Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Documenti • 29 Settembre 2003

Risoluzione 14 giugno 2001

Parlamento europeo. Risoluzione sulla Malaysia, 14 giugno 2001.

(da “Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee”, C 035 E del 28 febbraio 2002)

Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione in Malaysia;
– visto l’articolo 5 della costituzione federale della Malaysia, che garantisce a tutti i malesi i diritto alla libertà della persona;
A. considerando che la situazione dei diritti umani in Malaysia continua a deteriorarsi rapidamente, in gran parte a causa della determinazione del primo ministro Mahatir di schiacciare i suoi rivali politici, mentre gli attentati dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti hanno aggravato la situazione in Malaysia,
B. considerando che la Legge sulla sicurezza interna ‘Internal Security Act’ che consente la detenzione a tempo indeterminato senza accuse o processo di ogni persona sospettata di agire in modo tale da compromettere la sicurezza nazionale, denunciata da organizzazioni malesi ed internazionali attive nell’ambito dei diritti umani, viene sempre più utilizzata dal governo malese nel nome della lotta al terrorismo,
C. considerando le relazioni elaborate dalla Commissione malese per i diritti umani (SUHAKAM) e altre organizzazioni malesi ed internazionali, secondo le quali, attualmente, ai sensi della Legge sulla sicurezza interna, sono detenute quaranta persone, di cui almeno otto per avere espresso pacificamente le proprie convinzioni politiche o religiose,
D. considerando che sei prigionieri politici (Tian Chua, Mohd Ezam Mhd Noor, Shaari Sungip, Hishamuddin Rais, Badrulamin Bahrom e Lokman Adam), attualmente detenuti ai sensi della Legge sulla sicurezza interna nel campo di detenzione di Kamunting per aver esercitato il loro diritto legittimo all’organizzazione politica e al dissenso, hanno iniziato tra il 10 e il 21 aprile 2002 uno sciopero della fame per chiedere di essere immediatamente rilasciati o di essere condotti dinanzi a un tribunale, iniziativa che è stata ampiamente ignorata dal governo,
E. considerando che la Corte suprema malese a Shah Alam, nel rilasciare il 30 maggio 2001 sulla base del principio dell’habeas corpus due persone detenute ai sensi della Legge sulla sicurezza interna, ha fatto appello al parlamento malese affinché proceda ad una revisione integrale di tale legge,
F. considerando che l’articolo 5 della costituzione federale della Malaysia garantisce a tutti i malesi il diritto alla libertà della persona;
G. considerando che la SUHAKAM ha identificato varie leggi che prevedono la detenzione senza processo e che necessitano di revisione e riesame, prime fra tutte la Legge sulla sicurezza interna, l’Ordinanza di emergenza del 1969 sull’ordine pubblico e la prevenzione del crimine (Public Order and Prevention of Crime), e la Legge sulle droghe pericolose del 1985,
H. considerando che la garanzia di non essere in alcun modo posti in detenzione senza processo equo e pubblico costituisce un diritto umano basilare e fondamentale,

1. chiede al governo malese di rispettare gli obblighi internazionali in materia di diritti umani, di garantire ai suoi cittadini i diritti alla libertà di assemblea, espressione ed associazione, di abolire la Legge sulla sicurezza interna e altre leggi che consentono la detenzione senza processo, nonché di applicare la raccomandazione della Commissione SUHAKAM ratificando il Patto internazionale sui diritti civili e politici, il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali e la Convenzione contro la tortura;
2. deplora che la richiesta del Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite sui Difensori dei diritti umani non abbia ricevuto alcuna risposta né reazione da parte del governo malese e invita il governo malese ad ottemperare agli obblighi che gli derivano dall’essere membro della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo consentendo che venga effettuata la visita richiesta;
3. chiede che vengano rilasciati immediatamente ed incondizionatamente tutti i prigionieri di coscienza summenzionati e tutte le altre persone attualmente detenute ai sensi della Legge sulla sicurezza interna o che altrimenti vengano accusati e venga loro garantito un processo equo in tempi brevi;
4. invita l’Unione europea e i suoi Stati membri ad esercitare pressioni sul governo malese affinché rispetti i diritti umani e chiede al Consiglio e alla Commissione di sollevare tali questioni in occasione dei prossimi incontri Asia-Europa e UE-ASEAN;
5. sollecita la Commissione e il Consiglio a subordinare un ulteriore sviluppo della cooperazione politica tra l’Unione europea e la Malaysia alla volontà di quest’ultima di prestare urgentemente attenzione al rispetto dei diritti umani fondamentali sul suo territorio;
6. chiede alla Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani di inviare una missione d’inchiesta in Malaysia per constatare le condizioni dei prigionieri politici e del campo di detenzione nonché le violazioni dei diritti fondamentali dei detenuti;
7. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione nonché al Parlamento e al Governo della Malaysia.