Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

Olir

Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Decreto legislativo 03 febbraio 2011, n.71

D.Lgs. 3 febbraio 2011 n. 71: "Ordinamento e funzioni degli uffici consolari, ai sensi dell'articolo 14, comma 18, della legge 28 novembre 2005, n. 246". (omissis) Articolo  18 Trasmissione di atti di matrimonio   1. L'ufficio consolare trasmette ai Comuni ed agli altri eventuali competenti uffici in Italia gli atti relativi a matrimoni celebrati dinanzi […]

Decreto legislativo 01 settembre 2011, n.150

D.Lgs. 1° settembre 2011 n. 150: "Disposizioni complementari al codice di procedura civile in materia di riduzione e semplificazione dei procedimenti civili di cognizione, ai sensi dell'articolo 54 della legge 18 giugno 2009, n. 69" (omissis) Articolo  31 Delle controversie in materia di rettificazione di attribuzione di sesso 1. Le controversie aventi ad oggetto la […]

Sentenza 24 novembre 2011, n.43646

L’avere sottoposto il proprio figlio ad intervento di circoncisione
ad opera di soggetto non abilitato all’esercizio della professione
medica, con conseguenze dannose per la salute dello stesso, integra in
astratto il concorso nel reato di cui all’art. 348 c.p. (esercizio
abusivo della professione medica). In particolare, sotto il profilo
della materialità, si è di fronte ad un reato c.d. “culturalmente
orientato”, nel quale viene in rilevo un conflitto, per così dire,
“esterno” dell’agente, che si realizza cioè quando
quest’ultimo – avendo recepito le norme della cultura e della
tradizione di un determinato gruppo etnico nella sua formazione –
migra in un’altra realtà territoriale dove quelle norme non sono
presenti. Ciò premesso, nel caso di specie, la Corte adita tuttavia
ha accolto il ricorso presentato dal genitore, ritenendo sussistenti
in concreto gli estremi dell’error iuris “scusabile”. La
valutazione dell’ignorantia legis c.d. inevitabile – e quindi
scusabile – implica, infatti, che il giudizio di rimproverabilità
del soggetto agente debba necessariamente estendersi alla valutazione
del processo formativo della sua volontà, per stabilire se – al
momento dell’azione posta in essere – si sia reso conto
dell’illiceità della sua condotta e del valore tutelato dalla norma
violata. Ciò non può che avvenire attraverso il raffronto tra dati
oggettivi, che possono avere determinato nell’agente l’ignorantia
legis circa l’illiceità del suo comportamento, e dati soggettivi
attinenti alle conoscenze e alle capacità dell’agente, che
avrebbero potuto consentire al medesimo di non incorrere dell’error
iuris. Nel caso di specie, si è ritenuto – quale dato oggettivo
incontestabile – il difettoso raccordo che si determina tra una
persona di etnia africana, migrata in Italia e ancora non integrata
nel relativo tessuto sociale, e l’ordinamento giuridico del nostro
Paese, di cui quest’ultima ha conseguentemente difficoltà nel
recepire, con immediatezza, valori e divieti. Quanto all’aspetto
soggettivo, sono stati valutati, da un lato, il basso grado di cultura
della madre e, dall’altro, il forte condizionamento derivatole dal
mancato avvertimento dell’esistenza di un conflitto “interno”
(vale a dire l’avvertito disvalore della sua azione rispetto alle
regole della sua formazione culturale). Circostanze queste ultime che
– secondo la Corte adita – attenuano il dovere di diligenza
finalizzato alla conoscenza degli ambiti di liceità consentiti nel
diverso contesto territoriale in cui il genitore venga a trovarsi.

Deliberazione della Giunta regionale 02 novembre 2009, n.49-12479

Regione Piemonte. Deliberazione della Giunta Regionale 2 novembre 2009, n. 49-12479: "Aggiornamento del nomenclatore tariffario regionale delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale – D.G.R. n. 73-13176 del 26.07.2004 e s.m.i. – ed ulteriori indicazioni". (BOLLETTINO UFFICIALE N. 46 DEL 19/11/09) A relazione dell'Assessore Artesio: Con D.G.R. n. 73-13176 del 26 luglio 2004 e s.m.i la […]

Parere 06 gennaio 2006

L’intervento di circoncisione maschile, anche quello rituale, è
atto di competenza medica, stanti le implicanze che esso riveste in
ordine alla valutazione delle condizioni del soggetto la corretta
esecuzione dell’intervento, in condizioni di massima garanzia, nel
rispetto dei principi etici, deontologici e di buona pratica clinica.
Sotto questo profilo la circoncisione rituale maschile non può
ritenersi atto contrario alla deontologia, ma nello stesso tempo non
può mai sovrastare la coscienza soggettiva del medico, al quale deve
essere garantito il principio generale giuridico e deontologico del
diritto di obiezione di coscienza.
L’intervento di circoncisione rituale non assolve alle funzioni di
tutela della salute proprie del SSN e non può rientrare tra le
prestazioni uniformi ed essenziali come definite dal D. Lgv. 229/99.
Di conseguenza non trova giustificazione di carattere etico per essere
posto a carico del SSN.

Parere 31 dicembre 2001

INTERVENTI DI CIRCONCISIONE PER MOTIVI RELIGIOSI (allegato alla Delibera della Giunta Regionale del Vento 31 dicembre 2001, n. 3892) Il tema proposto all’attenzione del Comitato riguarda gli interventi di circoncisione di minori di sesso maschile e propone una duplice problematica: se possano trovare giustificazione quando non sussistano indicazioni di ordine sanitario (per finalità terapeutiche o […]

Sentenza 10 novembre 2011, n.39

La pensione INPDAP percepita dal sacerdote (nel caso di specie,
erogata per avere svolto l’attività di insegnante di religione) non
è computabile ai fini della determinazione della remunerazione
spettantegli ai sensi degli art. 23, 33 e 34 della legge n. 222/1985 e
delle delibere CEI n. 43 e 44 (e loro successive modificazioni).