Rendiconto 28 giugno 2007
Rendiconto, previsto dall’art. 44 della legge n. 222/1985, circa l’utilizzazione delle somme pervenute all’ICSC e alla CEI nell’anno 2006.
(in Notiziario della CEI, n. 5-6 del 31 Agosto 2007)
L’articolo 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222, dispone che la Conferenza Episcopale Italiana trasmetta annualmente all’autorità statale competente il rendiconto relativo all’effettiva utilizzazione delle somme di cui agli articoli 46, 47 e 50, terzo comma, della stessa legge e lo pubblichi sul «Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana», organo ufficiale della Conferenza medesima.
In adempimento a tale disposizione, si pubblica il rendiconto relativo all’anno 2006, con alcune annotazioni illustrative, inviato dal Presidente della CEI, S.E. Mons. Angelo Bagnasco, al Ministro dell’Interno, On. Giuliano Amato, con lettera in data 28 giugno 2007, prot. n. 443/07, ai sensi dell’art. 20 del regolamento di esecuzione della legge 222/1985, approvato con dPR 13 febbraio 1987, n. 33.
Nell’indicare i singoli dati si segue l’ordine delle lettere del comma secondo dell’art. 44:
* Lettera a) – Numero dei sacerdoti a favore dei quali si è provveduto nell’anno 2006:
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore delle diocesi n. 35.159
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore delle diocesi n. 3.003
* Lettera b) – Somma stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana per il dignitoso sostentamento dei sacerdoti (al netto dei contributi previdenziali dovuti al Fondo Clero dell’INPS e al lordo delle ritenute fiscali):
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno:
da un minimo di € 11.107,20 (€ 925,60 mensili x 12 mensilità)
ad un massimo di € 20.687,16 (€ 1.723,93 mensili x 12 mensilità)
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno:
sacerdoti: € 14.994,72 (€ 1.249,56 mensili x 12 mensilità)
Vescovi emeriti: € 18.188,04 (€ 1.515,67 mensili x 12 mensilità)
* Lettera c) – Ammontare complessivo delle somme di cui agli articoli 46 e 47 destinate al sostentamento del clero:
– erogazioni liberali pervenute all’Istituto Centrale per il sostentamento del clero e deducibili a termini dell’art. 46: € 17.470.032
– importo destinato dalla CEI a valere sull’anticipo dell’8 per mille IRPEF: € 335.932.000
* Lettera d) – Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata l’intera remunerazione: n. 147
* Lettera e) – Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata un’integrazione: n. 34.464
* Lettera f) – Ammontare delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali operati ai sensi dell’art. 25:
– ritenute fiscali: € 65.930.695
– contributi previdenziali: € 27.911.839
* Lettera g) – Interventi finanziari dell’Istituto Centrale a favore dei singoli Istituti per il sostentamento del clero € 326.862.443
* Lettera h) – Interventi operati per le altre finalità previste dall’art. 48:
1. Esigenze di culto della popolazione.
La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 399.010.977,17.
In particolare, essa è stata così ripartita:
– per l’edilizia diculto: € 180.000.000;
– alle diocesi, per il sostegno delle attività di culto e pastorale: € 155.000.000;
– per interventi di rilievo nazionale definiti dalla CEI: € 36.500.000;
– per il “fondo speciale” finalizzato alla promozione della catechesi e dell’educazione cristiana: € 20.010.977,17;
– per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali: € 7.500.000.
2. Interventi caritativi in Italia e nei paesi del terzo mondo.
La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 195.000.000.
In particolare, essa è stata così ripartita:
– alle diocesi, per interventi caritativi a favore della collettività nazionale: € 85.000.000;
– per interventi caritativi di rilievo nazionale definiti dalla CEI: € 30.000.000;
– per interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo: € 80.000.000.
A N N O T A Z I O N I
L’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222 dispone: “la Conferenza Episcopale Italiana trasmette annualmente all’autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme di cui agli articoli 46, 47 [e 50, terzo comma]”, e indica gli elementi che “tale rendiconto deve comunque precisare”.
SOSTENTAMENTO DEL CLERO CATTOLICO
1. Quanto al dato di cui alla lett. a) dell’art. 44, comma secondo
Il numero di 38.162 (35.159 + 3.003) individua i sacerdoti inseriti nel sistema di sostentamento nel corso del 2006, compresi coloro che sono deceduti tra il 2 gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno.
I primi (35.159) sono coloro che hanno avuto titolo a una remunerazione per il ministero svolto a tempo pieno in servizio delle diocesi (cfr art. 24); i secondi (3.003) sono coloro a cui si è provveduto a titolo di previdenza integrativa (cfr art. 27, comma primo), non essendo essi più in grado di svolgere un servizio a tempo pieno.
2. Quanto ai dati di cui alla lettera b)
L’esistenza di un importo minimo e di un importo massimo di remunerazione assicurato ai sacerdoti deriva dalle scelte operate nella definizione del sistema remunerativo.
A ciascun sacerdote spetta un numero X di punti; ogni anno la CEI determina il valore monetario del singolo punto (per il 2006: € 11,57); la remunerazione assicurata corrisponde al prodotto del numero dei punti per il valore del punto.
Il numero dei punti varia in concreto per ciascun sacerdote, perché a partire da un numero-base uguale per tutti (nel 2006: 80 punti mensili) sono attribuiti punti ulteriori (fino a un massimo di 149 punti mensili) al verificarsi di circostanze previste dalla normativa data dalla CEI ai sensi dell’art. 75 della legge n. 222/1985 e secondo gli indirizzi del can. 281 del codice di diritto canonico (oneri particolari connessi con l’esercizio di taluni uffici; anzianità nell’esercizio del ministero sacerdotale; spese per alloggio in mancanza di casa canonica; condizioni di speciale difficoltà).
3. Quanto ai dati di cui alla lettera c)
Le offerte deducibili previste dall’art. 46, destinate al sostentamento del clero cattolico nel 2006, sono state pari a € 17.470.032. Si tratta dell’importo complessivo delle erogazioni liberali versate nel corso del 2005 dai donanti sui conti correnti postale e bancari dell’Istituto Centrale oppure presso gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero all’uopo delegati, del quale l’Istituto Centrale ha avuto conoscenza esauriente soltanto dopo la chiusura dell’esercizio 2005, al ricevimento delle rendicontazioni degli enti collettori; conseguentemente detto importo è stato destinato al sostentamento del clero nell’esercizio successivo (2006).
La somma di € 335.932.000 corrisponde all’importo trasmesso dalla CEI all’Istituto Centrale prelevandolo dal versamento complessivo di € 929.942.977,17 effettuato dallo Stato nell’anno 2006 ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 47.
4. Quanto ai dati di cui alle lettere d) ed e)
Come è noto, il sistema di sostentamento del clero cattolico è impostato secondo i seguenti criteri:
A. I sacerdoti che svolgono servizio in favore della diocesi “comunicano annualmente all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero:
a) la remunerazione che, secondo le norme stabilite dal Vescovo diocesano, sentito il Consiglio presbiterale, ricevono dagli enti ecclesiastici presso i quali esercitano il ministero;
b) gli stipendi eventualmente ad essi corrisposti da altri soggetti” (art. 33).
B. “L’Istituto verifica, per ciascun sacerdote, i dati ricevuti a norma dell’art. 33. Qualora la somma dei proventi di cui al medesimo articolo non raggiunga la misura determinata dalla Conferenza Episcopale Italiana a norma dell’articolo 24, primo comma, l’Istituto stabilisce l’integrazione spettante, dandone comunicazione all’interessato” (art. 34, comma primo).
C. “Gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero provvedono all’integrazione di cui all’art. 34 con i redditi del loro patrimonio. Qualora tali redditi risultino insufficienti, gli Istituti richiedono all’Istituto Centrale la somma residua necessaria ad assicurare ad ogni sacerdote la remunerazione nella misura stabilita” (art. 35, commi primo e secondo).
In pratica possono dunque verificarsi tre situazioni:
+ Taluni sacerdoti non ricevono alcuna remunerazione dall’ente ecclesiastico, perché questo è impossibilitato a intervenire in loro favore per mancanza totale di mezzi; se il sacerdote non ha altre entrate computabili, gli si deve l’intera remunerazione.
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 147.
+ Altri sacerdoti ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o godono di altre entrate computabili; se con queste risorse non raggiungono la misura di remunerazione loro attribuita (cfr quanto annotato più sopra alla lettera B), hanno diritto di ricevere una integrazione fino alla concorrenza di tale misura.
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 34.464.
+ Altri sacerdoti, infine, che ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o godono di altre entrate computabili, raggiungono con questi apporti o addirittura superano la misura di remunerazione loro attribuita; in questo caso non è dovuta loro alcuna integrazione.
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 3.551.
5. Quanto al dato di cui alla lettera f)
A proposito delle ritenute fiscali è opportuno ricordare che si tratta di quelle operate dall’Istituto Centrale su due possibili componenti della remunerazione dei sacerdoti:
– la remunerazione ricevuta da enti ecclesiastici;
– la remunerazione totale o l’integrazione ricevuta dagli Istituti per il sostentamento del clero.
È da sottolineare, peraltro, che il carico fiscale complessivo che è gravato sui sacerdoti nel 2006 è maggiore dell’importo indicato: quando, per esempio, a comporre la remunerazione attribuita al sacerdote concorre uno stipendio (insegnamento della religione cattolica nelle scuole, assistenza spirituale negli ospedali o nelle carceri, ecc.), le ritenute sul medesimo sono operate direttamente dallo Stato. È noto inoltre che lo Stato effettua le ritenute sulle pensioni di cui eventualmente i sacerdoti godono.
A proposito dei contributi previdenziali si precisa che si tratta di quelli dovuti, ai sensi della legge 22 dicembre 1973, n. 903, per il Fondo speciale clero costituito presso l’INPS, l’iscrizione al quale è obbligatoria per ogni sacerdote secolare avente cittadinanza italiana e per ogni sacerdote non avente cittadinanza italiana, ma presente sul territorio italiano al servizio di diocesi italiane.
6. Quanto alla lettera g)
Se si confrontano i dati relativi al primo e terzo comma del precedente punto 3 delle presenti annotazioni (€ 353.402.032) e la somma erogata dall’Istituto Centrale ai singoli Istituti diocesani per il sostentamento del clero (€ 326.862.443) – utilizzata per la corresponsione ai sacerdoti delle integrazioni e degli assegni di previdenza, per il versamento dei contributi previdenziali al Fondo Clero dell’INPS, per il pagamento del premio di una polizza sanitaria integrativa in favore del clero – si constata la differenza positiva di € 26.539.589. Tale somma sarà utilizzata per le esigenze del sostentamento del clero dell’anno successivo.
7. Quanto alla lettera h)
1. ESIGENZE DI CULTO DELLA POPOLAZIONE
A) Una quota di € 180 milioni è stata destinata all’“edilizia di culto”. Considerato il decremento delle somme pervenute alla CEI nell’anno 2006 in forza degli articoli 46 e 47 della legge 222/1985 e al fine di mantenere quasi inalterata, rispetto all’anno precedente, la somma destinata a questa finalità, la Conferenza Episcopale Italiana ha stabilito di destinarvi l’ulteriore quota di € 10 milioni, prelevandola dall’avanzo di gestione del bilancio consuntivo della Conferenza Episcopale Italiana per l’anno 2005, raggiungendo in tal modo la somma complessiva di € 190 milioni. Come noto, in questa voce sono stati riuniti i fondi destinati alla costruzione e ristrutturazione di edifici di culto cattolico e delle pertinenti opere parrocchiali (€ 127 milioni) e quelli destinati alla tutela e al restauro dei beni culturali ecclesiastici (€ 63 milioni).
Il primo ambito di intervento (nuova edilizia di culto) è finalizzato a rispondere alle esigenze di mobilità della popolazione sul territorio nazionale, con particolare riferimento agli insediamenti abitativi nelle periferie urbane, e a dotare le comunità parrocchiali di adeguate infrastrutture (per es. case canoniche, locali per la catechesi).
Un apposito comitato esamina i progetti presentati, li valuta alla luce degli orientamenti dei competenti organi ecclesiastici e propone alla Segreteria Generale il contributo da assegnare, in osservanza delle specifiche disposizioni della CEI in materia.
Questi contributi si configurano come concorso nella spesa che le diocesi italiane devono affrontare per la dotazione di chiese, con le relative nuove opere d’arte, e altri edifici per servizi religiosi alle comunità parrocchiali che ne sono sprovviste.
Possono essere concessi finanziamenti con le seguenti modalità:
1. come concorso erogato durante la costruzione, fino a un massimo del 75% del costo preventivo dell’opera, entro i limiti parametrali approvati dal Consiglio Episcopale Permanente;
2. come concorso erogato durante gli interventi su fabbricati esistenti:
– fino a un massimo del 50% del costo preventivo dell’opera, entro i richiamati limiti parametrali, quando si tratta di trasformazioni, consolidamento statico, antisismico, adeguamento a norma degli impianti tecnologici, delle strutture e rifacimento delle coperture;
– fino a un massimo del 75% del costo preventivo dell’opera, entro gli stessi limiti parametrali, quando si tratta di interventi su edifici dichiarati strutturalmente inagibili;
3. come concorso erogato durante la costruzione, l’acquisto e conseguente adattamento di edifici da destinare a casa canonica nel sud d’Italia, nonché per gli interventi necessari per rendere abitabili le case canoniche dichiarate strutturalmente inagibili nel sud d’Italia, fino a un massimo dell’85% del costo preventivo dell’opera, entro i citati limiti parametrali;
4. come concorso erogato durante gli interventi di restauro, risanamento conservativo e consolidamento di case canoniche nel sud d’Italia non dichiarate strutturalmente inagibili, fino a un massimo del 65% del costo preventivo dell’opera, entro i richiamati limiti parametrali;
5. come contributo annuale costante, per la durata di dieci anni, nella misura del 10% della spesa ammessa a contributo in sede di approvazione del progetto, entro gli stessi limiti parametrali.
L’istruttoria di una richiesta di finanziamento per l’edilizia di culto mediamente si protrae da dodici a diciotto mesi, a causa dei tempi necessari all’esame, alle eventuali integrazioni e alla definizione della pratica sotto il profilo tecnico, amministrativo, giuridico, liturgico e artistico. Da ciò ne è derivato che la maggior parte dei contributi assegnati nel corso dell’esercizio 2006, che va dal 1° giugno 2006 al 31 maggio 2007, sono rimasti a carico degli stanziamenti per l’edilizia di culto effettuati negli anni precedenti. L’ammontare complessivo dei contributi assegnati dalla Conferenza Episcopale Italiana nel predetto periodo è stato di euro 124.724.000 per 213 progetti, dei quali:
92 relativi all’edificio di culto;
69 relativi a case canoniche (di cui 64 nel sud d’Italia);
27 relativi a locali di ministero pastorale;
25 relativi a case canoniche e locali di ministero pastorale (di cui 2 nel sud d’Italia).
L’intera somma destinata alla “nuova edilizia di culto” verrà comunque erogata per i progetti approvati.
Il secondo tipo di intervento è finalizzato primariamente al restauro e al consolidamento statico di edifici di culto di interesse storico-artistico e delle loro pertinenze; in secondo luogo alla conservazione e consultazione di archivi e biblioteche diocesani e alla promozione di musei diocesani o di interesse diocesano, all’installazione di impianti di sicurezza per gli edifici di culto e le loro dotazioni storicoartistiche, al restauro di organi a canne. Le descritte modalità di intervento, operate in coerenza con gli indirizzi contenuti nelle Intese stipulate con il Ministero per i beni e le attività culturali in attuazione dell’art. 12 dell’Accordo di revisione del Concordato lateranense nonché in considerazione dell’intrinseca unicità dell’edificio di culto e delle opere d’arte in esso conservate e della comune destinazione al culto, mirano a salvaguardare il patrimonio di fede, arte e storia racchiuso nelle chiese, nei monumenti sacri, negli archivi, nelle biblioteche e nei musei diocesani.
I finanziamenti sono concessi con le seguenti modalità:
1. come concorso erogato per il restauro e consolidamento statico di edifici di culto di interesse storico-artistico, fino a un massimo del 50% del costo preventivo dell’opera, entro i limiti parametrali approvati dal Consiglio Episcopale Permanente;
2. come concorso erogato per la conservazione e consultazione di archivi e biblioteche diocesani e alla promozione di musei diocesani o di interesse diocesano, nonché l’installazione di impianti di sicurezza per gli edifici di culto e le loro dotazioni storico-artistiche, in misura fissa per ciascun ente, a seconda della tipologia di intervento, approvata dal Consiglio Episcopale Permanente;
3. come concorso erogato per il restauro di organi a canne, fino a un massimo del 50% del costo preventivo, entro i richiamati limiti parametrali.
Riguardo a questo tipo di intervento, soprattutto in riferimento al restauro e al consolidamento statico di edifici di culto di interesse storico-artistico e delle loro pertinenze, il tempo che intercorre tra il momento della presentazione dell’istanza di contributo e quello della sua definizione sotto i profili tecnici-amministrativi varia, mediamente, da tre a otto mesi. Ciò ha determinato che la maggior parte dei contributi assegnati nel corso dell’esercizio 2006, che va dal 1° luglio 2006 al 30 giugno 2007, è rimasta a carico dello stanziamento per i beni culturali effettuato nel 2006, mentre la parte restante è rimasta a carico degli stanziamenti effettuati negli anni precedenti. L’ammontare complessivo dei contributi assegnati dalla Conferenza Episcopale Italiana nel predetto periodo è stato di euro 56.805.226 per 784 progetti, dei quali:
378 relativi al restauro e consolidamento statico di edifici di culto;
226 relativi alla conservazione e consultazione di archivi e biblioteche e alla promozione di musei diocesani o di interesse diocesano;
108 relativi all’installazione di impianti di sicurezza per gli edifici di culto e le loro dotazioni storico-artistiche;
72 relativi al restauro di organi a canne.
L’intera somma destinata alla tutela e al restauro dei beni culturali ecclesiastici verrà comunque erogata per i progetti approvati.
B) Una quota di € 155 milioni è stata destinata alle 226 diocesi italiane, per il sostegno delle attività di culto e di pastorale.
La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (€ 350.153,32) eguale per ciascuna diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti: € 116.717,77), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (€ 1,2963 per abitante).
I criteri e gli indirizzi per l’individuazione delle finalità di culto e di pastorale alle quali destinare la somma ricevuta sono contenuti in un’apposita circolare inviata dalla CEI ai Vescovi diocesani, tenendo come punto di riferimento la descrizione delle attività di religione e di culto contenuta nell’art. 16, lett. a) della legge n. 222/1985: attività dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana. Pare utile evidenziare che taluni di questi impegni (come, ad esempio, gli aiuti agli enti ecclesiastici per il sostentamento dei sacerdoti addetti e il sostegno alle iniziative in favore del clero anziano e malato) si traducono in ulteriori interventi in favore del clero.
Agli stessi criteri ci si è attenuti nel fornire ai Vescovi gli schemi per il rendiconto annuale.
C) Una quota di € 36.500.000 è stata destinata a sostegno di attività di culto e pastorale a rilievo nazionale, individuate in concreto dalla Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente.
Anche per quest’anno si segnalano, tra gli altri e a titolo esemplificativo, contributi: alle facoltà teologiche, affidate alla diretta responsabilità dei Vescovi italiani, per le attività di formazione del clero e dei religiosi; a enti e associazioni operanti nell’ambito della catechesi, dell’educazione cristiana e per scopi missionari; a istituti che assistono sacerdoti e religiosi in situazione di disagio spirituale, psicologico e vocazionale; ad associazioni di fedeli e aggregazioni laicali per progetti e attività specifiche di apostolato e animazione pastorale.
D) Una quota di € 20.010.977,17 è stata destinata per il “fondo speciale”, costituito presso la CEI, finalizzato alla promozione della catechesi e dell’educazione cristiana. Per le ragioni illustrate al precedente n. 7, sub 1, lettera A, la Conferenza Episcopale Italiana ha stabilito di destinare a questa finalità l’ulteriore quota di € 20 milioni, prelevandola dall’avanzo di gestione del bilancio consuntivo della Conferenza Episcopale Italiana per l’anno 2005, raggiungendo in tal modo la somma complessiva di € 40.010.977,17.
E) Una quota di € 7.500.000 è stata destinata per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali.
2.1. INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DELLA COLLETTIVITÀ NAZIONALE
A) Una quota di € 85 milioni è stata destinata alle 226 diocesi italiane per interventi caritativi a favore della collettività nazionale.
La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (€ 192.455,42) uguale per ciascuna diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti: € 64.151,81), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (€ 0,7117 per abitante).
B) Una quota di € 30 milioni è stata destinata per interventi caritativi in Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente. Anche per quest’anno si segnalano, tra gli altri e a titolo esemplificativo, contributi: a monasteri di clausura femminili che versano in condizioni di particolare necessità; alla Caritas Italiana che coordina interventi sul territorio riguardanti i seguenti ambiti: il sostegno alle famiglie particolarmente disagiate, l’accoglienza e l’assistenza degli anziani, dei senzatetto e dei rifugiati, il recupero delle vittime della tratta di esseri umani, iniziative orientate a favorire il reinserimento lavorativo, sociale e comunitario di detenuti; contributi a fondazioni ed enti senza scopo di lucro che operano per l’assistenza ai poveri, agli emarginati e ai profughi, per la prevenzione dell’usura, per il reinserimento sociale di disoccupati ed ex tossicodipendenti, per il sostegno di soggetti disabili; contributi ad associazioni e centri in difesa della vita umana.
Il criterio per l’ammissibilità delle domande è l’oggettiva rilevanza nazionale degli interventi; le persone giuridiche richiedenti devono essere, di norma, canonicamente riconosciute e soggette alla giurisdizione ecclesiastica.
2.2. INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DI PAESI DEL TERZO MONDO
Nell’anno 2006 una quota di € 80 milioni è stata destinata agli interventi caritativi a favore del terzo mondo.
Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato. Relativamente ai fondi dell’anno 2006 sono pervenuti n. 596 progetti, di cui quelli finora approvati sono stati 207. Sono stati respinti i progetti che non rientravano negli ambiti previsti dalla legge n. 222/1985, o la cui realizzazione è stata giudicata meno urgente o non in linea con il Regolamento indicante il quadro dei criteri generali di intervento e le priorità contenutistiche e geografiche.
I progetti finanziati promuovono la formazione in molteplici ambiti: dall’alfabetizzazione alla formazione professionale in campo sanitario, agricolo-ambientale, economico, cooperativo e delle comunicazioni sociali; non si trascura il sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione di competenze gestionali, né la formazione universitaria e la promozione della donna. Oltre al sostegno offerto a questa tipologia di progetti prioritari, si segnalano anche taluni interventi consistenti per emergenze che ricorrentemente insorgono nelle aree interessate all’azione del Comitato: l’entità degli stanziamenti varia nel caso di gravi calamità nazionali rispetto a interventi più mirati per emergenze locali.
Di seguito si elencano taluni progetti, tra quelli maggiormente significativi, per la cui realizzazione sono stati concessi contributi.
– In ambito scolastico: formazione umana e culturale attraverso l’implementazione di biblioteche per i poveri in Bolivia; accoglienza, formazione e promozione delle minoranze etniche in Thailandia; formazione in informatica in Benin, Bolivia, Burkina Faso, Filippine, India e Zambia; scuola di formazione per dirigenti negli ambiti sociali in Cile; seminari di aggiornamento e formazione per insegnanti in Camerun; formazione di ragazzi e giovani tribali in Ciad e in India; iniziative di contrasto all’analfabetismo tribale per la conservazione e la crescita delle tribù in Africa e Asia; offerta di borse di studio per la formazione universitaria in varie nazioni dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia.
– In ambito sanitario: formazione di agenti comunitari per la salute in Perù; formazione di personale sanitario in Uganda; creazione e rafforzamento dei servizi di cura negli ospedali di Janja in Rwanda, di Naggalama e Manjummel in India, di Luanda in Angola, di Masaka in Uganda e di Ambatondrazaka in Madagascar; fornitura di equipaggiamenti e attrezzature per gli ospedali di Borgang in India, di Kananga nella Repubblica Democratica del Congo, di Huapan in Laos, di Cotonou in Benin; elettrificazione del reparto maternità nell’ospedale Notre Dame de la Providence nella Repubblica Democratica del Congo; acquisto di ambulanze per gli ospedali di Kikolo in Angola e di Kananga nella Repubblica Democratica del Congo; iniziative miranti al recupero e all’integrazione degli audiolesi a Lezhe in Albania e a Kumbakonam in India; acquisto e installazione di macchinari digitali per esami cardiologici a Imphal in India; realizzazione di centri di salute nelle diocesi del Congo.
– Nel settore della promozione umana: costruzione di un acquedotto a Losanga in Senegal; rafforzamento delle comunità tribali attraverso programmi generatori di reddito in India; iniziative miranti alla produzione e commercializzazione di pesci d’acqua dolce in Burkina Faso; sostegno per la formazione di microimprese rurali in Cile; acquisto e installazione di impianti radio a Dungu nella Repubblica Democratica del Congo, ad Arua in Uganda, a Nairobi in Kenya e a Roraima in Brasile; sostegno al canale televisivo a Camiri in Bolivia; riattivazione di una tipografia a Moleghe nella Repubblica Democratica del Congo; formazione professionale di tecnici e operatori radiotelevisivi in Brasile; formazione in tecnologia grafica e impaginazione per giovani disabili in India; assistenza legale e promozione dell’etica pubblica in difesa dei valori umani in India.
Tra le emergenze e le calamità per le quali si è interventuti nel 2006 si segnalano:
– Indonesia (terremoto): € 2.000.000;
– Libano (guerra): € 2.000.000;
– Gibuti (carestia): € 1.000.000;
– Ruanda (emergenza alimentare): € 400.000.
L’intera somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque erogata per i progetti approvati. Si segnala, inoltre, che la somma € 80 milioni destinata nell’anno 2005 è stata interamente erogata per finanziare 567 dei 1.394 progetti presentati.