Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Documenti • 13 Aprile 2006

Risoluzione 16 febbraio 2006

Parlamento europeo. Risoluzione 16 febbraio 2006: “Diritto alla libertà di espressione e rispetto delle convinzioni religiose”.

Il Parlamento europeo,

– visti gli articoli 9 e 10 della Convenzione europea sulla salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e gli articoli 10 e 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea nonché gli articoli 6 e 11 del trattato sull’Unione europea,

– visto l’articolo 22 della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche,

– viste le reazioni dell’Alto rappresentante per la PESC Javier Solana, del Presidente del Parlamento europeo, on. Borrell, e della Presidenza austriaca del Consiglio, nonché la dichiarazione comune dei Segretari generali delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione della Conferenza islamica,

– visto l’articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,

A. considerando che la libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione è sancita negli articoli 9 e 10 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo,

B. considerando che tali libertà costituiscono una componente fondamentale dello sviluppo delle democrazie europee e della netta separazione tra Stato e religione,

C. considerando che in varie parti del mondo violente proteste sono dirette contro singoli Stati membri e il cosiddetto mondo occidentale nel suo complesso, e che le proteste sono state scatenate dalla pubblicazione da parte di privati di caricature che non costituivano comunicazioni emananti da parte di nessuno Stato;

D. considerando che tutto ciò ha suscitato proteste, boicottaggi commerciali e dei consumi, nonché violente agitazioni in tutto il mondo, alcune delle quali orchestrate, in particolare nei paesi islamici,

E. considerando che la stragrande maggioranza delle popolazioni dell’UE, nonché dei paesi interessati da questi spiacevoli eventi, desidera il dialogo e relazioni pacifiche basate su mutuo rispetto e comprensione e che soltanto gruppi opposti a tale dialogo traggono vantaggio dai recenti sviluppi,

F. considerando che le caricature che hanno generato le proteste non favoriscono il dialogo che l’UE ha avviato al fine di costituire legami interculturali e interreligiosi e che l’Unione europea resta interamente impegnata a sviluppare ulteriormente e a rafforzare i legami con i paesi interessati in uno spirito di cooperazione reciproca e in una visione comune di relazioni rafforzate,

G. considerando che gli organi di stampa liberi e indipendenti sono un requisito essenziale per il pieno rispetto del diritto alla libertà di espressione e rafforzano il principio di democrazia su cui è fondata l’Unione,

1. difende la libertà di espressione in quanto valore fondamentale dell’UE; ritiene che la libertà di espressione vada esercitata nei limiti consentiti dalla legge e dovrebbe coesistere con la responsabilità personale e essere basata sul rispetto dei diritti e delle sensibilità altrui; riconosce che per conseguire un equilibrio tra tali aspetti è necessario un dibattito continuo in una democrazia;

2. chiede a tutti coloro che godono della libertà di espressione di impegnarsi a sostenere i valori fondamentali dell’UE – democrazia, pluralismo, tolleranza – e di non abusare di tale libertà incitando all’odio religioso o divulgando dichiarazioni xenofobe e razziste volte a emarginare le persone, qualunque siano la loro origine o convinzioni religiose;

3. ricorda che le libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione sono sancite nella Carta dei diritti fondamentali nonché nella Convenzione europea sui diritti dell’uomo;

4. ritiene che la libertà di espressione dovrebbe sempre essere esercitata nei limiti consentiti dalla legge e dovrebbe coesistere con la responsabilità e con il rispetto dei diritti umani, dei sentimenti e delle convinzioni religiose, indipendentemente dal fatto che riguardino la religione islamica, cristiana, giudaica o qualsiasi altra religione;

5. afferma che la libertà di espressione e l’indipendenza della stampa, in quanto diritti universali, non possono essere pregiudicate da un singolo o da un gruppo che si ritenga offeso da parole o scritti; esprime allo stesso tempo la sua considerazione nei confronti di coloro che si sono sentiti offesi dalle caricature del profeta Maometto, ma sottolinea che nel quadro dell’attuale legislazione europea e nazionale può essere intentata un’azione giudiziaria contro qualsiasi tipo di condotta offensiva;

6. condanna, nel modo più categorico possibile, il fatto che siano state completamente incendiate le ambasciate di alcuni Stati membri, nonché le minacce contro gli individui; deplora il fatto che alcuni governi non siano stati capaci di impedire la violenza e che altri governi abbiano tollerato attacchi violenti; invita i paesi in cui tali incidenti sono avvenuti a mostrare chiaramente e nella pratica che tali incidenti in futuro non verranno accettati; invita tutti gli Stati a rispettare i loro obblighi secondo la Convenzione di Vienna;

7. sottolinea che molti dei paesi in cui le violenze e le manifestazioni contro le caricature hanno avuto luogo sono paesi nei quali la libertà di espressione, la libertà di parola e la libertà di riunione sono regolarmente violate;

8. si compiace delle dichiarazioni e degli sforzi dei leader delle comunità musulmane europee e nel mondo arabo che hanno condannato con fermezza i violenti attacchi perpetrati contro le ambasciate e l’incendio delle bandiere;

9. esprime la sua solidarietà ai giornalisti in Giordania, Egitto e Algeria che hanno avuto il coraggio di ripubblicare e di commentare in modo pertinente le vignette; condanna vigorosamente il loro arresto ed esorta i rispettivi governi ad assolverli da tutte le accuse;

10. sottolinea che un boicottaggio contro uno Stato membro contraddice il fatto che gli accordi commerciali sono sempre stipulati con l’UE nel suo complesso;

11. esprime tutto il suo sostegno e la sua solidarietà alla Danimarca e ai paesi e alle persone interessati confrontati con questa situazione inaudita e difficile; ricorda la clausola di solidarietà di cui all’articolo 11 del trattato sull’Unione europea;

12. sostiene tutte le forze democratiche – i politici, i media e la società civile – che si trovano di fronte a regimi religiosi autoritari o oppressivi e che lottano contro di essi;

13. condanna l’assassinio di padre Santoro da parte di un fanatico religioso in Turchia e anche le morti di tutte le altre vittime della recente violenza;

14. plaude all’iniziativa della Turchia di associarsi alle forze diplomatiche e di agire in qualità di mediatore in tale conflitto;

15. si rammarica profondamente che, a quanto sembra, esistano gruppi estremisti organizzati sia in Europa che nel mondo musulmano che hanno un interesse nell’inasprimento delle tensioni attuali e che usano le caricature come pretesto per incitare alla violenza e alla discriminazione; sottolinea che la maggior parte della popolazione in tutti i paesi interessati ha un’opinione diversa e lotta per la pace, la stabilità e gli scambi economici e culturali;

16. deplora la ripresa, in forma ancor più accentuata, della propaganda antisemitica e anti-israeliana in alcuni paesi arabi e in Iran; sottolinea che in tali paesi sono regolarmente pubblicate caricature degradanti e umilianti degli ebrei, il che dimostra che evidentemente essi non applicano le stesse regole a tutte le comunità religiose;

17. sollecita il ritorno a un clima di dialogo costruttivo e pacifico e chiede l’impegno dei responsabili locali, politici e religiosi per porre fine agli atti di violenza;

18. ritiene che la promozione del dialogo interculturale e interreligioso e l’avanzamento della comprensione e del rispetto reciproco rappresentino una sfida permanente per il mondo globalizzato;

19. ritiene fermamente che lo sviluppo in tale proposito utilizzerà in modo completo il contesto di cooperazione e di dialogo con i paesi partner del Mediterraneo e dell’Asia;

20. rammenta che l’Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) costituisce il forum ideale per cooperare con i partner dell’UE della sponda meridionale del Mediterraneo a favore di una società democratica, pluralista, tollerante e fondata sui valori dei diritti dell’uomo; chiede che la sessione del mese di marzo 2006 dell’APEM si occupi in via prioritaria di tale problema;

21. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Consiglio d’Europa, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, all’Organizzazione della Conferenza islamica e alla Lega araba.