Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Decreto ministeriale 18 marzo 2009, n.34

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. D.M. 18 marzo 2009, n. 34: “Criteri e parametri per l’assegnazione dei contributi alle scuole paritarie per l’anno scolastico 2008/2009”. Il MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA VISTO l’art. 12 della legge 241/1990 VISTA la Legge 10/3/2000 n. 62 recante “Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto […]

Sentenza 06 febbraio 2009, n.1206

L’art. 14 del D.P.R. n. 394/1999, nell’indicare le attività
consentite in relazione ai permessi di soggiorno per motivi di lavoro
subordinato, di lavoro autonomo, familiari e di studio, espressamente
consente la conversione di tali permessi di soggiorno per
l’attività effettivamente svolta. La predetta disposizione,
tuttavia non può interpretarsi nel senso che soltanto le menzionate
tipologie di permesso di soggiorno possano essere oggetto di
conversione e, conseguentemente, che per quelle non espressamente ivi
richiamate tale conversione non sarebbe consentita. Ciò nella
considerazione che la norma suddetta non contiene alcuna espressa
esclusione dalla conversione di altre tipologie di permesso di
soggiorno diverse da quelle sopra menzionate ed in particolare, per
quanto qui interessa, con riferimento al permesso di soggiorno per
motivi religiosi (nel caso di specie, veniva accolto il ricorso di una
cittadina indiana che, in vigenza del permesso di soggiorno per motivi
religiosi, svolgeva attività lavorativa come infermiera
professionale, in base ad un regolare contratto di lavoro
subordinato).

Sentenza 19 febbraio 2009

Il porto del pugnale kirpan costituisce un segno distintivo di
adesione ad una regola religiosa e, quindi, una modalità di
espressione della fede religiosa Sikh, garantita dall’art. 19 Cost.
oltre che da plurimi atti internazionali, perciò non costituisce
reato.
Nella fattispecie il Tribunale di Cremona ha assolto un indiano sikh
dal reato di porto ingiustificato di armi od oggetti atti ad offendere
(art. 4 l. 18 aprile 1975 n. 110) per avere portato con sé fuori
dalla propria abitazione un pugnale kirpan della lunghezza complessiva
di 17 cm (di cui 10 di lama), calzato in un fodero. L’indiano era
stato fermato dalle forze dell’ordine mentre si trovava
all’interno di un centro commerciale, vestito con una tunica bianca
e con un turbante. Una volta fermato, aveva subito giustificato il
porto del pugnale kirpan affermandone la natura di simbolo religioso:
una circostanza ha trovato riscontro durante il processo, dove è
risultato provato, anche grazie a un certificato del Consolato
generale dell’India, che per i sikh il kirpan è simbolo della
resistenza al male e che deve essere sempre portato in modo visibile.

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Un’annotazione dell’ordinanza, da parte di Gian Luigi Gatta, è
stata pubblicata ne Il Corriere del Merito (Ipsoa ed.), 2009, n. 4, p.
399 s., all’interno della rubrica ‘Osservatorio di diritto e
processo penale’.

Ordinanza 26 febbraio 2009

Un’ordinanza del G.i.p. di Milano, pronunciata nel corso di un
processo per terrorismo internazionale, ha affermato che qualora un
imputato islamico indossi all’interno dell’aula del tribunale un
tradizionale copricapo, il giudice può invitarlo a toglierlo, atteso
che per consolidata prassi istituzionale nessuno può presenziare in
udienza a capo coperto, ad eccezione delle Forze dell’Ordine adibite
alla sicurezza dell’udienza. Non sarebbe ravvisabile alcuna
violazione del diritto di difesa se poi, come è avvenuto nel caso di
specie, dopo aver dichiarato che il copricapo è un simbolo religioso
l’imputato rifiuta l’invito del giudice e, pur di non togliersi il
copricapo, rinuncia a partecipare all’udienza senza essere
allontanato coattivamente.

L’ordinanza non dà conto e non affronta il problema, cruciale,
della rilevanza del motivo religioso fatto valere dall’imputato
(tunisino) che, invitato dal giudice a togliersi il copricapo avrebbe
risposto: “è un simbolo religioso, anche tu giudice porti la
croce” (lo si apprende dalla stampa: cfr. l’articolo Via quel
turbante. Islamico si ribella al giudice. E’ un simbolo religioso,
non me lo levo, ne La Repubblica del 27 febbraio 2009, p. 17). Il
G.i.p., senza considerare il diritto dell’imputato a professare
liberamente la propria fede religiosa, ha giustificato l’ordine di
togliere il copricapo all’interno dell’aula del tribunale sulla
base dei poteri di disciplina dell’udienza attribuitigli dall’art.
470 c.p.p. a tutela del decoro e del rispetto dell’Autorità
Giudiziaria: prassi istituzionale vorrebbe che nessuno presenzi in
udienza a capo coperto, ad eccezione delle forze dell’ordine adibite
alla sicurezza dell’udienza. Con buona pace della libertà di
professare la propria fede religiosa.

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Un’annotazione dell’ordinanza, da parte di Gian Luigi Gatta,
Ricercatore di Diritto Penale nell’Università degli Studi di
Milano, è stata pubblicata ne Il Corriere del Merito (Ipsoa ed.),
2009, n. 4, p. 403 s., all’interno della rubrica ‘Osservatorio di
diritto e processo penale’.

Protocollo di intesa 10 marzo 2009

Protocollo d’intesa tra la Regione Marche e la Conferenza Episcopale delle Marche per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali compresi musei, archivi, biblioteche appartenenti ad enti ed istituzioni ecclesiastiche, 10 marzo 2009 PREMESSO E CONSIDERATO – che la Regione Marche e la Conferenza Episcopale delle Marche, con la sottoscrizione de1 presente protocollo d’intesa, […]

Regolamento 09 febbraio 2009, n.3

Regolamento regionale 9 febbraio 2009, n. 3: “Attività funebri e cimiteriali ai sensi dell’art. 11 della l.r. 1 febbraio 2005, n. 3“. (B.U.R. Marche 19 febbraio 2009, n. 17) Art. 1 (Oggetto) 1. Il presente regolamento disciplina requisiti e procedure dei servizi correlati al decesso dei cittadini, in attuazione degli articoli 9, comma 5, e […]

Sentenza 09 novembre 2007

La circoncisione rituale consiste in una menomazione dell’integrità
fisica che non può prescindere dall’attenta valutazione delle
condizioni del soggetto che la subisce, per le potenziali conseguenze
negative che potrebbero aversi sulla sua salute, e che deve essere
eseguita nel rispetto della buona pratica clinica, garantendo
successivamente un’adeguata assistenza. Lo svolgimento di tale
attività richiede, dunque, in ogni caso l’intervento di personale
medico (nel caso di specie, veniva ritenuta responsabile del reato di
cui all’art. 348 c.p. la madre di un neonato che aveva sottoposto il
figlio a circoncisione rituale, affidandolo a persona estranea alla
professione medica).

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In proposito: VITO PLANTAMURA, _Brevi note in tema di circoncisione
maschile rituale, esercizio abusivo della professione e lesioni_, in
“Giurisprudenza di merito”, 2008, 10, p. 2590 ss.; ANTONIO G.
CHIZZONITI, _Multiculturalismo, libertà religiosa e norme penali_, in
G. De Frenacesco – C. Piemontese – E. Venafro (a cura di), _Religione
e religioni: prospettive di tutela, tutela della libertà_, Torino,
2007, 29 ss., e, spec., p. 42 ss.

Sentenza 23 gennaio 2009, n.1731

Tra il giudizio di nullità del matrimonio concordatario e quello
avente ad oggetto la cessazione degli effetti civili del medesimo non
sussiste alcun rapporto di pregiudizialità, tale che il secondo debba
essere necessariamente sospeso a causa della pendenza del primo ed in
attesa della sua definizione, dal momento che trattasi di procedimenti
autonomi, non solo sfocianti in decisioni di differente natura (e con
peculiare e specifico rilievo in ordinamenti diversi, tanto che la
decisione ecclesiastica solo a seguito di un eventuale giudizio di
delibazione, e non automaticamente, può produrre effetti
nell’ordinamento italiano), ma anche aventi finalità e presupposti
differenti (cfr. Cass. 19 settembre 2001, n. 11751; Cass. 25 maggio
2005, n. 11020)

Costituzione 07 agosto 2008

The Maldives is a unitary, sovereign, independent democratic republic
based on the principles of Islam (art. 2). A non-Muslim may not become
a citizen of the Maldives (art. 9.d). The religion of the State of the
Maldives is Islam. Islam shall be the one of the basis of all the laws
of the Maldives. No law contrary to any tenet of Islam shall be
enacted in the Maldives (art. 10). The Constitution guarantees to all
persons, in a manner that is not contrary to any tenet of Islam, the
rights and freedoms contained within the Chapter II (art. 11).
Everyone is entitled to the rights and freedoms included in the
Chapter II without discrimination of any kind, including race,
national origin, colour, sex, age, mental or physical disability,
political or other opinion, property, birth or other status, or native
island (art. 17). A citizen is free to engage in any conduct or
activity that is not expressly prohibited by Islamic Shari’ah or by
law (art. 19). Everyone has the right to freedom of thought and the
freedom to communicate opinions and expression in a manner that is not
contrary to any tenet of Islam (art. 27). Education shall strive to
inculcate obedience to Islam, instil love for Islam, foster respect
for human rights, and promote understanding, tolerance and friendship
among all people (art. 36.c). No person shall be found guilty of any
act or omission which did not constitute an offence under Islamic
Shari’ah or law at the time committed (art. 59.a). The exercise and
enjoyment of fundamental rights and freedoms is inseparable from the
performance of responsibilities and duties, and it is the
responsibility of every citizen: … (f) to promote democratic values
and practices in a manner that is not inconsistent with any tenet of
Islam;(g) to preserve and protect the State religion of Islam,
culture, language and heritage of the country (art. 67). The
People’s Majlis shall not pass any law that contravenes any tenet of
Islam (art. 70.c). A person elected to be a member of the People’s
Majlis shall be so qualified if he: … 3. is a Muslim and a follower
of a Sunni school of Islam (art. 73). No member or other person shall
be liable to any proceedings in any court, and no person shall be
subject to any inquiry, arrest, detention or prosecution, with respect
to anything said in, produced before, or submitted to the People’s
Majlis or any of its committees, or with respect to any vote given if
the same is not contrary to any tenet of Islam (art. 90.a). The
People’s Majlis, by a resolution, may remove the President or the
Vice President from office only on the grounds of: 1. direct violation
of a tenet of Islam, the Constitution or law (100.a). A person elected
as President shall have the following qualifications: … be a Muslim
and a follower of a Sunni school of Islam (109.b). A person shall be
qualified to be a member of the Cabinet if he: … 3. is a Muslim and
a follower of a Sunni school of Islam (art. 130.a). The Judges are
independent, and subject only to the Constitution and the law. When
deciding matters on which the Constitution or the law is silent,
Judges must consider Islamic Shari’ah (art. 142) and he shall be a
Muslim and a follower of a Sunni school of Islam (art. 149.b.1); a
person appointed to be a Judge of the Supreme Court, must be educated
in Islamic Shari’ah or law (149.c). Members of the security services
shall treat all persons and groups equally without any discrimination,
and with humanity and dignity in accordance with the decorous
principles of Islam (art. 246). In this Constitution, unless the
context otherwise requires, the following words and phrases shall have
the following meanings: “tenet of Islam” means, the Holy Qur’an
and those principles of Shari’ah whose provenance is not in dispute
from among those found in the Sunna of the Noble Prophet, and those
principles derived from these two foundations; “Islamic
Shari’ah” means, the Holy Qur’an and the ways preferred by the
learned people within the community and followers of the Sunnah in
relation to criminal, civil, personal and other matters found in the
Sunna (art. 274).