociale;
14. sollecita la Commissione ad esaminare le possibilità di un rafforzamento della legislazione antidiscriminazione nel settore dell’istruzione, in particolare per quanto riguarda la desegregazione, e a riferire al Parlamento sulle risultanze dei suoi lavori entro un anno dall’approvazione della presente risoluzione; ribadisce che l’accesso a pari condizioni ad un’istruzione di qualità dovrebbe essere una priorità nell’ambito di una strategia europea per i rom; sollecita la Commissione ad intensificare i suoi sforzi per finanziare e sostenere, negli Stati membri, azioni intese ad integrare i bambini rom, sin dalla più tenera età, nei sistemi di istruzione ordinari; esorta la Commissione a sostenere programmi che promuovano azioni positive a favore dei rom nei settori dell’istruzione secondaria e superiore, includendo la formazione professionale, l’istruzione degli adulti, l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e l’istruzione universitaria; esorta altresì la Commissione a sostenere altri programmi che offrano modelli positivi e riusciti di desegregazione;
15. invita gli Stati membri e la Commissione a combattere lo sfruttamento dei bambini rom, l’accattonaggio che sono costretti a praticare e il loro assenteismo scolastico, nonché i maltrattamenti delle donne rom;
16. sollecita la Commissione a sostenere l’integrazione dei rom nel mercato del lavoro mediante misure che comprendano un sostegno finanziario alla formazione e alla riconversione professionale, misure intese a promuovere azioni positive sul mercato del lavoro, un’applicazione rigorosa delle leggi antidiscriminazione nel settore dell’occupazione e misure atte a promuovere presso i rom il lavoro autonomo e le piccole imprese;
17. invita la Commissione a considerare la possibilità di un sistema di microcredito quale suggerito nella relazione summenzionata del gruppo consultivo di esperti di alto livello, per promuovere l’avvio di piccole imprese e sostituire la prassi dell’usura, che obera molte delle comunità svantaggiate;
18. invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a sostenere programmi nazionali volti a migliorare la situazione sanitaria delle comunità rom; in particolare introducendo un adeguato programma di vaccinazioni per i bambini; sollecita tutti gli Stati membri a porre fine e a rimediare in modo adeguato e senza indugio all’esclusione sistematica di talune comunità rom dall’assistenza sanitaria, comprese, tra l’altro, le comunità che si trovano in aree geografiche isolate, come anche a violazioni estreme dei diritti dell’uomo nell’ambito del sistema sanitario, laddove esse abbiano avuto o stiano avendo luogo, comprese la segregazione razziale nelle strutture sanitarie e la sterilizzazione forzata delle donne rom;
19. sollecita la Commissione a basarsi sui modelli positivi esistenti per sostenere programmi volti a porre fine, negli Stati membri in cui esiste, al fenomeno delle baraccopoli rom – che generano gravi rischi sociali, ambientali e sanitari – e a sostenere altri programmi che offrano modelli positivi e riusciti di alloggio per i rom, inclusi i rom migranti;
20. sollecita gli Stati membri a risolvere il problema dei campi, dove manca ogni norma igienica e di sicurezza e nei quali un gran numero di bambini rom muoiono in incidenti domestici, in particolare incendi, causati dalla mancanza di norme di sicurezza adeguate;
21. sollecita la Commissione e il Consiglio ad allineare la politica dell’Unione europea relativa ai rom sul “Decennio per l’integrazione dei rom” e a fare uso delle iniziative esistenti, quali il Fondo per l’istruzione dei rom, il Piano d’azione dell’OSCE e le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, al fine di accrescere l’efficacia degli sforzi compiuti in tale settore;
22. sottolinea l’importanza che riveste il fatto di coinvolgere le autorità locali per garantire un’esplicazione efficace degli sforzi volti a promuovere l’inserimento dei rom e a combattere la discriminazione;
23. invita gli Stati membri a coinvolgere la comunità rom al livello di base nel tentativo di mettere il popolo rom in condizioni di beneficiare pienamente degli incentivi forniti dall’Unione europea volti a promuovere i loro diritti e l’inserimento delle loro comunità, nei settori dell’istruzione, dell’occupazione e della partecipazione civica, dal momento che un’integrazione riuscita comporta un approccio che va dal basso verso l’alto e responsabilità comuni; sottolinea l’importanza di sviluppare le risorse umane e le capacità professionali dei rom, al fine di promuovere la loro presenza a tutti i livelli dell’amministrazione pubblica, ivi comprese le istituzioni della UE;
24. ricorda che tutti paesi candidati si sono impegnati, nel quadro del processo di negoziazione e di adesione, a migliorare l’inserimento delle comunità rom e a promuovere il loro diritto all’istruzione, all’occupazione, all’assistenza sanitaria e all’alloggio; chiede alla Commissione di effettuare una valutazione del rispetto di tali impegni e della situazione attuale dei rom in tutti gli Stati membri dell’Unione europea;
25. invita la Commissione e le autorità competenti a compiere i passi necessari per porre termine alle attività di ingrasso dei suini sul sito dell’ex campo di concentramento di Lety (Repubblica Ceca), lasciando spazio ad un monumento commemorativo che onori le vittime delle persecuzioni;
26. ritiene di dover dovrebbe esaminare più nel dettaglio i diversi aspetti delle sfide strategiche europee riguardanti l’inserimento dei rom;
27. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai paesi candidati, al Consiglio d’Europa e all’OSCE.
(1) GU C 45 E del 23.2.2006, pag. 129.
(2) GU C 298 E dell’8.12.2006, pag. 283.
(3) Testi approvati, P6_TA(2007)0534.
Autore:
Parlamento europeo
Dossier:
_Lotta alla discriminazione_
Parole chiave:
Divieto di discriminazione, Libertà religiosa, Minoranze, Razzismo, Unione europea, Diritti dell'uomo, Discriminazione razziale, Rom, Segregazione, Zingari, Razza e religione
Natura:
Risoluzione