Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Documenti • 30 Ottobre 2016

Accordo 26 ottobre 2016

Accordo di collaborazione per la valorizzazione e l’integrazione dei Musei ecclesiastici nel Sistema museale nazionale tra il MiBACT e l'AMEI (Associazione Nazionale Musei Ecclesiastici), 26 ottobre 2016

ACCORDO DI COLLABORAZIONE

 
per la valorizzazione e l’integrazione dei Musei ecclesiastici nel Sistema museale nazionale
 
tra
 
il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (di seguito "il Ministero"), rappresentato dal Direttore generale Musei, Arch. Ugo Soragni
e
 
l’Associazione nazionale Musei ecclesiastici (di seguito “l’AMEI”), rappresentata dal presidente pro tempore, Arch. Domenica Primerano,
 
di seguito, congiuntamente, denominati “le Parti”
 
PREMESSO CHE:
 
 
l’articolo 10, comma 1, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, prevede che: “Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico”;
 
il comma 2, lett. a) del medesimo articolo stabilisce che sono inoltre beni culturali: “le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente e di Istituto pubblico”;
 
il comma 3, lett. d) dell’articolo citato prevede che sono altresì beni culturali, quando sia intervenuta la dichiarazione prevista dall'articolo 13: “le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse, particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell'arte, della scienza, della tecnica, dell'industria e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell'identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose”;
 
CONSIDERATO che il Ministero, in relazione alle proprie finalità istituzionali, svolge funzioni e compiti nei settori della promozione, valorizzazione e fruizione pubblica del patrimonio culturale nazionale, nonché dell’integrazione tra cultura e turismo;
 
VISTO l’articolo 20 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 agosto 2014, n. 171, recante “Regolamento di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, degli uffici della diretta collaborazione del Ministro e dell'Organismo indipendente di valutazione della performance, a norma dell'articolo16, comma 4, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89” (di seguito “Regolamento”), che istituisce la Direzione generale Musei la quale, tra l’altro, “cura le collezioni dei musei e dei luoghi della cultura statali, con riferimento alle politiche di acquisizione, prestito, catalogazione, fruizione e valorizzazione. Sovraintende al sistema museale nazionale e coordina i poli museali regionali. Svolge altresì funzioni e compiti di valorizzazione del patrimonio culturale, in conformità a quanto disposto dall'articolo 6 del Codice, con riguardo a tutti gli istituti e luoghi della cultura di cui all'articolo 101, commi 1 e 2, del Codice medesimo, che siano di pertinenza dello Stato o costituiti dallo Stato.
 
CONSIDERATO che la Direzione generale Musei, ai sensi del citato art. 20, comma 2, lettera e) “svolge funzioni di indirizzo e controllo in materia di valorizzazione del patrimonio culturale statale, individuando gli strumenti giuridici adeguati ai singoli progetti di valorizzazione ed alle realtà territoriali in essi coinvolte; cura il coordinamento con le Regioni e con gli altri enti pubblici e privati interessati ed offre il necessario sostegno tecnico-amministrativo per l'elaborazione dei criteri di gestione, anche integrata, delle attività di valorizzazione, ai sensi degli articoli 112 e 115 del Codice; elabora linee guida, in conformità con i più elevati standard internazionali, per la individuazione delle forme di gestione delle attività di valorizzazione, ai sensi dell'articolo 115 del Codice”;
 
VISTO l’articolo 34 del Regolamento, che istituisce i poli museali regionali, quali “articolazioni periferiche della Direzione generale Musei”, e che tali organismi “assicurano sul territorio l'espletamento del servizio pubblico di fruizione e di valorizzazione degli istituti e dei luoghi della cultura in consegna allo Stato o allo Stato comunque affidati in gestione, ivi inclusi quelli afferenti agli istituti di cui all'articolo 30, comma2, lettera a), e comma 3, provvedendo a definire strategie e obiettivi comuni di valorizzazione, in rapporto all'ambito territoriale di competenza, e promuovono l'integrazione dei percorsi culturali di fruizione e, in raccordo con il segretario regionale, dei conseguenti itinerari turistico-culturali;
 
VISTO l’articolo 35, comma 1, del Regolamento, che definisce i musei quali “istituzioni permanenti, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. Sono aperti al pubblico e compiono ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell'umanità e del suo ambiente; le acquisiscono, le conservano, le comunicano e le espongono a fini di studio, educazione e diletto”; comma 2, “I musei sono dotati di autonomia tecnico-scientifiche svolgono funzioni di tutela e valorizzazione delle raccolte in loro consegna, assicurandone la pubblica fruizione”;
 
VISTO l’articolo 7 del decreto ministeriale 23 dicembre 2014, recante “Organizzazione e funzionamento dei Musei statali”, ai sensi del quale “1. Il sistema museale nazionale è finalizzato alla messa in rete dei musei italiani e alla integrazione dei servizi e delle attività museali; 2.Fanno parte del sistema museale nazionale i musei statali, nonché, tramite apposite convenzioni stipulate con il direttore del Polo museale regionale territorialmente competente, ogni altro museo di appartenenza pubblica o privata, ivi compresi i musei scientifici, i musei universitarie i musei demoetnoantropologici, che sia organizzato in coerenza con le disposizioni del presente capo, con il decreto ministeriale 10 maggio 2001, recante “Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei” e con il Codice etico dei musei dell’International Council of Museums(ICOM); 3. Il sistema museale nazionale si articola in sistemi museali regionali e sistemi museali cittadini, la cui costituzione è promossa e realizzata dai direttori dei poli museali regionali. Le modalità di organizzazione e funzionamento del sistema museale nazionale sono stabilite dal Direttore generale Musei, sentito il Consiglio superiore “Beni Culturali e paesaggistici”;
 
VISTO l'articolo 6 del Codice, ai sensi del quale "La valorizzazione consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso, anche da parte delle persone diversamente abili, al fine di promuovere lo sviluppo della cultura [] La Repubblica favorisce e sostiene la partecipazione dei soggetti privati, singoli o associati, alla valorizzazione del patrimonio culturale”;
 
VISTO l'articolo 111 del Codice, ai sensi del quale le attività di valorizzazione "dei beni culturali consistono nella costituzione ed organizzazione stabile di risorse, strutture o reti, ovvero nella messa a disposizione di competenze tecniche o risorse finanziarie o strumentali, finalizzate all’esercizio delle funzioni ed al perseguimento delle finalità indicate all’articolo 6. A tali attività possono concorrere, cooperare o partecipare soggetti privati. La valorizzazione è ad iniziativa pubblica o privata. La valorizzazione ad iniziativa pubblica si conforma ai principi di libertà di partecipazione, pluralità dei soggetti, continuità di esercizio, parità di trattamento, economicità e trasparenza della gestione. La valorizzazione ad iniziativa privata è attività socialmente utile e ne è riconosciuta la finalità di solidarietà sociale";
 
VISTA l’Intesa relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche tra la Conferenza Episcopale Italiana e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, siglata il 26 gennaio 2005;
 
TENUTO CONTO delle Linee guida per la tutela dei beni culturali ecclesiastici, pubblicate il 6 novembre 2014 a cura del MiBACT e realizzate dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici della CEI;
 
CONSIDERATO che i Musei ecclesiastici, così denominati in quanto appartenenti a enti della Chiesa cattolica, rappresentano una specifica categoria museale, la cui peculiarità è data dalla missione che li connota (cfr. Lettera circolare sulla funziona pastorale dei Musei ecclesiastici emanata nel 2001 dalla Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa) e dalle collezioni che custodiscono, costituite in prevalenza da beni culturali ecclesiastici, connessi al culto e alla liturgia;
CONSIDERATO che l’AMEI, nata nel 1996 “per contribuire alla istituzione, valorizzazione e conservazione dei musei religiosi esistenti in Italia, proponendoli come strumenti di animazione culturale delle comunità cristiane e della società”, è un’associazione culturale senza fini di lucro, che, ai sensi dell’Art. 2 del proprio Statuto, “si propone di contribuire alla conservazione e alla valorizzazione dei musei e delle raccolte che hanno carattere di ecclesiasticità o di interesse religioso esistenti in Italia, oltre che alla loro istituzione, proponendoli quali strumenti di animazione culturale delle comunità cristiane e della società” e ha lo scopo “di valorizzare gli specifici contenuti di fede e di religiosità popolare di tali istituzioni, di incrementare il loro patrimonio, di agevolarne la corretta gestione e l'aggiornamento funzionale, di promuovere iniziative che valgono a rendere più proficua l'attività dell'Associazione e a sostenere la presenza e la rappresentanza delle realtà associate all'interno del sistema museale italiano, favorendo i rapporti con gli organi pubblici di tutela e promozione e con le diverse associazioni artistiche e culturali”;
 
VISTO il Programma 2015-2020 approvato dall’Assemblea dei soci dell’AMEI il 20 giugno 2015, che ai fini della conoscenza della realtà museale ecclesiastica prevede di:“1. Promuovere azioni conoscitive (…) attivando un costante monitoraggio esteso alle attività promosse dalle nostre istituzioni anche in coordinamento con l'Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici; 2. Istituire un Centro di documentazione, da pubblicarsi on line, relativo ai diversi aspetti del funzionamento del museo (statuti e regolamenti, gestione dei volontari, problemi giuridici, certificati di deposito, prestiti, consulenze fiscali, biglietteria e SIAE, editoria, documenti e atti di convegni, etc.); 3. Promuovere indagini sul pubblico dei Musei ecclesiastici al fine di conoscerne le caratteristiche; raccogliere indicazioni circa le aspettative dei nostri visitatori; comprendere quali siano gli elementi di forza e le criticità individuate dagli utenti; identificare il non-pubblico al fine di attivare azioni coordinate mirate ad un suo futuro coinvolgimento; 4. Aggiornare il Repertorio dei Musei ecclesiastici in coordinamento con l’Anagrafe degli istituti culturali ecclesiastici realizzata dall’Ufficio Nazionale”;
 
VISTO il medesimo Programma dell’AMEI, il quale ai fini della valorizzazione dei Musei ecclesiastici si propone di “attivare rapporti con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali fornendo un contributo alla riforma di settore in atto e, in particolare, tentando di intervenire nella definizione del Sistema museale nazionale/regionale (…) anche al fine di ottenere il riconoscimento dei Musei ecclesiastici”;
 
CONSIDERATO che all’AMEI aderiscono, come soci istituzionali, gran parte dei più importanti Musei ecclesiastici italiani (diocesani, parrocchiali, degli ordini religiosi, delle fabbricerie delle cattedrali, delle confraternite etc.) e, come soci individuali, direttori e conservatori dei Musei ecclesiastici;
CONSIDERATO che il Ministero ritiene opportuno definire forme di collaborazione con l’AMEI, volte a promuovere la valorizzazione dei Musei ecclesiastici e la loro integrazione nel sistema museale nazionale, sulla base di un percorso condiviso che tenga conto delle singole peculiarità;
CONSIDERATO che le Parti intendono collaborare per potenziare l'efficienza e l'efficacia delle attività di conservazione, promozione e valorizzazione dei beni culturali nel loro complesso, tramite un'adeguata programmazione e un armonico sviluppo alle attività della rete dei Musei ecclesiastici sul territorio nazionale;
 
CONSIDERATO che è auspicabile favorire il riconoscimento del ruolo e della funzione culturale dei Musei ecclesiastici affinché siano accordati a tali strutture gli strumenti che consentano loro di operare in modo congruente con le caratteristiche e le finalità del Sistema museale nazionale;
 
CONSIDERATO che è volontà delle Parti favorire la partecipazione di altri soggetti pubblici e privati interessati alla valorizzazione dei Musei ecclesiastici italiani;
 
 
TUTTO CIO’ PREMESSO, le Parti concordano e convengono quanto segue:
 
 
 
Articolo 1
(Premesse)
 
1. Le premesse formano parte integrante ed essenziale del presente Accordo di collaborazione.
 
 
Articolo 2
(Oggetto dell’Accordo)
 
1. Con il presente Accordo di collaborazione le Parti definiscono  le azioni programmatiche e strategiche volte al miglioramento della fruizione e della gestione dei Musei ecclesiastici italiani in ottemperanza alla loro missione, al potenziamento della loro rete, nonché alla loro promozione, valorizzazione e partecipazione al sistema museale nazionale.
 
Articolo 3
(Finalità)
 
1. Il presente Accordo è finalizzato al riconoscimento e alla promozione del ruolo, in ambito culturale e sociale, dei Musei ecclesiastici italiani e al sostegno delle attività di tutela e valorizzazione dei beni culturali in essi conservati.
2. Risultato atteso è, inoltre, l’ inserimento della rete dei Musei ecclesiastici nel sistema museale nazionale, costituito sia dai musei e dai luoghi della cultura afferenti ai Poli museali regionali, sia da quelli di proprietà di soggetti pubblici e privati. In proposito le Parti si impegnano a condurre un'azione programmatica volta all’individuazione delle linee strategiche e degli obiettivi di tale iniziativa, improntata alla massima collaborazione tra le Parti che sottoscrivono il presente Accordo.
 
Articolo 4
(Azioni programmatiche e strategiche)
 
1.      Le azioni volte a dare seguito alle finalità di cui al precedente articolo 3 sono individuate prioritariamente nelle seguenti:
 
a)     favorire progetti culturali mirati a promuovere efficaci attività di tutela, conservazione, ricerca, valorizzazione e di ottimizzazione della fruibilità del patrimonio culturale custodito dai Musei ecclesiastici, in stretta connessione con il territorio e con gli edifici di culto ai quali tali beni afferiscono;
b)     incentivare gli investimenti nel patrimonio culturale religioso in quanto parte integrante del patrimonio culturale nazionale sensibilizzando i cittadini verso tale patrimonio museale, anche attraverso progetti di crowdfunding;
c)      favorire il processo di valorizzazione del “museo diffuso”, anche attraverso la realizzazione del museo virtuale;
d)     pianificare le azioni necessarie a richiamare l’attenzione degli enti cui afferiscono i Musei ecclesiastici sulla corretta conservazione delle collezioni, favorendo altresì il ruolo educativo, culturale e sociale di tali musei;
e)     porre in essere iniziative tese a mettere a sistema le azioni per un’adeguata gestione e per la salvaguardia del patrimonio culturale dei Musei ecclesiastici, nonché di un loro progressivo allineamento agli standard nazionali e internazionali di qualità;
f)       favorire le attività di coordinamento tra Musei ecclesiastici, avviate dall’AMEI in collaborazione con altre Istituzioni;
g)     dare impulso all’aggiornamento e all’implementazione del database dell’anagrafica dei Musei ecclesiastici ad oggi già realizzato, facendolo confluire nella banca dati dei musei italiani curata dal MiBACT;
h)     favorire lo sviluppo di un piano di comunicazione locale, nazionale e internazionale atto a promuovere i valori rappresentati dal patrimonio conservato nei Musei ecclesiastici;
i)       favorire, anche attraverso successivi accordi, la partecipazione dell’Ufficio Nazionale dei Beni Culturali Ecclesiastici della C.E.I. e degli altri Ministeri, nonché di ulteriori soggetti pubblici e privati, all’attuazione del presente Accordo, al fine di elaborare un piano di sviluppo culturale che includa questo particolare segmento del sistema museale nazionale, promuovendone altresì l’integrazione nel processo di valorizzazione delle infrastrutture collegate;
 
2. Per il conseguimento e l’attuazione delle azioni di cui al presente articolo, le Parti si impegnano a collaborare in spirito di fattiva e leale collaborazione.
 
Articolo 5
 
L’attuazione della collaborazione sancita mediante il presente Accordo atterrà all’A.M.E.I. e alla Direzione generale Musei (Servizio II).
 
Articolo 6
(Durata)
 
1. Il presente Accordo di collaborazione ha durata di tre anni a decorrere dalla data della sua sottoscrizione ed è rinnovabile per altri tre anni.
 
 
L'anno 2016, il giorno 26 ottobre, in Roma
 
 
per il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Il Direttore della Direzione generale Musei
Arch. Ugo Soragni
 
per l’Associazione Nazionale Musei ecclesiastici
Il Presidente
Arch. Domenica Primerano