Risoluzione 08 settembre 2005
Parlamento europeo. Risoluzione 8 settembre 2005: “Violazioni dei diritti umani in Cina, in particolare in materia di libertà di religione”.
Il Parlamento europeo ,
– visto il trattato sull’Unione europea e le sue disposizioni in materia di diritti umani,
– viste le sue precedenti risoluzioni sulle violazioni dei diritti umani, dei diritti delle minoranze e della libertà religiosa in Cina,
– vista la lunga tradizione filosofica e religiosa della Cina,
– vista la sua risoluzione del 28 aprile 2005 sulla relazione annuale sui diritti dell’uomo nel mondo 2004 e la politica dell’UE in tal settore,
– vista la sua risoluzione del 24 febbraio 2005 sulle priorità e le raccomandazioni dell’UE in vista della 61a sessione della Commissione ONU per i diritti dell’uomo a Ginevra (14 marzo – 22 aprile 2005),
– viste la relazione e le raccomandazioni del seminario del 20-21 giugno 2005 sul dialogo in materia di diritti umani UE-Cina,
– vista la dichiarazione comune del Vertice UE-Cina del 5 settembre 2005,
– visto l’articolo 115, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. ben consapevole del fatto che la persecuzione religiosa in Cina è un problema di carattere generale e che colpisce molte chiese e comunità religiose, in particolare i cristiani, i buddisti tibetani e i musulmani, tra gli altri,
B. considerando che il rispetto dei diritti umani rappresenta una priorità centrale delle politiche dell’UE nonché uno dei principi fondamentali dell’Unione,
C. considerando che la promozione dei diritti umani qual è stabilita nei trattati, è un obiettivo della Politica estera e della sicurezza comune,
D. considerando che il Vertice UE-Cina del 5 settembre 2005 ha contrassegnato il 30° anniversario dei legami diplomatici UE-Cina con l’accordo su di un nuovo dialogo strategico; considerando che la questione dei diritti umani rappresenta una delle questioni chiave che si è convenuto di trattare;
E. considerando che il dialogo UE-Cina in materia di diritti umani fa delle libertà di religione o di credo una questione prioritaria,
F. considerando che, malgrado il fatto che l’Articolo 36 della Costituzione della Repubblica popolare cinese preveda la libertà di credenza religiosa, le autorità, di fatto, cercano di limitare le pratiche religiose ad organizzazioni approvate dal governo e a luoghi di culto registrati, e di controllare lo sviluppo e la portata delle attività dei gruppi religiosi,
G. considerando che le nuove regolamentazioni in materia di religione della Cina, entrate in vigore il 1° marzo 2005, hanno rafforzato i controlli del governo sulle attività religiose,
H. considerando che tra le chiese cristiane, la Chiesa cattolica ha sofferto nella Repubblica popolare cinese un lungo periodo di persecuzione ed è ancora costretta in parte ad agire nella clandestinità in conseguenza di tali pratiche,
I. considerando che le autorità cinesi hanno intensificato i controlli sulle chiese protestanti non registrate e le interferenze nelle procedure di nomina dei vescovi,
J. considerando che molti ecclesiastici cristiani hanno patito una brutale repressione essendo stato loro impedito non soltanto di praticare pubblicamente il culto ma anche di portare avanti il loro ministero; profondamente preoccupato per l’aumento di arresti arbitrari, torture, sparizioni inspiegabili, lavori forzati, isolamento e campi di rieducazione, di cui sono vittime il clero e i laici cristiani,
1. invita il governo cinese a porre fine alla repressione religiosa e ad assicurare il rispetto delle norme internazionali in materia di diritti umani nonché dei diritti religiosi, garantendo la democrazia, la libertà di espressione, la libertà di associazione, la libertà dei mezzi d’informazione e la libertà politica e religiosa in Cina;
2. sollecita il governo cinese ad abolire la differenza tra comunità di culto approvate e comunità di culto non approvate, come propone il relatore speciale ONU sulla libertà di religione o di credo sin dal 1994;
3. chiede alla Commissione e al Consiglio di chiarire alle autorità cinesi che un partenariato autentico può svilupparsi solo quando sono pienamente rispettati e tradotti in pratica valori condivisi;
4. sollecita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a sollevare specificamente la questione della persecuzione dei cristiani cinesi e di ottenere dal governo cinese:
a) informazioni sulla situazione dei vescovi cattolici Mons. James Su Zhimin (diocesi di Baoding, Hebei), 72; Mons. Francis An Shuxin (vescovo ausiliario della diocesi di Baoding, Hebei), 54; Mons. Han Dingxian (diocesi di Yongnian/Handan, Hebei), 66; Mons. Cosma Shi Enxiang (diocesi di Yixian, Hebei), 83; Mons. Philip Zhao Zhendong, (diocesi di Xuanhua, Hebei), 84; Padre Paul Huo Junlong, amministratore della diocesi di Baoding, 50; Mons. Shi Enxiang (diocesi di Yixian, Hebei),83; nonché notizie su ecclesiastici scomparsi e arrestati, in particolare Zhang Zhenquan e Ma Wuyong (diocesi di Baoding, Hebei); Padre Li Wenfeng, Padre Liu Heng, e Padre Dou Shengxia (diocesi di Shijiazhuang, Hebei); Padre Chi Huitian (diocesi di Baoding, Hebei); Padre Kang Fuliang, Chen Guozhen, Pang Guangzhao, Yin Ruose, e Li Shujun (diocesi di Baoding, Hebei); Padre Lu Xiaozhou (diocesi di Wenzhou, Zhejiang); Padre Lin Daoming (diocesi di Fuzhou, Fujian); Padre Zheng Ruipin (diocesi di Fuzhou, Fujian); Padre Pang Yongxing, Padre Ma Shunbao, e Padre Wang Limao (diocesi di Baoding, Hebei); Padre Li Jianbo (diocesi di Baoding, Hebei) e Padre Liu Deli; chiede inoltre che sia sollecitato il rilascio incondizionato di tutti i cattolici cinesi arrestati per le loro idee religiose e la cessazione immediata di ogni sorta di violenza nei loro confronti;
b) informazioni sulla situazione del pastore Zhang Rongliang (53), uno dei fondatori della Cina per la Chiesa di Cristo, un gruppo formato da più di dieci milioni di cristiani, che è stato arrestato il 1° dicembre 2004 e che è ancora in carcere senza aver subito alcun processo; chiede inoltre che sia sollecitato il rilascio incondizionato del pastore e di tutti gli altri cristiani cinesi arrestati per le loro idee religiose nonché la cessazione immediata di ogni sorta di violenza nei loro confronti;
5. esorta il governo cinese ad applicare l’articolo 36 della Costituzione della Repubblica popolare cinese ed ha ratificare e rendere esecutiva la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali;
6. prende atto che il governo cinese ha finalmente accettato la richiesta avanzata dal relatore speciale ONU sulla libertà di religione o di credo e dal relatore speciale sulla tortura di potersi recare in Cina entro la fine dell’anno; invita il governo cinese a fissare una data vicina per tale visita; chiede alle autorità cinesi di consentire al relatore speciale ONU sulla libertà di religione o di credo l’acceso al Panchen Lama designato dal Dalai Lama;
7. si compiace dell’esistenza di un dialogo strutturato UE-Cina in materia di diritti umani; si dice tuttavia deluso per la mancanza di risultati sostanziali per quanto riguarda tale dialogo; invita il Consiglio e la Commissione a sollevare tali questioni preoccupanti nel corso della prossima sessione UE-Cina in materia di diritti umani, nel quadro di una valutazione approfondita della sua efficacia;
8. incarica il suo presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi candidati, ai paesi membri della Commissione ONU per i diritti umani nonché al governo della Repubblica popolare cinese.
Autore:
Parlamento europeo
Dossier:
Libertà religiosa
Parole chiave:
Religione, Diritti civili, Culto, Minoranze, Libertà di coscienza, Persecuzioni, Diritti umani, Libertà fondamentali, Diritto di associazione, Violenze
Natura:
Risoluzione