Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Sentenza 05 marzo 2001, n.227

Sentenza 5 marzo 2001, n. 227: “Nulidad de matrimonio canónico, reconocimiento de efectos civiles por los tribunales civiles, art. 954 LEC, requisitos: autenticidad de la Sentencia firme y adecuación al Derecho del Estado”. En la Villa de Madrid, a cinco de marzo de dos mil uno. Visto por la Sala Primera del Tribunal Supremo, integrada […]

Sentenza 08 marzo 2001, n.248

Sentenza 8 marzo 2001, n. 248: “Nulidad de matrimonio canónico, reconocimiento de efectos civiles por los tribunales civiles, art. 954 LEC, ajustada al derecho del Estado, interpretación”. En la Villa de Madrid, a ocho de marzo de dos mil uno. Visto por la Sala Primera de este Tribunal Supremo, integrada por los Excmos. Sres. Magistrados […]

Sentenza 27 giugno 2002, n.644

Sentenza 27 giugno 2002, n. 644: “Homologación, reconocimiento de efectos civiles de Sentencia de nulidad canónica, cumplimiento de los requisitos del art. 954 LEC, rebeldía, art. 24 y art. 16 de la Constitución”. Ponente: Excmo. Sr. D. Ignacio Sierra Gil de la Cuesta. En la Villa de Madrid, a veintisiete de junio de dos mil […]

Sentenza 25 novembre 2003, n.1097

Sentenza 25 novembre 2003, n. 1097: “Reconocimiento de efectos civiles de sentencia de nulidad canónica, mala fede uno de los cónyuges, indemización al cónyuge de buena fe”. En la Villa de Madrid, a veinticinco de noviembre de dos mil tres. Visto por la Sala Primera del Tribunal Supremo integrada por los Magistrados arriba indicados, el […]

Sentenza 15 dicembre 2003

Sentenza 15 dicembre 2003: “Matrimonio celebrado en forma religiosa evangélica, no se realiza expediente previo, no se inscribe, se reclama pensión de viudedad, el Tribunal Supremo reconoce el derecho a pensión”. RECURSO DE CASACIÓN Núm: 6074/2003 Ponente Excmo. Sr. GONZALO MOLINER TAMBORERO En la Villa de Madrid, a quince de Diciembre de dos mil cuatro. […]

Sentenza 23 marzo 2005, n.210

Sentencia del Tribunal Supremo 23 marzo 2005, n. 210: “Eficacia en el orden civil de sentencia de nulidad canónica por no existir contradicción con los principios constitucionales y rectores del matrimonio según el derecho interno del foro”. Recurso de Casación núm. 132/2002. Ponente: Excmo. Sr. D. Ignacio Sierra Gil de la Cuesta En la Villa […]

Sentenza 31 marzo 2004

Tribunale Supremo Spagnolo – Sala de lo Contencioso-Administrativo – Sezione Terza. Sentenza 1 aprile 1998. SENTENCIA Fecha de Sentencia: 01/04/98 RECURSO CONTENCIOSO-ADMINISTRATIVO Recurso Núm.: 202/1995 Votación: 25/03/98 Ponente: Excmo. Sr. D. Fernando Cid Fontán Secretaría de sala Sr/Sra.: Barrio Pelegrini Escrito por: PDA Enseñanza de Religión. Demandante: Confederación Española de Asociaciones de Padres de Alumnos. […]

Sentenza 31 gennaio 1997

L’art. 27 della Costituzione spagnola sancisce che tutti hanno il
diritto ad una educazione finalizzata al pieno sviluppo della
personalità umana. L’avere assicurato altresì, nella medesima norma,
a coloro che professano credenze religiose o dottrine etiche
specifiche il diritto di impartire ai propri figli una formazione
religiosa e morale con quella coerente, pur comportando un impegno dei
pubblici poteri a rendere un servizio in tal senso, tuttavia non
implica per nessuno l’obbligo di utilizzare siffatto servizio o di
sottostare alla pretesa di chi si avvale di un determinato
insegnamento etico o religioso che sia imposto alla generalità dei
consociati l’insegnamento di una qualsiasi altra dottrina morale o
credenza confessionale. Il principio di eguaglianza e di non
discriminazione sancito dall’art. 14 della Costituzione spagnola non
è violato dalle disposizioni con cui si stabilisce che le attività
alternative allo studio della religione non rientrano tra quelle
valutabili ai fini del curricolo. Infatti la introduzione di queste
attività è la conseguenza del riconoscimento di una garanzia
costituzionale di formazione religiosa che riveste un carattere
facoltativo e le cui modalità di valutazione sono concordate con chi
intende avvalersene. Sarebbe pertanto sproporzionato pretendere, ai
fini di un trattamento paritario e non discriminatorio, e dopo aver
concordato (o insistito) sull’attribuzione del carattere curricolare
all’insegnamento della propria dottrina o credenza, che gli altri
discenti non avvalentesi, oltre a subire un ampliamento del proprio
orario di studio con le attività alternative, debbano altresì
soggiacere alla imposizione della valutazione curricolare delle
stesse.

Sentenza 14 giugno 1996

La Direzione Generale degli Affari Religiosi al momento della
iscrizione delle Entità Religiose nel corrispondente registro
legittimamente non si limita a verificarne i requisiti formali ma ne
accerta i presupposti sostanziali relativi alle finalità
effettivamente perseguite ed al rispetto dei limiti della salvaguardia
della sicurezza, della salute e della moralità pubblica. L’iscrizione
nel registro delle Entità Religiose in quanto comporta l’attribuzione
ad esse di un regime giuridico differenziato non riveste la medesima
qualifica dell’iscrizione nel registro delle Associazioni di Diritto
Comune, che produce unicamente effetti di pubblicità; pertanto, non
vale, nella prima ipotesi, il principio della presunzione, al momento
della iscrizione, di conformità dei fini formalmente dichiarati con
quelli effettivamente praticati.

Sentenza 30 ottobre 1995

Un’interpretazione adeguata del tenore delle disposizioni normative
canoniche (can. 580.2 e can. 582 C.i.c. 1917) consente di ritenere che
la professione religiosa non comporti un vero e proprio trasferimento
di proprietà dei beni dal professo all’ordine di appartenenza, ma
la semplice cessione del possesso e dei redditi. Nel caso della
proprietà intellettuale, questa tesi risulta ancora più persuasiva,
perché in essa vanno distinti; a) un aspetto patrimoniale, costituito
dai proventi derivanti dal suo sfruttamento e percepibili o
personalmente dall’Autore o dal suo avente causa (l’ordine
religioso), sul presupposto che egli li abbia ceduti nel corso della
sua esistenza, adeguandosi ai precetti del diritto canonico; b) un
aspetto di carattere personale, il c.d. diritto morale dell’Autore,
certamente non cedibile. Per tanto, l’ordine religioso non può
ritenersi titolare del diritto di proprietà intellettuale così da
escludere che esso venga ricompreso nell’asse ereditario, e si
trasmetta in capo agli eredi legittimi del religioso, morto ab
intestato.