Parlamento europeo. Risoluzione 7 febbraio 2013: "XXII sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani".
Il Parlamento europeo,
– visti la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nonché le convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti umani e i relativi protocolli opzionali,
– vista la risoluzione 60/251 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che istituisce il Consiglio per i diritti umani (UNHRC),
– viste la dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite dell'8 settembre 2000 e le risoluzioni dell'Assemblea generale dell'ONU in materia,
– viste la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Carta sociale europea e la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,
– visti il quadro strategico dell'UE in materia di diritti umani e di democrazia nonché il piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia, adottati in occasione della 3179a riunione del Consiglio «Affari esteri» del 25 giugno 2012,
– vista la sua raccomandazione del 13 giugno 2012, destinata al Consiglio, sul rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani(1) ,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, comprese le priorità del Parlamento in tale contesto; vista in particolare la sua risoluzione del 16 febbraio 2012 sulla posizione del Parlamento europeo sulla 19a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani(2) ,
– viste la relazione della delegazione della sottocommissione per i diritti dell'uomo sulla sua partecipazione alla 19a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, e la relazione della delegazione congiunta della commissione per gli affari esteri, della sottocommissione per i diritti dell'uomo e della sottocommissione per la sicurezza e la difesa, che hanno preso parte alla 67a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite,
– viste le sue risoluzioni d'urgenza su questioni concernenti i diritti umani,
– vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2012 sulla revisione della strategia dell'UE in materia di diritti umani(3) ,
– vista la sua risoluzione del 13 dicembre 2012 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2011 e sulla politica dell'Unione europea in materia(4) ,
– visti l'articolo 2, l'articolo 3, paragrafo 5, e gli articoli 18, 21, 27 e 47 del trattato sull'Unione europea,
– viste le prossime sessioni del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani nel corso del 2013, in particolare la 22a sessione ordinaria che si terrà dal 25 febbraio al 22 marzo 2013,
– visto l'articolo 110, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
A. considerando che il rispetto, la promozione e la salvaguardia dell'universalità dei diritti umani sono parte integrante dell«acquis etico e giuridico dell'Unione europea e costituiscono una delle pietre angolari dell'unità e dell'integrità europee(5) ;
B. considerando che la positiva attuazione della recente revisione della strategia dell'UE in materia di diritti umani dovrebbe rafforzare la credibilità dell'Unione europea in seno al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani grazie a una maggiore coerenza tra le sue politiche interne ed esterne;
C. considerando che l'UE dovrebbe ambire a pronunciarsi apertamente contro le violazioni dei diritti umani in posizioni comuni unite, al fine di ottenere i migliori risultati possibili, e dovrebbe in tale contesto continuare a rafforzare la cooperazione migliorando altresì le modalità organizzative e il coordinamento tra gli Stati membri;
D. considerando che il Consiglio dell'Unione europea ha adottato un quadro strategico in materia di diritti umani e di democrazia nonché un piano d'azione per la relativa attuazione che consentano all'UE possa di perseguire una politica più efficace, visibile e coerente nel campo in questione;
E. considerando che il 25 luglio 2012 è stato nominato un rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, che agisce sotto l'autorità dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il cui ruolo è quello di migliorare l'efficacia e la visibilità della politica dell'UE in materia di diritti umani e di contribuire all'attuazione del quadro strategico e del piano d'azione per i diritti umani e la democrazia;
F. considerando che una delegazione della sottocommissione per i diritti dell'uomo si recherà a Ginevra per la 22a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, come avvenuto per le precedenti sessioni;
1. prende atto del processo in corso finalizzato alla conferma delle priorità dell'UE per la 22a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani; plaude all'attenzione dell'Unione europea per la situazione in Siria, Birmania/Myanmar, Repubblica popolare democratica di Corea e Mali, nonché al suo sostegno per la proroga del mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Iran; approva inoltre l'attenzione dedicata a tematiche quali la libertà di pensiero, di religione e di credo, l'abolizione della pena di morte, i diritti dell'infanzia, le imprese e i diritti umani, la violenza contro le donne e i diritti delle persone LGBTI;
2. si compiace del fatto che l'ordine del giorno della 22a sessione ordinaria comprenda tavole rotonde concernenti l'integrazione dei diritti umani, l'impatto negativo della crisi finanziaria ed economica e della corruzione sul godimento dei diritti umani e la commemorazione del 20° anniversario dell'adozione della dichiarazione di Vienna e del programma d'azione, nonché dibattiti interattivi, tra cui quello sui diritti delle persone con disabilità, e incontri ad ampio raggio su vari temi quali il diritto dei bambini di beneficiare dei più alti standard possibili in materia di salute; invita il servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e gli Stati membri a contribuire attivamente ai citati dibattiti e ad affermare inequivocabilmente che i diritti umani sono universali, indivisibili e interdipendenti;
3. accoglie con favore le relazioni che saranno presentate dai relatori speciali concernenti, tra l'altro, la situazione dei diritti umani in Iran, in Birmania/Myanmar e nei territori palestinesi occupati dal 1967, al pari della relazione scritta che sarà presentata dall'Alto commissario per i diritti umani sulla situazione in tale ambito in Mali, in particolare nella parte settentrionale del paese, sul diritto a un alloggio quale componente del diritto a uno standard di vita adeguato e sul diritto alla non discriminazione in tale contesto, sulla libertà di pensiero, religione o credo nonché sulla promozione e protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella lotta contro il terrorismo;
Attività del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani
4. rileva che nel settembre 2012 sono stati eletti, con assunzione d'incarico il 1° gennaio 2013, 18 nuovi membri del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, ossia Argentina, Brasile, Costa d'Avorio, Estonia, Etiopia, Gabon, Germania, Irlanda, Giappone, Kazakhstan, Kenya, Montenegro, Pakistan, Repubblica di Corea, Sierra Leone, Emirati arabi uniti, Stati Uniti d'America, e Repubblica bolivariana del Venezuela; rileva inoltre che nove Stati membri dell'UE sono adesso membri dell'UNHRC;
5. prende atto dell'elezione di un nuovo presidente per il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, Remigiusz A. Henczel (Polonia), e di quattro vicepresidenti per il 2013, Cheikh Ahmed Ould Zahaf (Mauritania), Iruthisham Adam (Maldive), Luis Gallegos Chiriboga (Ecuador) e Alexandre Fasel (Svizzera);
6. sottolinea che le elezioni al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani devono essere competitive; esprime quindi la propria opposizione all'organizzazione di elezioni senza competizione da parte di gruppi regionali; ribadisce l'importanza, per entrare a far parte del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, di requisiti relativi all'impegno e ai risultati ottenuti nell'ambito dei diritti umani; sottolinea che i membri del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani sono tenuti a mantenere i più elevati standard di promozione e protezione dei diritti umani; ribadisce l'importanza di criteri forti e trasparenti per la reintegrazione dei paesi membri sospesi;
7. reputa deplorevole che le autorità del Kazakhstan, membro neoeletto del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, abbiano finora negato l'autorizzazione alla conduzione di un'inchiesta internazionale indipendente sugli eventi di Zhanaozen, nonostante gli appelli rivolti dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e dal Parlamento;
8. rimane preoccupato per il fenomeno della «politica dei blocchi» e per il relativo effetto sulla credibilità del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani e sull'efficacia del suo operato;
9. accoglie favorevolmente la nomina di Navanethem Pillay, da parte dell'Assemblea generale dell'ONU, per un secondo mandato in qualità di Alto commissario per i diritti umani; ribadisce il proprio deciso sostegno a favore dell'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani nonché dell'indipendenza e dell'integrità dello stesso;
10. elogia l'Alto commissario per i diritti umani per gli sforzi profusi nel processo di rafforzamento degli organismi previsti dai trattati e si compiace della relazione in proposito dello stesso pubblicata il 22 giugno 2012; riafferma il carattere multilaterale degli organismi stessi e pone l'accento sulla necessità di un costante coinvolgimento della società civile nei processi di cui trattasi; sottolinea inoltre che l'indipendenza e l'efficacia degli organismi in questione devono essere mantenute e potenziate; evidenzia la necessità di garantire finanziamenti sufficienti per far fronte al crescente carico di lavoro degli organismi previsti dai trattati; invita l'Unione europea ad assumere un ruolo guida per quanto concerne la garanzia di un efficace funzionamento del sistema dei citati organismi, anche in termini di adeguatezza dei finanziamenti;
Paesi della «Primavera araba»
11. stigmatizza la violenza crescente e indiscriminata mostrata dal regime di Assad contro la popolazione siriana anche attraverso il ricorso all'artiglieria pesante e ai bombardamenti contro aree popolate, alle esecuzioni sommarie e alle sparizioni forzate; condanna in maniera perentoria le persistenti e sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime in quanto potenziali crimini contro l'umanità; esprime grave preoccupazione per il persistente deterioramento della situazione della popolazione civile; condanna altresì le violazioni dei diritti umani ad opera dei gruppi e delle forze dell'opposizione; invita tutti gli attori armati a porre immediatamente fine alle violenze in Siria; rinnova inoltre il suo appello a un immediato abbandono del potere da parte del regime di Assad e all'avvio di un pacifico processo di transizione politica; esorta tutte le parti del conflitto a garantire un accesso transfrontaliero sicuro e incondizionato agli aiuti umanitari inviati dalla comunità internazionale;
12. esprime preoccupazione per le conseguenze della crisi siriana per la sicurezza e la stabilità della regione; invita la Commissione e gli Stati membri a fornire assistenza ai paesi della regione impegnati nel soccorso umanitario ai rifugiati provenienti dalla Siria;
13. apprezza l'attenzione che l'UNHRC continua a dimostrare nei confronti della disastrosa situazione della Siria a livello umanitario e di diritti umani, ad esempio attraverso le risoluzioni sulla situazione nel paese adottate in occasione della 19a , della 20a e della 21a sessione dello stesso UNHRC, nonché mediante la sua sessione speciale sulla Siria tenutasi il 1° giugno 2012; esorta il Servizio europeo per l'azione esterna e gli Stati membri a garantire che nel quadro delle Nazioni Unite, e in particolare dell'UNHRC, si continui ad accordare la massima priorità alla situazione in Siria; ribadisce l'importanza di garantire che i responsabili di violazioni delle norme giuridiche internazionali riguardanti l'ambito umanitario o quello dei diritti umani commesse durante il conflitto rispondano delle loro azioni;
14. esprime pieno sostegno per la commissione d'inchiesta indipendente sulla Siria e per la proroga del relativo mandato da parte dell'UNHRC; sottolinea l'importanza dell'ammissibilità delle prove in formato digitale riguardanti reati, violenze e violazioni dei diritti umani; accoglie con soddisfazione la nomina dei due nuovi membri, Carla del Ponte e Vitit Muntarbhorn, nonché la nomina a relatore speciale sulla Siria di Paolo Pinheiro, che inizierà i suoi lavori al termine del mandato della commissione d'inchiesta; apprezza la relazione della Commissione in cui sono descritte le atrocità commesse in Siria;
15. deplora il fatto che finora non si sia raggiunto un accordo in seno al Consiglio di sicurezza dell'ONU in merito all'adozione di una risoluzione sulla situazione in Siria, e che tale situazione stia in particolare compromettendo la possibilità di esercitare reali pressioni nell'ottica di porre fine alle violenze nel paese; invita i membri del Consiglio di sicurezza dell'ONU a non dimenticare le loro responsabilità nei confronti del popolo siriano; elogia gli sforzi diplomatici profusi dal VP/AR e dagli Stati membri dell'UE per ottenere l'impegno di Cina e Russia in proposito e li invita a proseguire in tal senso; ricorda inoltre a tutti i paesi membri delle Nazioni Unite il principio riguardante la «responsabilità di proteggere» abbracciato dall'Assemblea generale dell'ONU; invita tutti i paesi ad adoperarsi affinché il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deferisca la questione della Siria alla Corte penale internazionale (CPI), e plaude all'iniziativa promossa dalla Svizzera riguardante una lettera congiunta in tal senso a nome di 58 paesi tra i quali 26 Stati membri dell'Unione europea; esorta l'alto rappresentante dell'UE a impegnarsi personalmente nella costituzione di una coalizione internazionale ampia e inclusiva a sostegno di detto deferimento;
16. accoglie favorevolmente la relazione scritta finale della commissione d'inchiesta indipendente sulla Libia, presentata in occasione della 19a sessione dell'UNHRC, in cui sono evidenziate le violazioni dei diritti umani commesse nel paese; esorta l'UNHRC a esprimere preoccupazione per le violazioni tuttora in corso, a continuare a monitorare la situazione e a chiedere all'Alto commissario di riferire in merito alla situazione dei diritti umani in Libia;
17. invita gli Emirati arabi uniti, che oltre a essere un membro neoeletto del Consiglio per i diritti umani rientrano tra i quattordici Stati la cui la situazione in materia di diritti umani è stata oggetto di un riesame periodico universale in occasione della sessione dell'apposito gruppo, a porre fine all'attuale repressione nei confronti di difensori pacifici dei diritti umani e di attivisti politici, nonché a onorare gli impegni assunti in relazione al rispetto dei più elevati standard di promozione e protezione dei diritti umani;
18. esprime preoccupazione per la situazione dei difensori dei diritti umani e degli attivisti dell'opposizione politica in Bahrein; rinnova il proprio appello agli Stati membri dell'UE affinché si adoperino per l'adozione, in occasione della 22ª sessione dell'UNHRC, di una risoluzione sulla situazione dei diritti umani in Bahrein che contempli l'istituzione di un meccanismo internazionale per il controllo dell'attuazione delle raccomandazioni della commissione d'inchiesta indipendente per il Bahrein, ivi incluse quelle riguardanti i difensori dei diritti umani;
19. accoglie positivamente la risoluzione sull'assistenza tecnica e lo sviluppo di capacità per lo Yemen nel campo dei diritti umani, adottata dall'UNHRC nell'ottobre del 2012, nonché l'istituzione di un Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani nel paese; esorta l'UNHRC a continuare a monitorare la situazione nel paese;
20. esprime profonda preoccupazione per la persistente instabilità politica e la recrudescenza delle violenze che attualmente interessa l'Egitto; è del tutto favorevole a una transizione verso una società democratica, fondata sullo Stato di diritto e su un quadro costituzionale, che sia pienamente rispettosa dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in particolare della libertà di espressione, dei diritti della donna e delle minoranze; esorta le autorità egiziane ad avviare un'indagine trasparente sul ricorso alla violenza da parte della polizia e delle forze di sicurezza nei confronti dei manifestanti, nonché a garantire che i responsabili di violazioni dei diritti umani rispondano delle loro azioni; ribadisce l'opposizione dell'UE alla pena di morte e chiede, a tale proposito, una moratoria sull'esecuzione delle pene capitali in Egitto, anche per quanto concerne i 21 imputati recentemente condannati a morte per i tragici eventi verificatisi lo scorso anno nello stadio di Port Said;
21. esprime la propria preoccupazione per l'incessante violazione dei diritti umani nel Sahara occidentale; chiede la tutela dei diritti fondamentali della popolazione del Sahara occidentale, in particolare della libertà di associazione, di espressione e del diritto a manifestare; chiede il rilascio di tutti i prigionieri politici sahraui; si compiace della nomina di un inviato speciale per la regione del Sahel e sottolinea l'esigenza di un monitoraggio internazionale della situazione dei diritti umani nel Sahara occidentale; appoggia una soluzione equa e duratura del conflitto basata sul diritto del popolo sahraui all'autodeterminazione, in conformità delle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite;
Questioni diverse
22. si compiace della decisione dell'UNHRC riguardante la nomina di un relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia e prende atto del sostegno interregionale per la risoluzione che ne definisce il mandato in quanto documento che dimostra come la disastrosa situazione dei diritti umani nel paese sia ormai riconosciuta da paesi di tutto il mondo;
23. accoglie positivamente la proroga dei mandati degli esperti indipendenti su Costa d'Avorio, Haiti e Somalia; esorta le autorità dei citati paesi a cooperare pienamente con i titolari dei mandati;
24. chiede una proroga del mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Iran;
25. invita a prorogare di un anno il mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica popolare democratica di Corea; si compiace del fatto che la risoluzione sulla Corea del Nord sia stata adottata all'unanimità in quanto indice dell'elevato livello di sostegno di cui gode il mandato; esorta il governo della Corea del Nord a cooperare pienamente con il relatore e ad agevolarne le visite nel paese; insiste affinché il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani accolga l'appello dell'Alto commissario per i diritti umani a istituire una commissione d'inchiesta internazionale che indaghi sui gravi reati che per decenni si sono verificati nella Repubblica popolare democratica di Corea;
26. accoglie con favore la risoluzione adottata dall'UNHRC su Birmania/Myanmar e invita a estendere il mandato del relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nel paese; prende atto delle azioni intraprese dal governo di Birmania/Myanmar fin dall'inizio del 2011 per ripristinare le libertà civili nel paese; esprime tuttavia grave preoccupazione per le pesanti perdite civili causate dalle operazioni militari nello Stato di Kachin e per l'inasprimento della violenza intercomunitaria nello Stato di Rakhine, nonché per i morti e feriti, la distruzione di proprietà e lo sfollamento delle popolazioni locali che ne sono conseguiti; ritiene che la causa di fondo della situazione risieda nelle politiche discriminatorie da tempo attuate nei confronti delle popolazioni rohingya e kachin; sottolinea la necessità di intensificare gli sforzi finalizzati a risolvere il problema alla radice; esorta il governo di Birmania/Myanmar ad accelerare l'attuazione dell'impegno concernente l'istituzione di un Ufficio nazionale dell'Alto commissario per i diritti umani nel paese e sottolinea la necessità di mantenere, nell'attuale contesto, un monitoraggio e relazioni costanti da parte del relatore speciale;
27. accoglie favorevolmente anche la risoluzione sullo Sri Lanka, che pone l'accento sulla riconciliazione e sulle responsabilità nel paese; ribadisce il suo sostegno a favore delle raccomandazioni sullo Sri Lanka formulate dal gruppo di esperti del Segretario generale dell'ONU, anche per quanto concerne il rigoroso rispetto dell'indipendenza del potere giudiziario in vista, tra l'altro, di un efficace perseguimento dei crimini di guerra commessi in passato;
28. si compiace della risoluzione adottata in occasione della 20a sessione dell'UNHRC con la quale è stato nominato un relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Eritrea; rileva che si tratta della prima volta che l'UNHRC affronta la questione e plaude al ruolo guida svolto dagli Stati africani in proposito;
29. accoglie favorevolmente il fatto che l'UNHRC segua con attenzione la situazione in Mali e si compiace del ruolo guida svolto dagli Stati africani nel portare la questione all'attenzione dell'UNHRC; esorta l'UNHRC a sostenere il rapido impiego di capacità di controllo in Mali e a chiedere che l'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani continui a riferire in merito alla situazione nel paese;
30. si compiace per l'adozione della risoluzione sulla Repubblica democratica del Congo, ma rimane preoccupato per la situazione dei diritti umani nel paese, in particolare nella provincia del Kivu settentrionale, nella parte orientale del paese; condanna fermamente gli attacchi delle forze ribelli nella parte orientale del paese, in particolare ad opera del movimento M23, ai danni della popolazione civile, tra cui donne e bambini; condanna fermamente il ricorso sistematico allo stupro quale arma di guerra; esprime profonda preoccupazione circa il continuo ricorso ai bambini reclutati come soldati e chiede il loro disarmo, la loro riabilitazione e il loro reinserimento sociale; accoglie con favore gli sforzi profusi dagli Stati della Conferenza internazionale sulla regione dei Grandi Laghi (ICGLR), dall'Unione africana e dalle Nazioni Unite, volti a trovare una soluzione politica pacifica alla crisi; invita nuovamente a ristabilire un esperto indipendente delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica democratica del Congo, al fine di garantire un meccanismo affidabile volto a migliorare la situazione concernente le gravi e annose preoccupazioni riguardo ai diritti umani nel paese;
31. esprime preoccupazione per la situazione della Repubblica centrafricana, dove gruppi armati hanno attaccato e occupato diverse città nella parte nordorientale del paese; accoglie favorevolmente gli accordi firmati l'11 gennaio 2013 a Libreville, comprendenti il cessate il fuoco e l'accordo politico sulla soluzione della crisi nel paese; sottolinea l'importanza di dare rapida attuazione a tali accordi; accoglie con favore la dichiarazione rilasciata l'11 gennaio 2013 dal VP/AR dell'UE, in cui si invitano tutti i firmatari a tenere fede a tali accordi; esorta gli Stati membri a sollevare la questione in seno all'UNHRC al fine di mantenere tra le priorità dell'agenda internazionale la questione relativa alla situazione nella Repubblica centrafricana;
32. esprime preoccupazione per la situazione in Israele e a Gaza in seguito all'inasprimento del conflitto al termine del 2012 e condanna tutti gli atti di violenza perpetrati; rinnova l'appello a revocare il blocco della Striscia di Gaza, tenendo conto nel contempo delle legittime preoccupazioni di Israele in materia di sicurezza, e invita a intraprendere azioni a favore della ricostruzione e della ripresa economica della Striscia di Gaza; plaude alla missione conoscitiva internazionale sugli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati, decisa in seno alla 19a sessione dell'UNHRC, e attende con interesse di essere informato sui suoi risultati nel corso della 22a sessione; esprime preoccupazione per il fatto che Israele abbia sospeso la cooperazione con l'UNHRC e nell'ambito del riesame periodico universale; incoraggia fermamente tutti gli sforzi a favore di una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati;
33. accoglie favorevolmente il fatto che l'Assemblea generale delle Nazioni Unite abbia adottato, il 29 novembre 2012, la risoluzione che concede alla Palestina lo status di osservatore non membro in seno alle Nazioni Unite; ribadisce il suo appoggio in tal senso; prende atto del sostegno espresso dall'Unione affinché la Palestina divenga membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, nell'ambito di una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese; ribadisce che l'UE non accetterà alcun cambiamento dei confini precedenti al 1967, anche riguardo a Gerusalemme, che non sia concordato dalle parti;
34. si compiace per l'importanza attribuita dall'UNHRC al diritto all'alloggio e invita l'Unione e gli Stati membri a promuovere l'accesso a un alloggio adeguato quale diritto fondamentale;
35. condanna le recenti esecuzioni di massa avvenute in Iran; ribadisce la propria decisa opposizione alla pena di morte in tutti i casi e le circostanze,
36. deplora le esecuzioni eseguite nel 2012 in Giappone, a seguito della moratoria del 2011 in materia, le sei esecuzioni avvenute a Taiwan nel dicembre 2012 nonché il continuo ricorso alla pena capitale in Arabia Saudita per tutto il 2012; deplora profondamente che la moratoria de facto sulla pena di morte, osservata dall'India dal 2004, sia stata violata con l'esecuzione di un detenuto nel novembre 2012, in contrasto con la tendenza mondiale a favore dell'abolizione di tale pena; esorta tutti i paesi in cui vige ancora la pena di morte ad abolirla o, perlomeno, ad attuare una moratoria sulle esecuzioni;
37. rammenta la fondamentale importanza attribuita dall'Unione alla lotta contro la tortura e altre forme di maltrattamento; esorta la Commissione e gli Stati membri a dimostrare il loro impegno comune a eliminare la piaga della tortura e a sostenere le vittime, in particolare contribuendo al Fondo volontario delle Nazioni Unite per le vittime della tortura e al Fondo speciale istituito dal protocollo facoltativo della Convenzione contro la tortura;
38. rileva con soddisfazione l'adozione della risoluzione dell'UNHRC sulla libertà di religione o credo; sottolinea l'importanza che l'Unione attribuisce alla questione; invita gli Stati membri a continuare ad adoperarsi a tale proposito e attende con interesse i nuovi orientamenti dell'UE previsti per l'inizio di quest'anno; si congratula per il lavoro svolto dal relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o di credo; sottolinea l'importanza di rinnovare tale mandato in occasione della 22a sessione dell'UNHRC; pone l'accento sulla necessità di continuare ad affrontare in modo esauriente il problema della discriminazione nei confronti delle minoranze religiose in tutto il mondo; ribadisce che la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, compresa la libertà di cambiare o di abbandonare la propria religione o le proprie convinzioni, è un diritto umano fondamentale;
39. accoglie favorevolmente il processo di follow-up in corso riguardante la relazione dell'Alto commissario per i diritti umani sulle leggi e pratiche discriminatorie e gli atti di violenza contro singoli individui, basati sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere; incoraggia il proseguimento dell'azione, anche mediante riunioni regionali, e l'attiva partecipazione degli Stati membri dell'Unione, del Consiglio e del SEAE; deplora assolutamente, a tale proposito, il ricorso alla pena di morte, alla detenzione o a condanne penali sulla base dell'orientamento sessuale, in vigore in alcuni paesi, e chiede di porvi immediatamente fine; accoglie con favore il ruolo di guida svolto al riguardo dal Segretario generale delle Nazioni Unite e dall'Alto commissario per i diritti umani, sia all'interno dell'UNHRC che all'esterno; esprime rammarico per i tentativi in corso di indebolire l'universalità e l'indivisibilità dei diritti umani, in particolare mediante una risoluzione sui «valori tradizionali»;
40. prende atto del primo forum annuale su imprese e diritti umani tenutosi a Ginevra dal 4 al 6 dicembre 2012, che ha riunito un ampio ventaglio di soggetti interessati per discutere dell'attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite in materia; sostiene le consultazioni iniziali del forum concernenti le modalità con cui i governi e le imprese possono essere spinti ad adottare quadri normativi, politici e di attuazione per contrastare le violazioni dei diritti umani collegate alle imprese;
41. accoglie favorevolmente l'attività del gruppo di lavoro intergovernativo aperto sulle imprese militari e di sicurezza private, incaricato di valutare la possibilità di un quadro normativo internazionale; riconosce la particolare attenzione accordata alla possibilità di elaborare uno strumento giuridicamente vincolante sulla regolamentazione, sul monitoraggio e sulla supervisione delle attività delle imprese militari e di sicurezza private ed esprime il suo sostegno a tale quadro normativo giuridicamente vincolante; insiste affinché esso includa una forte componente di responsabilità e invita le imprese militari e di sicurezza private che non hanno ancora sottoscritto il Codice di condotta dei fornitori di servizi di sicurezza privati (ICoC) ad aderirvi; attende con interesse che il gruppo di lavoro presenti la propria relazione; invita a continuare il mandato di tale gruppo di lavoro;
42. sottolinea la rilevanza della natura universale del processo di riesame periodico universale (UPR) e ribadisce l'importanza di quest'ultimo per consentire di comprendere pienamente la situazione dei diritti umani sul campo in tutti i paesi membri delle Nazioni Unite;
43. accoglie con favore l'avvio del secondo ciclo dell'UPR e l'adozione dei suoi primi risultati; ribadisce l'importanza del secondo ciclo, incentrato sull'attuazione delle raccomandazioni accettate durante il primo ciclo; reitera tuttavia l'invito a riprendere in considerazione, nel proseguire il processo di riesame periodico universale, le raccomandazioni non accettate dagli Stati durante il primo ciclo;
44. considera l'attuazione un aspetto chiave nella realizzazione delle potenzialità del processo di riesame periodico universale; ribadisce pertanto l'importanza di garantire che la Commissione e gli Stati membri forniscano assistenza tecnica al fine di aiutare gli Stati oggetto di riesame ad attuare le raccomandazioni; incoraggia altresì gli Stati a presentare aggiornamenti intermedi, per contribuire a migliorare l'attuazione;
45. invita gli Stati membri dell'UE che partecipano ai dialoghi interattivi dell'UPR a presentare raccomandazioni che siano specifiche e misurabili, al fine di migliorare la qualità del seguito e dell'attuazione delle raccomandazioni accettate;
46. raccomanda di includere sistematicamente le raccomandazioni dell'UPR nei dialoghi e nelle consultazioni dell'UE in materia di diritti umani e nelle strategie dell'UE per paese in materia di diritti umani, per garantire che sia dato seguito ai risultati dell'UPR; raccomanda, analogamente, che il Parlamento menzioni tali raccomandazioni durante le visite delle sue delegazioni nei paesi terzi;
47. accoglie favorevolmente le misure che permettono la piena partecipazione al processo UPR di una vasta gamma di parti interessate; si compiace, a tale riguardo, delle modifiche alla lista di oratori, che danno a tutti gli Stati che desiderano prendere la parola durante il processo UPR la possibilità di farlo; ribadisce il suo apprezzamento per il ruolo rafforzato delle istituzioni nazionali per i diritti umani, in conformità con i principi di Parigi; si compiace della maggiore partecipazione delle parti sul campo grazie al crescente ricorso alle videoconferenze;
48. ritiene che si possa ancora fare molto per coinvolgere la società civile nel processo UPR, compresa l'attuazione dei relativi risultati, come pure più in generale nelle attività dell'UNHRC;
Procedure speciali
49. riafferma il ruolo fondamentale delle procedure speciali per la credibilità e l'efficacia del lavoro dell'UNHRC e la loro centralità nel meccanismo delle Nazioni Unite per i diritti umani; ribadisce il suo fermo sostegno alle procedure speciali e sottolinea la fondamentale importanza dell'indipendenza di questi mandati;
50. esorta gli Stati a cooperare appieno nell'ambito delle procedure speciali, tra l'altro ricevendo senza indugio i titolari dei mandati nel quadro delle visite nei singoli paesi, rispondendo alle loro azioni urgenti e alle accuse di violazioni e assicurando che le loro raccomandazioni abbiano un seguito adeguato; sollecita i membri dell'UNHRC a dare l'esempio su tali questioni;
51. si compiace dell'azione intrapresa congiuntamente dall'UE per estendere un invito permanente a tutte le procedure speciali delle Nazioni Unite per i diritti umani, dando quindi l'esempio al riguardo; incoraggia altri paesi delle Nazioni Unite a fare altrettanto;
52. condanna tutte le forme di ritorsione esercitate ai danni di quanti cooperano nel processo di riesame periodico universale e nelle procedure speciali; sottolinea che tali azioni compromettono l'intero sistema delle Nazioni Unite per i diritti umani; esorta tutti gli Stati a fornire una protezione adeguata contro tali atti di intimidazione;
Partecipazione dell'Unione europea
53. ribadisce con la massima fermezza l'importanza di una partecipazione attiva dell'UE ai meccanismi delle Nazioni Unite per i diritti umani, compreso l'UNHRC; incoraggia gli Stati membri ad agire in tal senso attraverso risoluzioni promosse congiuntamente, la partecipazione attiva a dibattiti e dialoghi interattivi e il rilascio di dichiarazioni; sostiene con forza il crescente ricorso dell'UE a iniziative transregionali;
54. pone l'accento sull'importanza di integrare i lavori svolti a Ginevra nel contesto dell'UNHRC nelle pertinenti attività interne ed esterne dell'Unione europea, incluse quelle del Parlamento;
55. sottolinea l'importanza che riveste l'istituzione di un rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani; incoraggia il rappresentante speciale dell'UE a rafforzare l'efficacia, la coerenza e la visibilità della politica dell'Unione in materia di diritti umani nel contesto dell'UNHRC e a sviluppare una stretta cooperazione con l'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani e nell'ambito delle procedure speciali;
56. invita il VP/AR e il rappresentante speciale dell'UE a presenziare al segmento ad alto livello dell'UNHRC;
57. ribadisce la potenziale efficacia dell'azione dell'UE se si sfrutta il peso collettivo dell'Unione e dei suoi Stati membri; sottolinea l'importanza di continuare a rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra gli Stati membri a tale riguardo, al fine di trovare una base comune sulle questioni relative ai diritti umani; chiede nuovamente un'azione più audace e ambiziosa e impegni concreti, anziché una semplice accettazione del minimo comune denominatore; incoraggia a tale riguardo il SEAE, in particolare attraverso le delegazioni dell'UE a Ginevra e a New York, ad aumentare la propria coerenza, sulla base di consultazioni tempestive e sostanziali;
58. sottolinea l'importanza della ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, quale prima occasione in cui l'UE ha ratificato una convenzione delle Nazioni Unite come soggetto giuridico; invita l'UE a firmare e a ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza contro le donne e la violenza domestica;
59. riafferma una volta di più l'importanza che gli Stati membri dell'UE si adoperino per il conseguimento dell'indivisibilità e dell'universalità dei diritti umani nonché sostengano il lavoro dell'UNHRC a tale riguardo, in particolare ratificando tutti gli strumenti internazionali sui diritti umani da esso istituiti; si rammarica nuovamente che nessuno Stato membro dell'UE abbia ratificato la Convenzione sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie; ribadisce altresì il proprio rammarico per il fatto che molti Stati membri non abbiano ancora adottato e/o ratificato la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate e il protocollo facoltativo della Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, e che solo due Stati membri abbiano ratificato il protocollo opzionale del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali; invita nuovamente tutti gli Stati membri a ratificare le convenzioni e i protocolli citati; incoraggia inoltre gli Stati membri a firmare e ratificare il recente protocollo opzionale della Convenzione sui diritti del fanciullo sull'istituzione di una procedura di comunicazione individuale, aperto alla firma a Ginevra (Svizzera) il 28 febbraio 2012; sottolinea l'importanza della tempestiva presentazione delle relazioni periodiche degli Stati membri agli organi di controllo delle Nazioni Unite;
60. ribadisce che per l'UE è fondamentale difendere l'indipendenza dell'Ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani (OHCHR) e garantire che esso possa continuare a esercitare i propri compiti in maniera imparziale; rammenta inoltre l'importanza di assicurare finanziamenti sufficienti per mantenere aperti gli uffici regionali dell'OHCHR;
61. osserva che la protezione dei difensori dei diritti umani è una priorità fondamentale della politica dell'UE in materia di diritti umani; sottolinea che le ritorsioni e le intimidazioni nei confronti dei difensori dei diritti umani che cooperano con i meccanismi delle Nazioni Unite per i diritti umani minacciano di compromettere tale sistema; apprezza pertanto il sostegno pratico e finanziario fornito nel quadro dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) per la protezione urgente e il sostegno dei difensori dei diritti umani;
62. si compiace dell'istituzione nel 2012 del gruppo di lavoro del Consiglio sui diritti umani (COHOM), con sede a Bruxelles; riconosce gli sforzi profusi dal COHOM per migliorare la preparazione e il coordinamento delle posizioni dell'UE per le sessioni dell'UNHRC, compresa l'organizzazione delle riunioni del COHOM a Ginevra; ribadisce l'auspicio che il COHOM permetterà di risolvere la questione della coerenza tra le dimensioni esterna e interna della politica dell'UE in materia di diritti umani;
63. si attende che lo sviluppo di strategie dell'UE per paese in materia di diritti umani sia debitamente coordinato con l'azione dell'Unione nell'ambito delle Nazioni Unite; ribadisce la sua raccomandazione che le strategie dell'UE per paese in materia di diritti umani siano comunicate al Parlamento europeo e se possibile pubblicate, al fine di conferire visibilità all'impegno dell'Unione a favore dei diritti umani nei paesi terzi e di permettere a quanti lottano per il riconoscimento dei propri diritti umani di trovare sostegno in tali documenti;
64. sottolinea l'importanza di evidenziare, nel quadro dell'UNHRC, la preoccupante questione dello spazio sempre più ridotto concesso alle ONG in alcuni paesi in diverse zone del mondo; incoraggia il SEAE e gli Stati membri a unire i propri sforzi per sollevare tale questione;
65. invita nuovamente il VP/AR, alla luce di nuove segnalazioni riguardanti la presunta complicità di imprese dell'UE in violazioni dei diritti umani commesse nei paesi terzi, ad attirare l'attenzione su tale questione; invita la Commissione a elaborare una politica più ambiziosa in materia di responsabilità sociale delle imprese; esorta il SEAE, la Commissione e gli Stati membri ad adottare misure efficaci per garantire la responsabilità delle imprese per le violazioni dei diritti umani commesse; ribadisce, in questo contesto, l'importanza di rafforzare la coerenza tra le politiche interne ed esterne e di garantire il pieno rispetto dei diritti umani nell'ambito delle politiche interne, al fine di evitare l'applicazione di un approccio diversificato a seconda dei casi;
66. incarica la sua delegazione alla 22a sessione dell'UNHRC di esprimere le preoccupazioni e le opinioni formulate nella presente risoluzione; invita la delegazione a riferire alla sottocommissione per i diritti dell'uomo in merito alla sua visita; ritiene indispensabile mantenere la prassi di inviare una delegazione del Parlamento alle pertinenti sessioni dell'UNHRC e dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite;
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67. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al presidente della 67a Assemblea generale delle Nazioni Unite, al presidente del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e al gruppo di lavoro UE-ONU istituito dalla commissione per gli affari esteri.
(1) |
Testi approvati, P7_TA(2012)0250. |
(2) |
Testi approvati, P7_TA(2012)0058. |
(3) |
Testi approvati, P7_TA(2012)0504. |
(4) |
Testi approvati, P7_TA(2012)0503. |
(5) |
Articolo 2, articolo 3, paragrafo 5, e articolo 6 del trattato sull'Unione europea. |