Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Documenti • 17 Giugno 2007

Rendiconto 10 luglio 2001

Conferenza Episcopale Italiana, “Rendiconto, previsto dall’art. 44 della legge n. 222, circa l’utilizzo delle somme IRPEF pervenute all’I.C.S.C. e alla C.E.I. nell’anno 2000”, 10 luglio 2001.

L’articolo 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222, dispone che la Conferenza Episcopale Italiana trasmetta annualmente all’autorità statale competente il rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme di cui agli articoli 46, 47 e 50, terzo comma, della stessa legge e lo pubblichi nel Notiziario ufficiale della stessa Conferenza.
In adempimento a tale disposizione, si pubblica il rendiconto relativo all’anno 2000, con allegate alcune annotazioni illustrative, inviato con lettera n. 815/01 del 10 luglio 2001, dal Presidente della C.E.I., Card. Camillo Ruini, al Ministro dell’Interno, On. Claudio Scajola.

Nell’indicare i singoli dati si segue l’ordine delle lettere del comma secondo dell’art. 44:

Lettera a) – Numero dei sacerdoti a favore dei quali si è provveduto nell’anno 2000:
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore delle diocesi: n. 36.036
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore delle diocesi: n. 3.279

Lettera b) – Somma stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana per il dignitoso sostentamento dei sacerdoti (al netto dei contributi previdenziali dovuti al Fondo Clero dell’INPS e al lordo delle ritenute fiscali):
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno:
da un minimo di £. 18.816.000 (£. 1.568.000 mensili x 12 mensilità)
ad un massimo di £. 35.044.800 (£. 2.920.400 mensili x 12 mensilità)
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno:
sacerdoti: £. 25.166.400 (£. 2.097.200 mensili x 12 mensilità)
Vescovi emeriti: £. 30.576.000 (£. 2.548.000 mensili x 12 mensilità)

Lettera c) – Ammontare complessivo delle somme di cui agli articoli 46 e 47 destinate al sostentamento del clero:
– erogazioni liberali pervenute all’Istituto Centrale per il sostentamento del clero e deducibili a termini dell’art. 46: £. 39.795.285.393
– importo destinato dalla C.E.I. a valere sull’anticipo dell’8 per mille IRPEF: £. 549.300.000.0001 (*)

Lettera d) – Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata l’intera remunerazione: n. 103

Lettera e) – Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata un’integrazione: n. 35.762

Lettera f) – Ammontare delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali operati ai sensi dell’art. 25:
– ritenute fiscali £. 104.120.844.000
– contributi previdenziali £. 48.096.167.548

Lettera g) – Interventi finanziari dell’Istituto Centrale a favore dei singoli Istituti per il sostentamento del clero £. 499.061.007.365

Lettera h) – Interventi operati per le altre finalità previste dall’art. 48:

1. ESIGENZE DI CULTO DELLA POPOLAZIONE.

La somma destinata a questa finalità è stata pari a £. 451.542.832.600. In particolare, essa è stata così ripartita:
– per la costruzione di nuovi edifici di culto e centri parrocchiali: £. 105 miliardi;
– alle diocesi, per il sostegno delle attività di culto e pastorale: £. 229.100.000.000;
– per interventi di rilievo nazionale definiti dalla C.E.I.: £. 41.185.500.000;
– per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici: £. 5 miliardi;
– per il “fondo speciale” finalizzato alla promozione della catechesi e dell’educazione cristiana: £. 47.700.000.000;
– per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali: £. 8 miliardi;
– per il “fondo di riserva” costituito presso la Conferenza Episcopale Italiana: £. 15.557.332.600.

2. INTERVENTI CARITATIVI IN ITALIA E NEI PAESI DEL TERZO MONDO.

La somma destinata a questa finalità è stata pari a £. 243.600.000.000.
In particolare, essa è stata così ripartita:
– alle diocesi, per interventi caritativi a favore della collettività nazionale: £. 125.600.000.000;
– per interventi caritativi di rilievo nazionale definiti dalla C.E.I.: £. 13 miliardi;
– per interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo: £. 105 miliardi.

A N N O T A Z I O N I

L’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222 dispone che “la Conferenza Episcopale Italiana trasmette annualmente all’autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme di cui agli articoli 46, 47 [e 50, terzo comma]”, e indica gli elementi che “tale rendiconto deve comunque precisare”.

SOSTENTAMENTO DEL CLERO CATTOLICO.

1. Quanto al dato di cui alla lett. a) dell’art. 44, comma secondo

Il numero di 39.315 (36.036 + 3.279) individua i sacerdoti inseriti nel sistema di sostentamento nel corso del 2000, compresi coloro che tra il 2 gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno sono deceduti.
I primi (36.036) sono coloro che hanno avuto titolo ad una remunerazione per il ministero svolto a tempo pieno in servizio delle diocesi (cf. art. 24); i secondi (3.279) sono coloro a cui si è provveduto a titolo di previdenza integrativa (cf. art. 27, comma primo), non essendo essi più in grado di svolgere un servizio a tempo pieno.

2. Quanto ai dati di cui alla lettera b).

L’esistenza di un importo minimo e di un importo massimo di remunerazione assicurato ai sacerdoti deriva dalle scelte operate nella definizione del sistema remunerativo. A ciascun sacerdote spetta un numero X di punti; ogni anno la C.E.I. determina il valore monetario del singolo punto (per il 2000: £. 19.600); la remunerazione assicurata corrisponde al prodotto del numero dei punti per il valore del punto.
Il numero dei punti varia in concreto per ciascun sacerdote, perché a partire da un numero-base uguale per tutti (nel 2000: 80 punti mensili) sono attribuiti punti ulteriori (fino a un massimo di 141 punti mensili) al verificarsi di circostanze previste dalla normativa data dalla C.E.I. ai sensi dell’art. 75 della legge n. 222/1985 e secondo gli indirizzi del can. 281 del codice di diritto canonico (oneri particolari connessi con l’esercizio di taluni uffici; anzianità nell’esercizio del ministero sacerdotale; spese per alloggio in mancanza di casa canonica; condizioni di speciale difficoltà).

3. Quanto ai dati di cui alla lettera c).

Le offerte deducibili previste dall’art. 46, destinate al sostentamento del clero cattolico nel 2000, sono state pari a £. 39.795.285.393. Si tratta dell’importo complessivo delle erogazioni liberali versate nel corso del 1999 dai donanti sui conti correnti postale e bancari dell’Istituto Centrale oppure presso gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero all’uopo delegati, del quale l’Istituto Centrale ha avuto conoscenza esauriente soltanto dopo la chiusura dell’esercizio 1999, al ricevimento delle rendicontazioni degli enti collettori; conseguentemente detto importo è stato destinato al sostentamento del clero nell’esercizio successivo (2000).
La somma di £. 549.300.000.000 corrisponde all’importo trasmesso dalla C.E.I. all’Istituto Centrale prelevandolo dal versamento complessivo di £. 1.244.442.832.600 effettuato dallo Stato nell’anno 2000 ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 47. Come già precisato nella nota (1) alla lettera c), l’importo complessivo trasmesso dalla C.E.I. all’Istituto Centrale per il sostentamento del clero è stato pari a £. 566.121.000.000. Nel corso dell’anno 2000 dovevano, infatti, essere corrisposti alla C.E.I.:
a) entro il mese di gennaio, il conguaglio dell’anticipo ricevuto per l’anno finanziario 1997;
b) entro il mese di giugno, a titolo di anticipo, la somma spettante alla Chiesa sulla base delle dichiarazioni relative al terzo periodo d’imposta precedente (dichiarazioni presentate nel 1997 per i redditi del 1996).
Di fatto:
– per il titolo di cui alla lettera a), la C.E.I. ha ricevuto la somma di £. 153.942.784.710;
– per il titolo di cui alla lettera b), la C.E.I. ha ricevuto la somma di £. 1.075.367.119.000;
– a seguito delle ulteriori elaborazioni dell’Amministrazione finanziaria finalizzate alla rilevazione del numero delle scelte espresse dai contribuenti, la C.E.I. ha successivamente ricevuto la somma di £. 15.132.928.890 a titolo di aggiornamento delle somme ricevute ai titoli a) e b).

4. Quanto ai dati di cui alle lettere d) ed e).

Come è noto, il sistema di sostentamento del clero cattolico è impostato secondo i seguenti criteri:

A – I sacerdoti che svolgono servizio in favore della diocesi “comunicano annualmente all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero:
a) la remunerazione che, secondo le norme stabilite dal Vescovo diocesano, sentito il Consiglio presbiterale, ricevono dagli enti ecclesiastici presso i quali esercitano il ministero;
b) gli stipendi eventualmente ad essi corrisposti da altri soggetti” (art. 33).

B – “L’Istituto verifica, per ciascun sacerdote, i dati ricevuti a norma dell’art. 33. Qualora la somma dei proventi di cui al medesimo articolo non raggiunga la misura determinata dalla Conferenza Episcopale Italiana a norma dell’articolo 24, primo comma, l’Istituto stabilisce l’integrazione spettante, dandone comunicazione all’interessato” (art. 34, comma primo).

C – “Gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero provvedono all’integrazione di cui all’art. 34 con i redditi del loro patrimonio. Qualora tali redditi risultino insufficienti, gli Istituti richiedono all’Istituto Centrale la somma residua necessaria ad assicurare ad ogni sacerdote la remunerazione nella misura stabilita” (art. 35, comma primo e secondo).
In pratica possono dunque verificarsi tre situazioni:
– Taluni sacerdoti non ricevono alcuna remunerazione dall’ente ecclesiastico, perché questo è impossibilitato a intervenire in loro favore per mancanza totale di mezzi; se il sacerdote non ha altre entrate computabili, gli si deve l’intera remunerazione. I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 113.
– Altri sacerdoti ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o godono di altre entrate computabili; se con queste risorse non raggiungono la misura di remunerazione loro attribuita (cf. quanto annotato più sopra alla lettera B.) hanno diritto di ricevere una integrazione fino alla concorrenza di tale misura.
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 36.296.
– Altri sacerdoti, infine, che ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o godono di altre entrate computabili, raggiungono con questi apporti o addirittura superano la misura di remunerazione loro attribuita; in questo caso non è dovuta loro alcuna integrazione. I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 3.384.

5. Quanto al dato di cui alla lettera f)

A proposito delle ritenute fiscali è opportuno ricordare che si tratta di quelle operate dall’Istituto Centrale su due possibili componenti della remunerazione dei sacerdoti:
– la remunerazione ricevuta da enti ecclesiastici;
– la remunerazione totale o l’integrazione ricevuta dagli Istituti per il sostentamento del clero.
È da sottolineare, peraltro, che il carico fiscale complessivo che è gravato sui sacerdoti nel 2000 è maggiore dell’importo indicato: quando, per esempio, a comporre la remunerazione attribuita al sacerdote concorre uno stipendio (insegnamento della religione cattolica nelle scuole, assistenza spirituale negli ospedali o nelle carceri, ecc.) le ritenute sul medesimo sono operate direttamente dallo Stato. È noto inoltre che lo Stato effettua le ritenute sulle pensioni di cui eventualmente i sacerdoti godono. A proposito dei contributi previdenziali si precisa che si tratta di quelli dovuti, ai sensi della legge 22 dicembre 1973, n. 903, per il fondo speciale clero costituito presso l’INPS, l’iscrizione al quale è obbligatoria per ogni sacerdote secolare.
Si segnala che l’art. 42 della legge 23 dicembre 1999, n. 488 ha apportato, a decorrere dal 1° gennaio 2000, alcune modifiche alla legge che disciplina il predetto fondo speciale. In particolare è stata aumentata di circa il 50 per cento la misura annua della contribuzione dovuta dagli iscritti. Anche a seguito di tale aumento l’onere contributivo complessivo si è elevato da £. 28.742.392.048 (nel 1999) a £. 48.096.167.548 (nel 2000).

6. Quanto alla lettera g)

Se si confrontano i dati relativi al primo e terzo comma del precedente punto 3 delle presenti Annotazioni (£. 605.916.285.393) e la somma erogata dall’Istituto Centrale ai singoli Istituti diocesani per il sostentamento del clero (£. 499.061.007.365) si constata una differenza positiva di £. 106.855.278.028, che merita un chiarimento.
Parte di tale differenza, ed esattamente £. 43.799.555.982, è stata utilizzata per finanziare gli assegni di previdenza integrativa erogati a favore dei 3.279 sacerdoti inabili allo svolgimento del ministero a tempo pieno, di cui alla lettera a). La somma residua (£. 63.055.722.046) è stata utilizzata dall’Istituto Centrale, in parte, per il pagamento del premio di una polizza sanitaria integrativa stipulata in favore del clero (pari a £. 18.322.334.500), e per la parte restante (£. 44.733.387.546) è stata destinata dal medesimo alle esigenze del sostentamento del clero dell’anno successivo.

7. Quanto alla lettera h)

ESIGENZE DI CULTO DELLA POPOLAZIONE

A – Una quota di £. 105 miliardi è stata destinata per la costruzione di edifici di culto cattolico e delle pertinenti opere parrocchiali.

B – Una quota di £. 229.100.000.000 è stata destinata alle 227 diocesi italiane, per il sostegno delle attività di culto e di pastorale.
La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (£. 515.300.000) eguale per ciascuna diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti: £. 171.776.667), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (£. 1.958 per abitante). L’individuazione delle finalità di culto e di pastorale alle quali destinare la somma ricevuta è stata fatta in un’apposita circolare inviata dalla C.E.I. ai Vescovi diocesani, tenendo come punto di riferimento la descrizione delle attività di religione e di culto contenuta nell’art. 16, lett. a) della legge 20 maggio 1985, n. 222: attività dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana. Agli stessi criteri ci si è attenuti nel fornire ai Vescovi gli schemi per il rendiconto annuale.

C – Una quota di £. 41.185.500.000 è stata destinata a sostegno di attività di culto e di pastorale a rilievo nazionale, individuate in concreto dalla Presidenza della C.E.I., sentito il Consiglio Episcopale Permanente. Le modalità di impiego di tale quota sono state molto simili a quelle degli anni precedenti.

D – Una quota di £. 5 miliardi è stata destinata per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici.

E – Una quota di £. 47.700.000.000 è stata destinata per il “fondo speciale”, costituito presso la C.E.I., finalizzato alla promozione della catechesi e dell’educazione cristiana.

F – Una quota di £. 8 miliardi è stata destinata per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali.

G – Una quota di £. 15.557.332.600 è stata destinata per il “fondo di riserva”, costituito presso la C.E.I. e descritto al n. 7, lett. I delle annotazioni allegate al rendiconto presentato nel 2000 e relativo all’anno 1999.

INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DELLA COLLETTIVITÀ NAZIONALE

1) Una quota di £. 125.600.000.000 è stata destinata alle 227 diocesi italiane per interventi caritativi a favore della collettività nazionale. La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (£. 283.221.728) uguale per ciascuna diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti: £. 94.407.243), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (£. 1.074 per abitante).

2) Una quota di 13 miliardi è stata destinata per interventi caritativi in Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla Presidenza della C.E.I., sentito il Consiglio Episcopale Permanente.

INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DI PAESI DEL TERZO MONDO
Nell’anno 2000 una quota di lire 105.000.000.000 è stata destinata agli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo.
Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato, costituito per un triennio dal Consiglio Episcopale permanente in data 5 giugno 1990, rinnovato in data 25 marzo 1993, nuovamente rinnovato in data 29 marzo 1996. È stato configurato in forma stabile in data 14 maggio 2001. Relativamente ai fondi dell’anno 2000 sono pervenuti n. 788 progetti, di cui quelli finora approvati sono 275.
Molti progetti sono stati respinti perché non rientravano negli ambiti previsti dalla legge 222/85, oppure perché la loro realizzazione è stata giudicata meno urgente o non in linea con il Regolamento applicativo, approvato dalla Presidenza della Conferenza Episcopale ed indicante il quadro dei criteri generali di intervento e le priorità contenutistiche e geografiche.
Come detto già in precedenti occasioni, i progetti finanziati con l’otto per mille promuovono la formazione in tutti gli ambiti: dall’alfabetizzazione alla formazione professionale in campo sanitario, agricolo-ambientale, economico, cooperativo e delle comunicazioni sociali; non si trascura il sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione di competenze gestionali, né si tiene in minor considerazione la formazione universitaria e la promozione della donna. Ecco di seguito alcuni esempi significativi.

In ambito scolastico: dotazione di strumenti di laboratori nelle facoltà di chimica e biologia nell’Università a Chiclayo (Perù); alfabetizzazione e sviluppo in ambienti rurali a Conakry (Guinea); educazione scolare e formazione di insegnanti a Niamey (Niger); programma di formazione di formatori in prevenzione integrale in America Latina; progetto pilota di università interattiva per fasce di popolazioni più povere a Santafè di Bogotà (Colombia); formazione di operatori delle carceri a Ciego de Avila (Cuba); scolarizzazione handicappati a Kompong (Cambogia); formazione professionale di giovani ad Hanoi (Vietnam).

In ambito sanitario: programma integrato sanità di base comunitaria a Matiri (Kenya); coordinamento e rafforzamento strutture sanitarie in Burkina Faso; piano operativo nella lotta all’Aids a Kampala (Uganda); sensibilizzazione igienico-sanitaria nei villaggi a Daloa (Costa D’Avorio); formazione professionale per operatori ausiliari di assistenza sanitaria e nutrizionale a Santa Cruz de la Sierra (Bolivia); corsi di formazione socio-sanitari a Manila (Filippine); formazione sanitaria di base a Yangon (Myanmar).

Nel settore della promozione umana: promozione umana a Nairobi (Kenya); allestimento centro sociale polivalente a Uige (Angola); centro pilota di formazione e sviluppo agro-pastorale a Bangui (Republica Centroafricana); progetto di apicoltura nelle isole di Sao Tomè e Principe; promozione delle donne in Tamilnadu (India); progetto ‘pescare per vivere’ a Benguela (Angola); formazione di formatori per lo sviluppo dell’artigianato locale a Bujumbura (Burundi); microprogetti per attività generatrici di reddito per donne a Keren (Eritrea); scuola di panificazione a Brasilia (Brasile); laboratorio di cultura afro-brasiliana, promozione della cittadinanza e dignità del popolo nero a Paraiba (Brasile).

Tra le emergenze alle quali la C.E.I. ha potuto dar risposta nel 2000 ricordiamo:
Mozambico (ciclone) 3 miliardi
Niger (alimentare) 500 milioni
Ecuador (eruzione vulcano) 690 milioni
Venezuela (alluvione) 3 miliardi
Timor Est (guerra) 3 miliardi e 300 milioni
Eritrea (rifugiati) 1 miliardo
Sudan (profughi ed alimentare) 500 milioni
Tanzania (carestia) 440 milioni
Madagascar (ciclone) 250 milioni
El Salvador (terremoto) 3 miliardi
L’entità degli stanziamenti può variare nel caso di grave calamità nazionale rispetto a interventi più mirati su emergenze locali.

Resta fermo che, come negli anni passati, tutta la somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque erogata per i progetti approvati. A questo proposito si segnala che la somma di lire 125.000.000.000 destinata nell’anno 1999 è stata interamente erogata per finanziare 366 progetti sui 977 presentati.


(*) Si fa presente che, in coerenza con la decisione di configurare nel sistema di sostentamento del clero gli interventi in favore dell’assistenza domestica per i sacerdoti, la Conferenza Episcopale Italiana, con la stessa delibera, ha destinato all’Istituto Centrale anche la parte residuale delle somme destinate a tale finalità negli anni precedenti, pari a £. 16.821.000.000. La somma complessivamente trasferita all’Istituto Centrale è stata, quindi, pari a £. 566.121.000.000.