Risoluzione 24 febbraio 2005
Parlamento europeo. Risoluzione 24 febbraio 2005: “Priorità e raccomandazioni dell’Unione europea in vista della 61a sessione della Commissione per i diritti dell’uomo delle Nazioni Unite a Ginevra (14 marzo – 22 aprile 2005)”.
Il Parlamento europeo,
– vista la 61a sessione della Commissione per i diritti dell’uomo delle Nazioni Unite (UNCHR) che si terrà a Ginevra dal 14 marzo al 22 aprile 2005,
– visto il trattato sull’Unione europea e le sue disposizioni relative ai diritti dell’uomo,
– visto l’articolo I-3, paragrafo 3, e l’articolo III-292 del trattato che adotta una Costituzione per l’Europa,
– vista la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea,
– vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sul ruolo dell’Unione europea nella promozione dei diritti umani e della democratizzazione nei paesi terzi (COM(2001)0252) e la sua risoluzione del 25 aprile 2002 su tale comunicazione,
– vista la sua risoluzione del 22 aprile 2004 sui diritti umani nel mondo nel 2003 e la politica dell’Unione europea in materia di diritti umani,
– viste le sue precedenti risoluzioni sull’UNCHR a partire dal 1996,
– vista la sua risoluzione del 29 gennaio 2004 sulle relazioni tra l’Unione europea e le Nazioni Unite,
– visto l’articolo 103, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che uno dei principali obiettivi dell’Unione europea deve essere quello di sostenere l’universalità e l’indivisibilità nonché l’interdipendenza e l’intercorrelazione di tutti i diritti umani, compresi quelli civili, politici, economici, sociali e culturali, e i cosiddetti diritti umani di terza generazione, quali il diritto allo sviluppo, alla pace e a un ambiente sano,
B. considerando che il rispetto dei diritti umani è indispensabile per conseguire l’obiettivo dello sviluppo sostenibile, rispettoso dell’essere umano e dell’ambiente,
C. considerando che la protezione e la promozione dei diritti umani e fondamentali figurano tra i principi più fondamentali dell’Unione,
D. considerando che la promozione e la difesa dei diritti umani e dei sostenitori di tali diritti, della democrazia e dello Stato di diritto costituiscono una delle principali priorità dell’Unione europea in tutte le sue relazioni con i paesi terzi, in particolare nell’ambito della sua politica estera e di sicurezza comune e della sua politica in materia di sviluppo e cooperazione,
E. considerando che le norme delle Nazioni Unite per le imprese rappresentano un importante passo avanti nel processo relativo all’istituzione di un quadro globale per comprendere le responsabilità delle imprese in materia di diritti umani; che l’UE si è impegnata a promuovere lo sviluppo di un quadro intergovernativo per la responsabilità delle imprese al Vertice mondiale delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile svoltosi a Johannesburg nel settembre 2002,
F. considerando che l’UNCHR è uno dei principali organismi delle Nazioni Unite per la promozione e la protezione dei diritti umani in tutto il mondo,
G. prendendo atto del rapporto del Gruppo ad alto livello “minacce, sfide e cambiamento” e delle sue raccomandazioni sull’UNCHR,
H. compiacendosi delle iniziative dell’Unione europea presentate alla 60a sessione dell’UNCHR, tra cui 8 risoluzioni su paesi e 2 risoluzioni tematiche, nonché delle numerose risoluzioni che ha patrocinato, iniziative che fanno dell’Unione uno dei protagonisti più attivi in seno all’UNCHR,
I. valutando positivamente la ripresentazione di risoluzioni sulla Repubblica democratica del Congo (DRC), sulla Birmania, sul Burundi, sul Ciad, sulla Liberia e sulla Somalia, su Cuba, sulla Bielorussia, sulla Corea del Nord e sul Turkmenistan e sulla questione della violazione dei diritti umani nei territori arabi occupati, compresa la Palestina, nonché le dichiarazioni del Presidente su Timor Est, Haiti e il Nepal,
J. considerando le conclusioni contenute nella Dichiarazione dell’Ufficio di coordinamento e cooperazione internazionale per la Colombia, adottata a Cartagine a seguito delle raccomandazioni formulate a Londra alla presenza, tra gli altri, delle Nazioni Unite,
K. appoggiando le raccomandazioni dell’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani in Colombia,
L. preoccupato per la mancata adozione di risoluzioni sui seguenti paesi e territori in merito ai quali il Parlamento europeo aveva invitato l’Unione europea a patrocinare o co-patrocinare dei testi: Cecenia, Iran, Pakistan, India, Indonesia, Costa d’Avorio, Algeria, Tunisia, Libia, Arabia Saudita e Repubblica centroafricana,
M. allarmato per la reiezione delle risoluzioni sullo Zimbabwe, patrocinata dall’Unione europea, e sulla Cina durante la 60a sessione dell’UNCHR,
N. preoccupato in particolare dalla mozione di “non azione” sullo Zimbabwe, adottata su iniziativa della Repubblica del Congo, e dalla mozione sulla Cina, adottata su iniziativa di quest’ultima,
O. esprimendo apprezzamento per la nomina di sei nuovi esperti di diritti umani, di cui due per le questioni tematiche (il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tratta di esseri umani, e in particolare di donne e bambini, nonché un esperto indipendente sui diritti umani e il terrorismo) e quattro con mandati nazionali (relatore speciale sulla Bielorussia; relatore speciale sulla Corea del Nord, l’esperto indipendente sul Ciad e l’esperto indipendente sul Sudan),
P. compiacendosi del fatto che la 60a sessione dell’UNCHR ha condannato risolutamente la pena di morte con un numero di voti maggiore rispetto agli anni precedenti e ha confermato l’obbligo per uno Stato che abbia ricevuto una richiesta di estradizione per capi d’imputazione soggetti a pena capitale di rifiutarsi di accettarla in assenza di effettive assicurazioni che la pena capitale non sarà eseguita,
Q. sottolineando a questo proposito che l’obiettivo dell’Unione europea è l’adozione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite di una risoluzione che istituisca una moratoria mondiale sulle esecuzioni capitali, quale primo passo verso l’abolizione universale della pena di morte,
R. ricordando la sua indignazione e sgomento nei confronti di tutti gli attentati terroristici, in particolare quelli dell’11 settembre 2002 e dell’11 marzo 2004, e la sua solidarietà nei confronti delle vittime e del dolore e della sofferenza delle loro famiglie, amici e parenti,
S. considerando che il terrorismo di oggi e, in particolare, il terrorismo globale diretto contro la democrazia e i suoi difensori, che miete in modo indiscriminato un gran numero di vittime tra la popolazione civile mediante efferati, sanguinosi e vili attentati, rappresenta attualmente la minaccia più violenta ai diritti umani fondamentali con cui le nostre società devono misurarsi,
T. riaffermando che, al fine di far fronte a questa terribile minaccia del mondo moderno, il compito principale dei governi democratici è quello di proteggere i nostri cittadini con risolutezza, di lottare contro il terrorismo con fermezza e con tenacia e di individuare e smantellare le eventuali reti terroristiche,
U. considerando che la lotta al terrorismo non dovrebbe essere utilizzata da nessun governo per agire contro l’esercizio legittimo dei diritti umani e dei principi democratici fondamentali, ma deve invece contribuire a rafforzare lo Stato di diritto e tali principi fondamentali,
V. considerando che il terrorismo non può mai essere giustificato e che la lotta contro il terrorismo richiede la messa a punto di strategie globali che possano contribuire a risolvere le cause della povertà estrema, dell’insicurezza, del crollo degli Stati e della crescita del fondamentalismo, che possono essere fattori all’origine dell’attività terroristica,
W. ricordando la risoluzione 57/219 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, del 18 dicembre 2002, la risoluzione 1456 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 20 gennaio 2003, e la risoluzione 2003/68 dell’UNCHR, del 25 aprile 2003, in base alle quali gli Stati membri devono provvedere affinché qualsiasi misura presa per combattere il terrorismo sia conforme agli obblighi loro derivanti dal diritto internazionale, segnatamente in materia di diritti umani, di rifugiati e in campo umanitario,
X. compiacendosi della Dichiarazione di Sana’a sulla democrazia, i diritti umani e il ruolo del Tribunale penale internazionale, adottata dai rappresentanti di tutti i paesi arabi e dai paesi del Corno d’Africa,
Y. considerando che l’esistenza di un dialogo sui diritti umani tra l’Unione europea e un paese terzo non dovrebbe precludere all’Unione europea di presentare una risoluzione sulla situazione dei diritti umani in tale paese o di sostenere un’iniziativa promossa dal paese terzo, come chiaramente indicato dal Consiglio nelle sue conclusioni del 20 ottobre 2004 sulla Cina e sull’Iran nonché negli orientamenti relativi ai dialoghi sui diritti umani,
Z. considerando che è essenziale un dialogo interistituzionale permanente e costruttivo tra il Parlamento europeo, la Commissione e il Consiglio per dare peso e coerenza all’azione dell’Unione europea alla 60a sessione dell’UNCHR,
AA. preoccupato del funzionamento della Commissione sulle ONG delle Nazioni Unite, in seno alla quale negli ultimi anni alcune organizzazioni internazionali in difesa della democrazia e dei diritti umani in tutto il mondo hanno subito processi politici da paesi non democratici,
AB. preoccupato del fatto che troppo spesso l’UNCHR si discosta dal suo obiettivo di difendere i diritti e cerca piuttosto di proteggere i suoi membri accusati di abusi, come ha sottolineato l’organismo nominato dal Segretario generale delle Nazioni Unite con il compito di proporre riforme dell’istituzione,
Considerazioni generali
1. riafferma che il rispetto, la promozione e la salvaguardia dell’universalità dei diritti umani fanno parte dell’acquis etico e giuridico dell’Unione europea nonché uno dei fondamenti dell’unità e dell’integrità europea;
2. riafferma la necessità di una
consultazione, cooperazione e coordinamento rafforzati tra l’Unione europea e le Nazioni Unite, in particolare l’UNCHR;
3. sollecita l’Unione europea ad assumere un ruolo di primissimo piano in seno all’UNCHR;
Situazioni relative a paesi e territori
4. invita l’Unione europea, pur tenendo debitamente conto del fatto che la seguente lista non è esauriente, che le circostanze differiscono in misura sensibile da paese a paese e che la situazione in taluni paesi è migliorata, a patrocinare o co-patrocinare risoluzioni su:
– tutti i paesi per i quali un esperto di diritti umani dotato di un mandato nazionale è stato nominato (Afghanistan, Bielorussia, Birmania, Burundi, Cambogia, Ciad, Cuba, Repubblica democratica del Congo, Corea del Nord, Haiti, Iraq, Liberia, Somalia, Sudan) e la questione della violazione dei diritti umani nei territori arabi occupati, compresa la Palestina,
– tutti i paesi per i quali l’Unione europea a ribadito la propria grave preoccupazione per quanto riguarda la situazione dei diritti umani nei forum internazionali di cui alla relazione annuale dell’Unione europea sui diritti umani approvata dal Consiglio, che non hanno un mandato nazionale in seno all’UNCHR. Tali paesi sono: Zimbabwe, Colombia, Cina, India, Indonesia, Pakistan, Nepal e Vietnam; Federazione russa (Cecenia), Turkmenistan, Uzbekistan e Algeria, Libia, Iran, Mauritania, Tunisia e Arabia Saudita,
– tutti i paesi per i quali il Parlamento europeo ha ribadito la propria viva preoccupazione per quanto riguarda la situazione dei diritti umani (Repubblica centroafricana, Costa d’Avorio, Camerun, Eritrea e Togo),
– la Cina, condannando con forza in particolare il ricorso abusivo alla detenzione arbitraria, la repressione in Tibet, nello Xinjiang, nei confronti del movimento Falun Gong e di qualsiasi forma di opposizione politica e chiedendo la liberazione immediata e senza condizioni di tutti i prigionieri di opinione e di coscienza, il rispetto della libertà di pensiero, di coscienza e di religione, nonché dei diritti delle donne e dei lavoratori; chiedendo la rapida ratifica del patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (PIDCP) e il rispetto dei diritti dei lavoratori; condannando la proposta di abolizione dell’embargo UE sulla vendita delle armi; condannando il ricorso abusivo ed eccessivo alla pena di morte e chiedendo l’adozione di una moratoria sulle esecuzioni nonché la ratifica del secondo protocollo al PIDCP quanto prima possibile; chiedendo il proseguimento del dialogo sino-tibetano tra gli emissari di Sua Santità il Dalai Lama e del governo cinese per realizzare una vera autonomia del Tibet all’interno dei confini cinesi,
– l’Iran, condannando il grave aumento delle violazioni dei diritti umani, in particolare il moltiplicarsi delle denunce di esecuzioni, comprese quelle di delinquenti minorenni, di amputazioni e fustigazioni pubbliche, della repressione generalizzata della stampa e dei media, e del numero crescente di arresti, specie di donne e giovani, accusati di reati minori non ben definiti; chiedendo una moratoria di tutte le esecuzioni, nell’attesa che le autorità iraniane adottino la normativa promessa volta a proibire l’uso della pena capitale per reati commessi da giovani di età inferiore ai 18 anni; invitando l’UNCHR a rinominare un rappresentante speciale incaricato di monitorare la situazione dei diritti umani in Iran e invitando il governo iraniano a garantire il libero accesso di coloro che sono incaricati di monitorare i diritti umani nel paese;
– l’Iraq, condannando le violazioni dei diritti dell’uomo e del diritto umanitario e in particolare le esecuzioni di civili, la presa di ostaggi e la loro barbara uccisione da parte di gruppi terroristici, i sistematici attacchi contro gruppi minoritari come gli assiri ed altri; l’ostruzione all’accesso a cure mediche, gli atti di tortura nei confronti della popolazione civile; condannando il ripristino della pena capitale da parte del governo provvisorio iracheno; chiedendo che i presunti casi di violazioni dei diritti umani e di crimini di guerra commessi durante gli ultimi tre decenni siano quanto prima oggetto di indagini da parte delle autorità irachene e che i responsabili siano puniti; insistendo sul diritto di tutti i detenuti ad un equo trattamento giuridico conformemente al diritto internazionale, ribadendo la sua condanna del ricorso alla tortura e ad altri trattamenti crudeli, disumani o degradanti nei confronti dei prigionieri; chiedendo indagini approfondite, imparziali, pubbliche e trasparenti sulle accuse di tortura e maltrattamento; chiedendo sanzioni adeguate attraverso i canali adeguati, compiacendosi dello svolgimento delle elezioni irachene e insistendo che i diritti umani e la democrazia costituiscono i principali valori su cui dovrà basarsi la futura costituzione del paese;
– la Cecenia, condannando in primo luogo il terribile massacro di Beslan, nonché l’aumento dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità nei confronti della popolazione civile da parte delle autorità russe, in particolare i sequestri e le scomparse forzate e le operazioni mirate che assumono un carattere sistematico e punitivo; condannando la situazione delle donne che sono particolarmente oggetto di tali operazioni punitive; deplorando il perdurare dell’impunità per gli autori di tali reati; condannando le minacce e gli ostacoli sistematici posti dall’esercito russo ai difensori dei diritti umani nell’esercizio delle loro attività, gli ostacoli e le minacce alla libertà di stampa, le minacce proferite nei confronti delle persone che hanno sporto denuncia dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo; chiedendo l’avvio immediato dei negoziati politici tra le parti in conflitto al fine di trovare una soluzione pacifica;
– il Turkmenistan, condannando la violenta repressione di qualsiasi forma di libertà di stampa e convinzione politica;
– lo Zimbabwe, condannando il regime di Mugabe per la sua implacabile e brutale oppressione di un popolo impoverito ed affamato, per il suo sistematico sovvertimento della libertà giudiziaria, di stampa ed individuale, nonché per la sua distruzione di un’economia una volta florida; invita le autorità competenti dello Zimbabwe e dei suoi paesi vicini ad utilizzare il proprio potere e la propria influenza per garantire che le prossime elezioni (31 marzo 2005) si svolgano in conformità dei principi e delle norme internazionali e alla presenza di una congrua missione internazionale di sorveglianza; invita il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad intervenire in modo deciso nella crisi del paese qualora il regime non dovesse osservare i principi di democrazia, lo Stato di diritto ed il rispetto per i diritti umani nel corso dell’imminente periodo elettorale;
– l’Uzbekistan, condannando il fatto che gruppi religiosi siano dichiarati fuorilegge e partiti politici siano seriamente ostacolati nelle loro attività;
– l’Afghanistan, riconoscendo la necessità di sostenere il nuovo governo eletto; condannando le violazioni dei diritti umani, la presa di ostaggi, il loro maltrattamento e la loro esecuzione; chiedendo che siano svolte indagini sulle presunte violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra commessi negli ultimi dieci anni e che i responsabili siano portati davanti alla giustizia,
– il Sudan, invitando tutte le parti coinvolte nel conflitto di Darfur a cessare immediatamente ogni violenza e aggressione, astenersi dal reinsediamento forzato di civili, cooperare con gli strumenti internazionali di assistenza umanitaria e di monitoraggio, garantire che i loro membri rispettino il diritto internazionale in materia umanitaria, agevolare la sicurezza del personale umanitario e cooperare pienamente con la commissione delle Nazioni Unite per le indagini riguardanti le violazioni della normativa umanitaria internazionale e dei diritti umani, consentendole altresì di confermare se si siano verificati genocidi e di identificare i colpevoli di tali violazioni; esortando il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a prendere seriamente in considerazione l’adozione di un embargo globale sulle armi nei confronti del Sudan nonché altre sanzioni mirate nei confronti dei responsabili di violazioni su vasta scala dei diritti umani e di altre atrocità, in considerazione delle recenti violazioni del coprifuoco e degli impegni nel processo di pace, garantendo che tali eventuali sanzioni non aggravino la sofferenza della popolazione sudanese; plaudendo alla firma il 9 gennaio 2005 dell’accordo di pace tra il governo di Khartoum e il Movimento di liberazione del popolo sudanese e aspettando con vivo interesse la sua pronta e completa attuazione;
5. invita il Consiglio ad appoggiare la nomina di un Relatore speciale incaricato di esaminare la situazione dei diritti umani in Nepal;
6. invita l’UE a rilasciare una dichiarazione pubblica che esprima al governo cinese la sua viva preoccupazione circa le ripetute violazioni dei diritti umani;
7. chiede, a seguito del parere consultivo della Corte internazionale di giustizia sulle conseguenze giuridiche della costruzione di un muro nel territorio palestinese occupato e la sua convalida dall’Assemblea generale, l’adozione di una risoluzione che chieda l’applicazione del diritto internazionale in modo da porre fine alle violazioni da parte di Israele dei suoi obblighi internazionali, in particolare la sospensione dei lavori di costruzione del muro su territori che si trovano sul lato cisgiordano della “linea verde” internazionalmente riconosciuta tra Israele e i territori palestinesi, il suo smantellamento e l’abrogazione di tutti gli atti giuridici o regolamentari relativi alla sua costruzione, affinché anche gli Stati terzi rispettino i loro obblighi non prestando alcun sostegno alla costruzione del muro; invita il Consiglio e la Commissione ad intensificare i loro sforzi alla ricerca di una soluzione giusta e duratura al conflitto del Medio Oriente mediante il negoziato di un accordo di pace sicuro e definitivo, come lo prevede la Road Map per la pace, senza precondizioni, sulla base dell’esistenza di due stati democratici e sovrani – Israele e Palestina – che vivano l’uno accanto all’altro in pace all’interno di frontiere sicure e riconosciute; riafferma il proprio impegno nei confronti della creazione di uno Stato palestinese effettivo e sovrano nel 2005;
Questioni tematiche
8. invita la Presidenza a patrocinare o co-patrocinare risoluzioni su:
– diritti civili e politici: la protezione dei diritti umani nella lotta contro il terrorismo, il razzismo; la questione della violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in qualsiasi parte del mondo; le questioni della tortura e dei trattamenti o delle punizioni disumani o degradanti, la libertà di espressione, l’indipendenza della magistratura, l’impunità e l’intolleranza religiosa; i diritti dei bambini, con un particolare accento sulla piena attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo e in particolare il drammatico problema dei bambini coinvolti in conflitti armati e della violenza contro i bambini; i diritti delle donne e delle ragazze; la necessità di tutela contro il ricorso allo stupro come “strumento di guerra” nelle situazioni di conflitto; il diritto alla salute riproduttiva; i lavoratori migranti, le minoranze e gli sfollati; le popolazioni indigene; le scomparse e le esecuzioni sommarie; i sostenitori dei diritti umani, la libertà di stampa e la tutela dei giornalisti; la protezione degli sfollati interni; le moderne forme di schiavitù (soprattutto nel campo del lavoro infantile, la tratta di esseri umani e il traffico di organi umani); e le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere; e le responsabilità delle multinazionali e delle imprese ad esse connesse in materia di diritti umani;
– diritti economici, sociali e culturali: il diritto allo sviluppo; il diritto al cibo; la povertà estrema, il protocollo aggiuntivo al Patto sui diritti economici, sociali e culturali, le imprese e i diritti umani e disabilità, razza, età e religione;
9. chiede all’Unione europea di continuare a sostenere il gruppo di lavoro sul diritto allo sviluppo nei suoi sforzi tesi a sviluppare una chiara metodologia per l’attuazione del diritto allo sviluppo;
10. invita la Presidenza e il Consiglio a sostenere pienamente il mandato del Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tratta di esseri umani, in particolare donne e bambini, istituito dalla Commissione per i diritti dell’uomo nel 2004;
11. ricorda, conformemente alla dichiarazione delle Nazioni Unite del 1986 che riconosce il diritto allo sviluppo sostenibile quale diritto umano inalienabile, l’impegno dell’Unione europea a promuovere un ordine economico internazionale basato sull’eguaglianza, la sovranità, l’interdipendenza e l’interesse reciproco; invita l’Unione europea a concentrarsi sulla necessità di sviluppo nel corso dei prossimi negoziati dell’OMC previsti per dicembre 2005 ad Hong Kong;
12. esorta l’Unione europea e suoi Stati membri a prendere tutte le misure necessarie per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio, in particolare la necessità di eliminare la povertà, la fame nel mondo, l’ineguaglianza di genere, il degrado ambientale e la mancanza di istruzione, di sanità e di acqua potabile;
13. reitera la sua richiesta alla Presidenza di continuare i suoi sforzi a favore dell’iniziativa brasiliana sulla discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, raccogliendo il sostegno di altri paesi in vista di una risoluzione su tale problematica;
14. chiede al Consiglio, agli Stati membri e alla Commissione di rafforzare le attività dell’UNCHR e quelle della sottocommissione delle Nazioni Unite sulla promozione e la protezione dei diritti umani dedicate alle questioni delle popolazioni indigene, in particolare quelle del gruppo di lavoro per le popolazioni indigene;
15. invita la Presidenza, il Consiglio e gli Stati membri a prestare il loro appoggio inequivocabile alla proposta di risoluzione della sottocommissione sulla promozione e la protezione dei diritti dell’uomo (risoluzione della sottocommissione 2004/17), presentata alla 61a sessione della Commissione per i diritti dell’uomo, che propone uno studio sulle discriminazioni basata sull’occupazione e l’ascendenza nonché lo sviluppo di un progetto di insieme di principi e orientamenti per l’eliminazione delle discriminazioni basate sulle caste al fine di rispondere in modo organico a un problema di grande portata e sistematico nel campo dei diritti umani che interessa circa 260 milioni di persone nel mondo;
16. accoglie con favore l’attività del gruppo di lavoro aperto intersessioni dell’UNCHR, incaricato di preparare un progetto di un atto normativo vincolante per proteggere ogni essere umano dalla sparizione forzata, ed esprime sostegno alla redazione di una bozza di convenzione sulla protezione e l’assistenza alle vittime di attentati terroristici; invita l’UNCHR ad approvare in via prioritaria una bozza di convenzione sulla tutela di ogni essere umano dalla sparizione forzata, ed esorta il Consiglio e tutti i governi degli Stati membri a dare il proprio sostegno a entrambi i gruppi di lavoro ai fini di una tempestiva adozione della convenzione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite;
17. chiede al Consiglio e alla Commissione di prestare la dovuta attenzione alla questione dell’impunità per i casi di violazioni dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario e per i crimini di guerra;
18. invita il Relatore speciale sulla libertà di espressione ad esaminare in modo specifico la questione dei giornalisti presenti nelle zone di conflitto nonché i pericoli e le minacce che essi devono fronteggiare; invita, a tale proposito, la Commissione per i diritti dell’uomo a incaricare la sua sottocommissione di studiare attentamente questo problema ed elaborare norme od orientamenti nuovi atti a garantire ai giornalisti che lavorano nelle zone di conflitto il pieno rispetto dei loro diritti e delle loro libertà fondamentali;
19. rammenta che nel 2005 ricorre il decimo anniversario della Conferenza di Pechino sulle donne, che dovrebbe costituire un’occasione importante per far progredire i diritti umani delle donne in tutto il mondo;
20. chiede all’Unione europea di sostenere la piena integrazione di una prospettiva di genere in tutto il sistema delle Nazioni Unite;
21. si compiace del fatto che, su iniziativa dell’Unione europea, l’UNCHR adotta dal 1997 una risoluzione che invita a rinunciare alla pena di morte e a limitarne il più possibile l’applicazione; chiede che durante la 61a sessione dell’UNCHR ci si adoperi per rinnovare tale risoluzione;
22. invita gli Stati membri a ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite sui lavoratori migranti e a sostenerne la ratifica universale; chiede, a tale proposito, all’UE di sostenere risolutamente il rinnovo del mandato del Relatore speciale sui diritti umani dei migranti;
23. chiede alla Commissione, al Consiglio, alla Presidenza e agli Stati membri di adoperarsi al massimo per far adottare dalla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite una risoluzione che istituisca una moratoria mondiale sulle esecuzioni capitali come primo passo verso l’abolizione universale della pena di morte;
24. esprime tuttavia i suoi timori circa i rischi di un rallentamento o addirittura un’inversione della tendenza all’abolizione e chiede a tutti gli Stati che mantengono la pena di morte di agire conformemente alla risoluzione 2004/L94 adottata dalla 60a sessione dell’UNCHR;
25. invita l’UE a far sì che la risoluzione quadro sulla tortura riaffermi con enfasi che nessuno Stato può espellere, rimpatriare ed estradare una persona verso un altro Stato nel quale esistono fondati motivi di credere che tale persona corra il rischio di essere sottoposto a tortura o ad altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti;
26. invita la Presidenza a patrocinare una risoluzione che chieda agli Stati Uniti di chiarire immediatamente la situazione dei prigionieri detenuti a Guantanamo e in altri luoghi nel rispetto delle norme internazionali sui diritti umani e del diritto umanitario e rammenta le proprie posizioni riguardo alla situazione drammatica dei prigionieri di Guantanamo, ribadita in numerose risoluzioni;
27. ribadisce che, attraverso la sua politica commerciale e di sviluppo, l’Unione europea svolge un ruolo importante nell’erodere il supporto della base alle reti e ai movimenti terroristici, ponendo l’accento sulla riduzione della povertà, la riforma agraria, il buon governo e la lotta contro la corruzione;
28. invita l’UE a sostenere l’istituzione, nell’ambito delle Nazioni Unite, di uno speciale meccanismo di controllo in materia di diritti umani e lotta al terrorismo al fine di esaminare gli effetti delle misure, delle leggi e delle prassi antiterrorismo ed esprimere raccomandazioni agli Stati circa il rispetto dei diritti umani nell’ambito della lotta al terrorismo;
29. invita la Presidenza ad adoperarsi per progredire verso l’elaborazione di un “Trattato internazionale in materia di esportazione di armi” che tenga conto della risoluzione del Parlamento, del 17 novembre 2004, sulla quinta relazione annuale del Consiglio ai sensi della misura operativa n. 8 del codice di condotta dell’Unione europea per le esportazioni di armi;
30. continua a sostenere pienamente il processo verso una nuova Convenzione internazionale sui diritti umani delle persone con disabilità; incoraggia il Consiglio europeo e la Commissione ad assumere un ruolo guida al fine di giungere, alla prima occasione, ad una Convenzione globale, che garantisca il godimento paritario e reale di tutti i diritti umani da parte delle persone con disabilità in tutto il mondo; invita la Presidenza dell’Unione europea a tener conto della risoluzione adottata dal Parlamento europeo, del 3 settembre 2003, sulla convenzione delle Nazioni Unite al momento di rappresentare l’Unione europea nei negoziati presso la commissione ad hoc delle Nazioni Unite incaricata di elaborare detta Convenzione; rammenta al Consiglio europeo e alla Commissione di continuare ad intensificare il dialogo con le organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità;
Funzionamento efficiente degli strumenti e dei meccanismi per i diritti umani;
31. chiede al Consiglio e alla Commissione di adoperarsi per la ratifica universale di tutti gli strumenti per i diritti umani;
32. plaude al lavoro svolto dall’Unione europea a favore della ratifica universale dello Statuto di Roma sul Tribunale penale internazionale e invita l’Unione a continuare il suo lavoro; chiede in particolare agli Stati Uniti di ratificare detto Statuto rinunciando a negoziare uno statuto privilegiato per il proprio personale militare al quale sarebbe garantita una specie di “immunità internazionale”;
33. invita la Commissione a prevedere sufficienti risorse di bilancio per garantire la promozione e il seguito del processo di Sana’a;
34. invita la Presidenza e gli Stati membri a chiedere che, come requisito essenziale per lo status di membro dell’UNCHR, i governi abbiano ratificato i trattati fondamentali in materia di diritti umani, osservato i loro obblighi di notifica, rivolto inviti aperti agli esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani e si sforzino di attuarne le raccomandazioni;
35. invita con insistenza il Consiglio e gli Stati membri a far sì che tutte le raccomandazioni contenute nelle relazioni degli esperti volte a migliorare la promozione dei diritti umani in seno alla Commissione per i diritti dell’uomo nonché a tutelare tale Commissione siano tenute presenti e costituiscano l’oggetto di un seguito nell’ambito del processo di riforma;
36. chiede, in particolare, ai nuovi membri e alla Presidenza dell’UNCHR di utilizzare il loro mandato in seno all’UNCHR per dar prova del loro impegno a favore dei diritti umani adottando misure concrete per migliorare il rispetto dei diritti umani nei loro paesi;
37. chiede al Consiglio e alla Commissione di sostenere le Nazioni Unite nei loro sforzi tesi ad inviare relatori speciali per i diritti umani, conformemente al loro mandato, nei paesi in cui avvengono violazioni dei diritti umani, in particolare i paesi che hanno stretti legami con l’Unione europea;
38. invita la Presidenza e gli Stati membri a patrocinare o co-patrocinare una risoluzione volta a rafforzare le procedure speciali dell’UNCHR, anche mediante lo stanziamento di risorse adeguate volte a favorirne l’efficace funzionamento;
39. deplora lo svilimento di taluni dibattiti in seno all’UNCHR che si polarizzano attorno al sostegno ai paesi accusati di violazioni dei diritti umani e invita la Presidenza e gli Stati membri a moltiplicare le dichiarazioni comuni o singole nonché le interrogazioni e dichiarazioni a seguito delle relazioni delle procedure speciali;
40. invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a vigilare attentamente sulle procedure e le decisioni adottate dalla commissione per le ONG delle Nazioni Unite, al fine di prevenire ed evitare qualsiasi violazione del diritto fondamentale di espressione delle ONG all’interno dell’UNCHR;
41. invita la Presidenza del Consiglio a patrocinare o co-patrocinare una risoluzione relativa alla creazione di un sistema efficace di monitoraggio e valutazione dell’applicazione da parte dei governi delle raccomandazioni dell’UNCHR e delle procedure speciali, al fine di instaurare una maggiore responsabilità democratica da parte degli Stati;
42. “incoraggia la UE a rispondere all’appello dell’Alto Commissario per i diritti dell’uomo, nel suo appello annuale 2005, per assicurare le risorse sufficienti per le attività del suo ufficio concernenti i lavori della Commissione per i diritti dell’uomo e della sua sottocommissione e per sostenere gli organismi creati dai trattati e le procedure speciali;”
Preparazione e seguito della 61asessione dell’UNCHR
43. riafferma la necessità di un approccio coordinato, concertato e ben preparato da parte dell’Unione europea prima, durante e dopo la 61a sessione dell’UNCHR in modo da garantire un contributo efficiente ed efficace ai suoi lavori;
44. chiede alla sua Conferenza dei presidenti di istituire una delegazione ad hoc di deputati del Parlamento europeo incaricata di partecipare alla 61a sessione dell’UNCHR;
45. chiede al Consiglio e alla Commissione di riferire pienamente al Parlamento riunito in seduta plenaria in merito al risultato dell’UNCHR entro maggio 2005; rileva che tale relazione dovrebbe esporre dettagliatamente non soltanto le questioni sulle quali l’Unione europea e i suoi Stati membri hanno patrocinato o co-patrocinato risoluzioni e la serie di iniziative promosse dall’Unione europea durante la sessione dell’UNCHR, ma anche quando e perché non si è proceduto ad un patrocinio del genere;
46. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e i parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Consiglio d’Europa e ai governi dei paesi citati nella presente risoluzione.
Autore:
Parlamento europeo
Parole chiave:
Sviluppo, Pace, Razzismo, Persecuzioni, Diritti umani, Libertà fondamentali, Terrorismo, Rifugiati, Società multiculturale, Cooperazione internazionale, Pena di morte, Sicurezza internazionale, Crimini di guerra
Natura:
Risoluzione