Risoluzione 06 settembre 2006
Parlamento europeo. Risoluzione 6 settembre 2006: “Un modello sociale europeo per il futuro”.
Il Parlamento europeo,
– vista la comunicazione della Commissione sui valori europei nel mondo globalizzato (COM(2005)0525),
– visto il trattato che adotta una Costituzione per l’Europa,
– vista la Carta sociale europea,
– vista la propria risoluzione del 18 gennaio 2006 sulla posizione del Consiglio europeo relativa alle prospettive finanziarie e al rinnovo dell’accordo interistituzionale 2007-2013,
– viste le convenzioni OIL sul lavoro internazionale e sulle norme ambientali,
– vista la propria risoluzione del 15 marzo 2006 sulla protezione sociale e l’inclusione sociale,
– vista la relazione del Gruppo ad alto livello del maggio 2004 sul futuro della politica sociale in un’Unione europea allargata,
– vista la comunicazione della Commissione sull’Agenda per la politica sociale 2006-2010 (COM(2005)0033),
– visto il documento di lavoro della Commissione sul finanziamento sostenibile delle politiche sociali nell’Unione Europea (SEC(2005)1774),
– vista la comunicazione della Commissione sulle politiche europee concernenti la gioventù – Rispondere alle preoccupazioni dei giovani in Europa – attuare il patto europeo per la gioventù e promuovere la cittadinanza attiva (COM(2005)0206),
– visto il documento di lavoro della Commissione sulla situazione sociale nell’Unione europea nel 2004 (SEC(2004)0636),
– visto l’articolo 45 del proprio regolamento,
– vista la relazione della commissione per l’occupazione e gli affari sociali e i pareri della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere, della commissione per il commercio internazionale e della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (A6-0238/2006),
A. considerando che il modello sociale europeo riflette una comune serie di valori basati sul mantenimento della pace, sulla giustizia sociale, sull’eguaglianza, sulla solidarietà, sulla promozione della libertà e della democrazia nonché sul rispetto dei diritti umani,
B. considerando che il modello sociale europeo trova uno dei suoi pilastri nella cosiddetta economia sociale,
C. considerando che negli ultimi 60 anni questa serie di valori comuni ha consentito all’Europa di realizzare fortunatamente una zona di maggiore prosperità economica e di giustizia sociale,
D. considerando che nonostante i diversi sistemi sociali degli Stati membri e le diverse modalità di applicazione di questi valori, gli Stati membri condividono lo scopo di pervenire ad un equilibrio che emerge dalla relazione dinamica di interdipendenza fra la crescita economica e la solidarietà sociale e questo si riflette nel modello sociale europeo come unità di valori con una diversità di sistemi,
E. considerando che gli Stati membri e l’UE hanno dato priorità al sostegno dei valori connessi con il modello sociale europeo, come dimostrano gli obiettivi della strategia di Lisbona, il che rende lo sviluppo sociale uno dei pilastri dello sviluppo sostenibile,
F. considerando che vi è una evidente necessità di modernizzare e di riformare il modello sociale europeo per reagire meglio ai mutamenti demografici, cogliere la sfida della globalizzazione e aumentare l’adattabilità delle risorse umane alle rapide evoluzioni tecnologiche, per realizzare una migliore inclusione sociale e una migliore giustizia sociale e per sradicare la povertà,
G. considerando che il modello sociale europeo deve contemplare misure in grado di cogliere la sfida dell’aumento della migrazione e dell’immigrazione con le relative ripercussioni per la coesione sociale,
H. considerando che qualsiasi riforma del modello sociale europeo non deve abbassare i valori che ne costituiscono l’essenza,
I. considerando che un elemento fondamentale del modello sociale europeo è rappresentato dalla stessa retribuzione per lo stesso lavoro sul luogo di lavoro,
J. considerando che una maggiore crescita economica è primordiale per la sostenibilità delle norme sociali europee e che le norme sociali sono intrinseche alla crescita sostenibile,
K. considerando che un reddito adeguato è fondamentale per l’inclusione sociale e l’attiva partecipazione nella società nonché per una vita dignitosa;
L. considerando che le politiche sociali, opportunamente concepite, non devono essere considerate un costo bensì un fattore positivo per la crescita economica dell’UE, non soltanto aumentando la produttività e la competitività ma anche creando coesione sociale, elevando il tenore di vita dei cittadini e garantendo l’accesso ai diritti fondamentali e all’eguaglianza, divenendo in tal modo un importante fattore di garanzia di pace sociale e di stabilità politica, senza il quale non vi può essere un progresso economico duraturo,
M. considerando che in tali politiche sociali si dovrebbe riconoscere meglio che la maggior parte dei datori di lavoro sono piccole e medie imprese (PMI) e che occupano la maggioranza dei lavoratori,
N. considerando che il trattato di Amsterdam ha espressamente riconosciuto per la prima volta che i servizi di interesse generale (SIG) e i servizi di interesse economico generale (SIEG) svolgono un ruolo centrale nel modo in cui gli Stati membri garantiscono la coesione sociale e territoriale e sono settori in cui gli Stati membri hanno conservato la libertà di decisione e di finanziamento e che questa posizione è stata rafforzata nel trattato che adotta una Costituzione per l’Europa,
O. considerando che il concetto di modello sociale europeo è recepito nel trattato costituzionale proposto ed è sostenuto dai principi di uguaglianza, solidarietà e non discriminazione,
P. considerando che gli Stati membri devono seguire la road map per la parità fra donne e uomini 2006-2010 (COM(2006)0092) e il patto europeo per la parità di genere e trasporre appieno la vigente legislazione antidiscriminazione comunitaria,
Q. considerando che l’UE ha la capacità di influenzare positivamente o negativamente le economie in molte altre regioni del mondo, attraverso il modo in cui commercia, sia in termini del suo ruolo nell’OMC sia in termini delle condizioni che applica e degli accordi che sottoscrive con le regioni e i paesi meno sviluppati,
R. considerando che l’attuazione di una politica commerciale, basata su preferenze collettive europee e valori condivisi globalmente e di una politica di aiuto che miri ad eliminare il lavoro minorile e a promuovere l’istruzione, le norme fondamentali in materia di lavoro e di ambiente e gli standard di trasparenza e di buon governo, contribuirà a rafforzare il peso politico dell’UE nelle istituzioni internazionali,
Riforma del modello sociale europeo
1. sottolinea la necessità di preservare e potenziare i valori connessi con il modello sociale europeo – eguaglianza, solidarietà, diritti e responsabilità individuali, non discriminazione, ridistribuzione con l’accesso per tutti i cittadini a servizi pubblici di alto livello qualitativo – e gli elevati livelli sociali già raggiunti;
2. insiste che soltanto una UE basata sulla coesione economica e sociale che difende i propri valori condivisi può essere abbastanza forte per difendere i propri interessi;
3. è persuaso che non vi è alternativa alla riforma urgente dei sistemi economici e sociali laddove non rispondano sufficientemente ai criteri di efficacia e di sviluppo sostenibile e siano inadeguati ad affrontare le sfide del cambiamento demografico, della globalizzazione e della rivoluzione portata dalle tecnologie dell’informazione;
4. esprime profonda delusione quanto alla crescita economica che si registra attualmente nell’Unione europea e che rende qualsiasi riforma strutturale molto difficile da realizzare;
5. è consapevole della diffusa preoccupazione dei cittadini europei in relazione alla disoccupazione – in particolare tra i giovani –, all’esclusione, alla povertà, all’insicurezza del mercato del lavoro e al potenziale fallimento dei sistemi di sicurezza sociale;
6. ritiene che laddove i mutamenti demografici e la disoccupazione colpiscano taluni gruppi di popolazione in modo sproporzionato, l’Unione europea debba prefiggersi di garantire la parità di accesso a posti di lavoro di qualità;
7. vede la necessità di rinnovare l’impegno dell’UE ad un’Europa sociale, di primordiale importanza per ripristinare la fiducia dei cittadini nel progetto UE, che crea posti di lavoro, crescita e prosperità;
8. è pienamente consapevole che l’occupazione e la politica sociale restano sostanzialmente di competenza nazionale, sottolinea tuttavia che anche la UE ha competenze in tale campo, come stabilito dai trattati, e che vi è la necessità per l’UE di creare un quadro economico e sociale più forte per consentire agli Stati membri di attuare le riforme necessarie a livello nazionale in base alla propria situazione economica, sociale e politica;
9. chiede alla Commissione di adottare ulteriori iniziative per la piena realizzazione del mercato interno che, se completata, creerà crescita economica e competitività, ferma restando la necessità di garantire che non vi sia una corsa al ribasso degli standard sociali, del consumatore o ambientali;
10. sostiene la Commissione nell’intento di continuare ad adoperarsi per incentivare lo spirito d’iniziativa creando condizioni che consentano la creazione e il successo di imprese europee, con particolare attenzione per le PMI, che costituiscono le vera e propria colonna vertebrale dell’economica europea e danno lavoro alla grande maggioranza degli occupati nel settore privato;
11. invita la Commissione e il Consiglio a rispettare il triangolo equilatero iniziale della strategia di Lisbona e a mettere a punto un’impostazione più equilibrata tra il coordinamento economico, da un lato, e la politica del lavoro e sociale, dall’altro;
12. esprime la propria delusione di fronte al fatto che numerosi Stati membri sono ancora ben lungi dal raggiungere gli obiettivi della strategia di Lisbona; ribadisce l’invito agli Stati membri a realizzare completamente la strategia di Lisbona rivista, considerata l’unico modo sostenibile per raggiungere la crescita economica, aumentare la competitività e creare posti di lavoro in maggior numero e di migliore qualità; invita gli Stati membri a raggiungere in particolare gli obiettivi specifici fissati per l’occupazione, in particolare quella femminile e dei giovani, gli investimenti in materia di ricerca e sviluppo (R&S), l’assistenza all’infanzia e la formazione permanente; ritiene che gli obiettivi della strategia di Lisbona costituiscano obiettivi minimi imprescindibili perchè gli Stati membri realizzino le proprie indispensabili riforme strutturali;
13. raccomanda agli Stati membri di approfondire la cooperazione e gli scambi di migliore prassi attraverso un metodo potenziato di coordinamento, che è un efficiente strumento di politica nei settori dell’occupazione, della tutela sociale, dell’esclusione sociale, della parità di genere nel mercato della manodopera, delle pensioni e dell’assistenza sanitaria: il metodo di coordinamento aperto deve valorizzare il contributo dei partner sociali e delle organizzazioni interessate;
14. chiede alla Commissione di rendere democratico il metodo aperto di coordinamento, garantendo che non soltanto il Parlamento europeo ma anche i parlamenti nazionali svolgano un ruolo a tutto tondo nella definizione e nel perseguimento di obiettivi da parte dei governi e degli Stati membri;
15. sottolinea l’importanza di lanciare campagne pubbliche per spiegare e negoziare la base degli obiettivi di riforma in cui le istituzioni UE, i governi nazionali, le autorità pubbliche, i partner sociali e le ONG abbiano un ruolo attivo da svolgere;
16. ribadisce la propria risoluzione del 12 gennaio 2005 sul trattato che adotta una Costituzione per l’Europa(4) e la campagna della Commissione delle “3 D” ossia dialogo, discussione e democrazia; chiede alla Commissione di integrare ora la dimensione sociale nelle sue valutazioni d’impatto conformemente alla clausola sociale prevista dal progetto di trattato costituzionale;
17. invita la Commissione a rispettare l’economia sociale e a presentare una comunicazione su questa pietra miliare del modello sociale europeo nonché ad istituire uno statuto della mutua e dell’associazione europea;
Finanziare la riforma
18. invita gli Stati membri a intraprendere riforme al fine di garantire la sostenibilità finanziaria dei sistemi sociali nazionali, senza pregiudicare i diritti acquisiti, il reciproco sostegno e la solidarietà fra generazioni, tenendo conto del contesto della società in evoluzione e del mercato della manodopera egualmente in evoluzione, del cambiamento demografico, della globalizzazione e degli sviluppi tecnologici; sottolinea che alcuni degli Stati membri più prosperi hanno già effettuato tali riforme, pur mantenendo la sostenibilità e l’efficacia dei loro sistemi sociali; ritiene quindi importante portare a termine analisi comparate delle riforme già intraprese così come analisi SWOT (dall’inglese “Strengths, Weaknesses, Opportunities and Threats “: punti di forza, punti di debolezza, opportunità e rischi) per quelle da realizzare; sottolinea infine l’importanza di valorizzare le eccellenze, anche tramite lo scambio di buone prassi;
19. è consapevole che, in alcuni Stati membri gli attuali contributi al sistema sociale possano essere inadeguati a soddisfare le aspettative dei cittadini; ritiene che gli Stati membri, nel rispetto del principio di solidarietà e sussidiarietà, debbano riflettere sulle possibili alternative per finanziare quei sistemi che promuoverebbero riforme dinamiche senza incidere in modo negativo sulle retribuzioni, ad esempio utilizzando il valore aggiunto prodotto dalle società, promuovendo il principio di sussidiarietà verticale e orizzontale tra le istituzioni e la popolazione;
20. chiede un miglior coordinamento delle politiche fiscali degli Stati membri allo scopo di evitare una dannosa concorrenza fiscale, assicurare un finanziamento sostenibile della protezione sociale e rendere la politica fiscale più favorevole all’occupazione; rileva che negli ultimi 30 anni, di regola, le imposte sul capitale e il consumo sono rimaste stabili mentre, nello stesso periodo, l’imputazione fiscale effettiva del lavoro è aumentata; raccomanda agli Stati membri di riflettere in modo coordinato sulle possibilità di migliorare gli attuali sistemi fiscali dell’UE tanto più che le riforme fiscali influenzerebbero la sostenibilità finanziaria dei sistemi sociali nazionali;
21. sottolinea la necessità di rafforzare i Fondi strutturali e di coesione in modo da tener conto della coesione economica e sociale e invita gli Stati membri a utilizzare i fondi UE, come i fondi strutturali europei, in modo più efficace per cofinanziare le riforme nazionali; deplora il fatto che il recente accordo sul quadro finanziario sia manifestamente insufficiente per finanziare adeguatamente programmi a favore della coesione, dell’istruzione e della formazione, della formazione permanente, della mobilità e del dialogo sociale;
22. sottolinea che qualsiasi riforma deve essere considerata nell’ambito del contesto del margine di manovra di bilancio degli Stati membri, propone tuttavia che il patto di stabilità e di crescita riformato offra opportunità di investimento sociale precedentemente inesistenti;
SIG e SIEG
23. ricorda che i SIG e i SIEG sono un elemento essenziale del modello sociale europeo e sono fondamentali per l’erogazione universale di servizi sanitari, di istruzione, di trasporto pubblico, di fornitura di acqua e di energia ai cittadini ritiene indispensabile che nella riforma dei sistemi sociali dell’UE siano rispettati i SIG e i SIEG visto il loro ruolo chiave non soltanto nel dare una migliore qualità di vita ai cittadini ma anche nel potenziare l’efficienza delle imprese e il loro accesso ad una manodopera di qualità;
24. sottolinea la necessità di fare adeguatamente fronte alle nuove realtà familiari, in conformità con il principio di sussidiarietà, e di ampliare la portata dei servizi sociali come l’assistenza all’infanzia a prezzi accessibili, l’assistenza alle persone con particolari necessità e ai disabili e l’assistenza a lungo termine per persone anziane, mantenendo un elevato livello di consultazione nella pianificazione a medio e a lungo termine;
Dialogo sociale
25. ricorda che il dialogo sociale nelle sue varie forme è un elemento essenziale nelle tradizioni degli Stati membri e, sulla base delle abitudini e delle pratiche nazionali, che qualsiasi riforma di successo dei sistemi sociali deve coinvolgere tutte le parti in causa, in particolare i partner sociali; sottolinea la necessità di promuovere il rinnovamento del dialogo sociale a tutti i livelli, sia in ambito nazionale che europeo, e lo sviluppo di un ruolo più importante per il trialogo a livello europeo;
26. riconosce il ruolo positivo che il concetto di responsabilità sociale può svolgere in termini di promozione della coesione sociale grazie al modo in cui il comportamento delle società influenza il quotidiano delle comunità in cui sono presenti e di rafforzamento degli obblighi delle società di rendere conto ai propri azionisti; raccomanda l’adozione di condizioni in materia di rendiconti sociali e ambientali e misure pubbliche, quali gli appalti pubblici, per stimolare comportamenti responsabili da parte delle società;
Risorse umane
27. insiste affinché la Commissione e gli Stati membri, quale elemento centrale della modernizzazione dei sistemi sociali, cooperino nel definire programmi e iniziative concreti focalizzati sul miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro e sullo sviluppo sostenibile delle risorse umane, come la fissazione di obiettivi e standard per il miglioramento dell’assistenza sanitaria;
28. chiede un ampio dibattito concernente il diritto di tutti a una pensione di livello accettabile; riconosce il timore che le riforme pensionistiche avviate in molti Stati membri possano accrescere il numero di pensionati che già vivono in povertà; mette in evidenza l’urgenza di un’azione positiva per incoraggiare e consentire ai lavoratori più anziani di restare o di rientrare nel mercato del lavoro e la necessità di un equo accesso e una maggiore flessibilità nella scelta dei sistemi pensionistici; invita la Commissione a studiare l’impegno nazionale per risolvere l’impatto del cambiamento demografico sulla sostenibilità delle pensioni e sulla povertà dei pensionati e a monitorare in modo più efficace l’attuazione dell’attuale normativa contro le discriminazioni dovute all’età;
29. richiama l’attenzione sulla situazione delle donne i cui diritti pensionistici non devono essere pregiudicati dal loro status di donne sposate, ovvero da interruzioni dell’attività lavorativa dovute a congedi parentali o per maternità o motivate dalla necessità di prestare assistenza ai figli;
30. riconosce i vantaggi del sistema di “flessisicurezza” che gli Stati membri dovrebbero adottare, nel rispetto delle loro condizioni specifiche, per tutelare la capacità dei lavoratori di mantenere o trovare un’occupazione grazie alla mobilità e/o al miglioramento delle competenze professionali mediante una formazione professionale e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, ritenendoli un mezzo per favorire la conciliazione tra vita privata e lavoro e i concetti di ciclo di vita e di lavoro;
31. prende atto della creazione di un Fondo di adeguamento alla globalizzazione che potrà svolgere una funzione complementare all’intervento del Fondo sociale europeo nonché per gli sforzi compiuti dagli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale al fine di fornire un aiuto specifico ai lavoratori alla ricerca di nuovi o migliori posti di lavoro;
32. ricorda che la parità di genere e di razza e il principio di non discriminazione ai sensi dell’articolo 13 del trattato CE, che contempla il fondamento giuridico per lo specifico ricorso per lottare contro discriminazioni per motivi di genere, razza, religione, credo, disabilità, età o orientamento sessuale devono essere sistematicamente inseriti in tutte le politiche sociali; ritiene che le politiche emergenti UE in materia di integrazione siano in realtà una forma concreta di politica sociale e dovrebbero essere sviluppate in linea con la politica sociale dell’UE; ritiene che assicurare che tutti i gruppi, ossia le donne, gli uomini, i gruppi minoritari e gli immigranti, siano correttamente integrati comporti benefici sociali in termini di coesione e di preparazione al lavoro;
33. sottolinea in particolare l’importanza di intraprendere azioni in inclusione sociale e lavorativa di soggetti svantaggiati che abbiamo difficoltà ad entrare, senza assistenza, nel mercato del lavoro, come previsto dal regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione, del 12 dicembre 2002, relativo all’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato a favore dell’occupazione, sia per favorire la concreta praticabilità della lotta alla discriminazione, sia per costituire non solo un canale per il conseguimento di reddito e autonomia, ma anche uno strumento di crescita e integrazione per le persone inserite, che sia alternativo o complementare alla protezione sociale;
Protezione sociale
34. sottolinea che i sistemi di protezione sociale devono essere efficienti nel perseguimento dei propri obiettivi di prevenire e combattere la povertà e l’esclusione sociale, con particolare attenzione all’eliminazione di situazioni a rischio di povertà;
35. ritiene che l’occupazione sia un fattore determinante nel perseguimento dell’inclusione sociale; chiede quindi riforme che indirizzino la spesa pubblica verso l’innalzamento dei tassi di occupazione e il ritorno al lavoro e forniscano incentivi al lavoro eliminando situazioni a rischio di povertà e altre forme di esclusione sociale e affrontando urgentemente la situazione del gran numero di donne e delle persone appartenenti ad alcune minoranze etniche che non trovano lavoro e spesso si trovano di fronte a ostacoli sociali e/o strutturali all’inserimento nel mercato del lavoro e che si studino e si risolvano i problemi specifici che devono affrontare le donne di minoranze etniche e le donne immigrate;
36. riconosce che nell’impostazione di “flessisicurezza” la creazione e il mantenimento di adeguati meccanismi di tutela sociale siano un indispensabile prerequisito di flessibilità, così come una rigorosa tutela da licenziamenti abusivi;
La dimensione esterna
37. ribadisce che l’UE potrà difendere con successo i propri interessi a livello internazionale solo se sarà in grado di tutelare la sua coesione economica e sociale;
38. riconosce che, nonostante i suoi effetti positivi, la globalizzazione sta producendo squilibri economici e sociali, il che suscita grandi preoccupazione presso i cittadini europei, soprattutto negli Stati membri con elevati tassi di disoccupazione e nelle regioni più colpite dalle delocalizzazioni d’imprese; richiama quindi l’attenzione degli Stati membri sull’opportunità di avviare le riforme strutturali necessarie affinché l’UE continui a rimanere interessante sulla scena internazionale per quanto concerne prodotti e servizi ad alto valore;
39. sottolinea che l’UE deve promuovere con fiducia i suoi valori sociali di solidarietà e di giustizia sociale in tutti i negoziati e accordi commerciali di sviluppo;
40. chiede all’UE e agli Stati membri di adottare azioni politiche in relazione ai paesi terzi con un’elevata crescita economica (Brasile, Russia, India e Cina) in modo da raggiungere un modello di sviluppo che contempli il rispetto dei diritti umani, della democrazia, della libertà, nonché delle norme in materia di lavoro, di ambiente e di giustizia sociale; invita caldamente l’UE a contribuire a trovare un equilibrio globale fra la crescita economica ed elevati standard sociali e ambientali;
41. invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare un atteggiamento coerente in organizzazioni come l’OIL, l’OCSE e le Agenzie multilaterali per l’ambiente; sostiene in particolare che i lavori dell’OIL dovrebbero essere più strettamente integrati negli accordi OMC e ritiene che gli standard di base OIL debbano essere integrati nelle strategie UE nei confronti dell’OMC e degli accordi bilaterali; invita la Commissione ad assicurare, attraverso accordi bilaterali, che siano rispettati gli standard minimi dell’OIL al fine di eliminare il lavoro minorile e garantire l’esistenza di condizioni di lavoro umane;
42. approva l’introduzione del regime concernente il Sistema di preferenze generalizzate + (SPG+) che prevede incentivi per raggiungere più elevati standard sociali e ambientali e chiede che questa impostazione venga estesa agli accordi commerciali bilaterali; ritiene necessario che la Commissione controlli attentamente l’attuazione di detto regime al fine di assicurare il rispetto di queste norme;
43. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.
Autore:
Parlamento europeo
Parole chiave:
solidarietà, Uguaglianza, Pari opportunità, Globalizzazione, Crescita economica, Modello sociale europeo
Natura:
Risoluzione