Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Documenti • 11 Ottobre 2015

Risoluzione 08 ottobre 2015

Parlamento Europeo. Risoluzione 8 ottobre 2015: "Rinnovo del piano d'azione dell'UE sulla parità di genere e l'emancipazione femminile nella cooperazione allo sviluppo".

Il Parlamento europeo,
        visti l'articolo 2 e l'articolo 3, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea (TUE), che sanciscono la parità di genere come uno dei principi chiave su cui si fonda l'UE,
        visto l'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), che sancisce il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo, prevedendo che si tenga conto degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo nell'attuazione delle politiche che possono avere incidenze sui paesi in via di sviluppo,
        visti la Quarta conferenza mondiale sulle donne svoltasi a Pechino nel settembre 1995, la dichiarazione e la piattaforma d'azione di Pechino e i successivi documenti finali adottati in occasione delle sessioni speciali delle Nazioni Unite Pechino +5, Pechino +10, Pechino +15 e Pechino +20 sulle ulteriori azioni e iniziative per attuare la dichiarazione e la piattaforma d'azione di Pechino, adottati rispettivamente il 9 giugno 2000, l'11 marzo 2005, il 2 marzo 2010 e il 9 marzo 2015,
        vista l'attuazione del Programma d'azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD), tenutasi al Cairo nel 1994, in cui la comunità internazionale ha riconosciuto e ribadito che la salute sessuale e riproduttiva e i diritti riproduttivi sono essenziali per lo sviluppo sostenibile,
        vista la strategia dell'UE per la parità tra donne e uomini 2010-2015 (COM(2010)0491),
        visti il piano d'azione dell'UE sulla parità tra donne e uomini e l'emancipazione delle donne nello sviluppo (2010-2015), la relazione di attuazione 2013 (SWD(2013)0509), le conclusioni del Consiglio del 19 maggio 2014 e la relazione di attuazione 2014 (SWD(2015)0011),

          viste le conclusioni del Consiglio del 26 maggio 2015 sulle questioni di genere nel contesto dello sviluppo e su un nuovo partenariato globale per l'eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile,

vista la sua risoluzione del 25 novembre 2014 sull'UE e sul quadro di sviluppo globale post 2015,
        vista la valutazione del sostegno dell'UE a favore della parità di genere e dell'emancipazione femminile nei paesi partner,
        vista la convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW), del 18 dicembre 1979,
        viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite n. 1325 (2000) e n. 1820 (2008) sulle donne, la pace e la sicurezza,
        viste le interrogazioni alla Commissione e al Consiglio sul rinnovo del piano di azione dell'UE sulla parità di genere e l'emancipazione femminile nella cooperazione allo sviluppo (O-000109/2015 – B8-0762/2015 and O-000110/2015 – B8-0763/2015),
        vista la proposta di risoluzione della commissione per lo sviluppo,
        visti l'articolo 128, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.      considerando che l'Unione europea (UE) si è impegnata a promuovere la parità di genere e ad assicurare l'integrazione della dimensione di genere in tutte le sue azioni; che la parità di genere e l'emancipazione delle donne sono condizioni essenziali per conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile post-2015, ma costituiscono anche obiettivi autonomi in materia di diritti umani che dovrebbero essere perseguiti a prescindere dai loro benefici per lo sviluppo e la crescita; che la violenza di genere costituisce una grave violazione dei diritti umani e non dovrebbe mai essere giustificata dalla religione, dalla cultura o dalla tradizione;

B.      considerando che il bilancio dei 20 anni dall'attuazione della dichiarazione e della piattaforma di Pechino indica che i progressi verso il conseguimento della parità di genere e dell'emancipazione femminile sono stati lenti e disomogenei e che nessun paese al mondo ha colmato completamente il divario di genere; che il bilancio ha dimostrato che tale mancanza di progressi è stata aggravata dal persistere di investimenti cronicamente insufficienti nel settore della parità di genere e dell'emancipazione femminile;

C.      considerando che due degli Obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) che riguardano esplicitamente i diritti delle donne, ossia la promozione dell'uguaglianza di genere e dell'autonomia delle donne (OSM 3) e il miglioramento della salute materna (OSM 5), continuano a essere ampiamente irrealizzati; che ogni giorno circa 800 donne nel mondo muoiono a causa di complicazioni insorte durante la gravidanza o il parto; che circa 222 milioni di donne nel mondo in via di sviluppo non hanno accesso a metodi sicuri e moderni di pianificazione familiare, mentre la quota di aiuti allo sviluppo destinanti alla pianificazione familiare rispetto agli aiuti totali globali per la salute è in diminuzione;

D.        considerando che la maggioranza delle persone povere nel mondo sono donne o nuclei familiari con capofamiglia di sesso femminile; che la vulnerabilità delle donne emarginate è in aumento; che 62 milioni di bambine in tutto il mondo non frequentano la scuola;

E. considerando che una donna su tre nel mondo rischia di subire violenza fisica e sessuale nel corso della sua vita; che ogni anno 14 milioni di bambine sono costrette a contrarre matrimonio; che l'UE difende il diritto di ciascun individuo ad avere il pieno controllo e a decidere liberamente su questioni connesse alla sua sessualità e salute sessuale e riproduttiva senza alcuna discriminazione, coercizione o violenza;

F. considerando che secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) gli investimenti sono "ampiamente insufficienti per conseguire la parità di genere," sebbene agli aiuti accordati dai suoi membri a tal fine siano stati triplicati, raggiungendo 28 miliardi di USD nel 2012; che i finanziamenti a favore della parità di genere si concentrano soprattutto nei settori sociali e che gli investimenti nei settori economico e produttivo sono insufficienti, mentre l'analisi dell'OCSE indica che gli investimenti nella parità di genere producono i rendimenti più elevati di tutti gli investimenti nello sviluppo;

G. considerando che 2,5 miliardi di persone, la maggioranza delle quali è costituita da donne e giovani, rimangono escluse dal settore finanziario formale;

Un cambiamento radicale per il secondo piano d'azione sulla parità di genere (GAP 2)

1. ritiene che le conclusioni della valutazione del primo piano d'azione sulla parità di genere (GAP 1) mostrino chiaramente la necessità di un cambiamento radicale nell'azione dell'UE in materia di parità di genere ed emancipazione femminile e di un rinnovato impegno politico del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e della Commissione al fine di migliorare i risultati ottenuti; sottolinea l'importanza di mettere in atto le principali raccomandazioni della valutazione nello strumento che subentrerà all'attuale piano d'azione, iniziando con misure di gestione a pieno titolo;

2. accoglie con favore l'intenzione della Commissione di avviare una trasformazione radicale con il nuovo piano d'azione sulla parità di genere, e ritiene pertanto che il GAP 2 dovrebbe assumere la forma di una comunicazione della Commissione; si rammarica che il GAP 2 sia stato prodotto come documento di lavoro congiunto dei servizi della Commissione e non come comunicazione; invita la Commissione e il SEAE a iniziare al più presto l'attuazione del nuovo piano in modo da poter raggiungere risultati concreti, come parte del più ampio impegno dell'UE relativo all'eguaglianza di genere e all'emancipazione delle donne nell'ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile, e a coinvolgere il Parlamento nella consultazione durante tutto il processo;

3. ritiene che il GAP 2 dovrebbe concentrarsi su tutti gli aspetti della politica esterna dell'UE – cooperazione allo sviluppo, aiuti umanitari, commercio, diritti umani e affari esteri, migrazione e asilo – in linea con il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo, ed essere applicato allo stesso modo ai paesi in via di sviluppo e a quelli interessati dalla politica di vicinato e dall'allargamento;

4. ritiene che la parità di genere e l'emancipazione femminile dovrebbero essere al centro delle attività delle istituzioni dell'UE, con chiare responsabilità di gestione sia presso l'amministrazione centrale che nelle delegazioni dell'Unione europea; sottolinea che i capi delegazione, i capi unità e l'alta direzione devono essere responsabili per la rendicontazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche in materia di parità di genere ed emancipazione femminile e che la dimensione di genere deve essere integrata nella descrizione della natura delle funzioni e nella formazione impartita a tutto il personale;

5. ritiene che il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica dei sicurezza (VP/HR) debba garantire che tutti i commissari responsabili per l'azione esterna diano prova della leadership necessaria per assicurare un'efficace attuazione del GAP 2; accoglie con favore le conclusioni del Consiglio del maggio 2015, che sottolineano l'impegno degli Stati membri a mettere in atto un programma di riforme sui diritti delle donne e delle ragazze; pone in evidenza che le azioni della Commissione e del SEAE devono essere complementari a quelle degli Stati membri;

6. deplora il fatto che la relazione annuale 2014 della DG DEVCO non affronti le questioni di genere e invita a includere la parità di genere e l'emancipazione femminile nelle relazioni annuali di tutte le direzioni generali (DG) della Commissione coinvolte nell'azione esterna nonché in quelle del SEAE in futuro; esorta tutte le delegazioni dell'UE a trasmettere annualmente una relazione sul GAP e a presentare una sintesi dei risultati ottenuti in materia di parità di genere ed emancipazione femminile nelle rispettive relazioni annuali, nelle revisioni intermedie e nelle valutazioni a livello di paese; ritiene che i risultati dovrebbero essere integrati nell'esercizio di un monitoraggio orientato ai risultati (ROM);

7. rileva che la revisione intermedia dei documenti di programmazione dello strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI) previsto per il 2017 costituirà una buona occasione per valutare l'impatto dei programmi finanziati da detto strumento sulle donne e le ragazze, identificare chiaramente la quota di programmi finanziati da tale strumento che va a beneficio di donne e ragazze e apportare, se del caso, le necessarie riassegnazioni;

8. ricorda il principio unionale della coerenza delle politiche per lo sviluppo e sottolinea l'importanza della coerenza tra le politiche interne ed esterne dell'UE e la necessità di garantire la coerenza politica tra il nuovo GAP e il prossimo piano d'azione sui diritti umani e la democrazia; sottolinea che la dimensione di genere deve sistematicamente essere parte integrante di tutti i dialoghi relativi ai diritti umani tra l'UE e i paesi terzi; invita il SEAE a istituire dialoghi sulle questioni di genere, in aggiunta ai dialoghi sui diritti umani con i paesi terzi;

9. ribadisce che il pieno coordinamento tra servizi centrali, delegazioni e ambasciate degli Stati membri è essenziale per garantire un'attuazione riuscita del GAP 2, utilizzando profili per paese basati sul genere e altri strumenti; sottolinea, a tale riguardo, che la revisione della programmazione per paese del FES permette di garantire che la piena attuazione del GAP 2 sia sulla buona strada e di effettuare gli adeguamenti del caso;

Raccolta dei dati e obiettivi

10. chiede un'attuazione più efficace delle strategie e insiste sull'uso di indicatori quantitativi e qualitativi attenti alla dimensione di genere e su una raccolta sistematica e tempestiva di dati disaggregati per genere per quanto riguarda i beneficiari e i partecipanti di tutte le azioni nel quadro del processo di monitoraggio e di valutazione; insiste sul fatto che i dati dovrebbero essere resi disponibili al pubblico al fine di garantire la responsabilità e la trasparenza finanziaria; ritiene che la rendicontazione dovrebbe essere allineata e integrata in sistemi di controllo e di valutazione consolidati, quali il quadro dei risultati della direzione generale della Commissione per lo sviluppo e la cooperazione (DEVCO); sottolinea la necessità di investire nelle statistiche nazionali e invita tutti gli Stati membri a istituire sistemi di controllo che tengano conto della dimensione di genere;

11.     invita le delegazioni dell'Unione europea e le ambasciate degli Stati membri a investire in via prioritaria in un'analisi di genere di elevata qualità che funga da base per l'elaborazione di strategie e per la programmazione a livello di paese; ritiene che l'Unione europea debba rivedere i piani indicativi nazionali sotto il profilo del nuovo GAP;

12.     riconosce che le ragazze e le giovani donne sono particolarmente svantaggiate e a rischio, e che è necessaria un'attenzione specifica per assicurare alle ragazze un accesso all'istruzione, per consentire loro di vivere una vita priva di violenza, per eliminare normative e pratiche discriminatorie e per garantire l'emancipazione delle ragazze e delle giovani donne a livello globale;

13.     sottolinea la necessità di indicatori e obiettivi chiari, misurati e disaggregati per sesso, età, disabilità e altri fattori e di una migliore tracciabilità degli stanziamenti di bilancio; evidenzia che gli obiettivi e la metodologia di monitoraggio dovrebbero essere allineati al quadro di sviluppo globale post 2015 e altri quadri internazionali pertinenti;

14.     sottolinea che l'UE deve indicare e garantire sufficienti risorse finanziarie e umane per rispettare i suoi impegni a favore della parità di genere e dell'emancipazione femminile; sottolinea l'importanza di integrare la dimensione di genere nel settore delle finanze pubbliche, pianificando un bilancio che tenga conto degli aspetti di genere e affronti le disparità;

Aspetti chiave per il nuovo GAP
 
15.     ritiene che il GAP debba affrontare gli ostacoli alla piena attuazione degli orientamenti dell'UE sulle violenze contro le donne e le ragazze e all'eliminazione di qualsiasi forma di violenza; chiede un approccio globale dell'UE in materia di violenza contro le donne e le ragazze nonché maggiori sforzi e risorse per prevenire ed eliminare tutte le pratiche discriminatorie contro le donne e per combattere e perseguire tutte le forme di violenza, comprese la tratta di esseri umani, le mutilazioni genitali femminili, la sterilizzazione forzata, le gravidanze forzate, il genericidio, la violenza domestica, lo stupro coniugale, i matrimoni di minori, i matrimoni forzati o precoci e la violenza di genere in situazioni di conflitto e di post-conflitto; chiede la messa a punto di azioni specifiche dell'UE volte a rafforzare i diritti di diversi gruppi di donne, con un'attenzione particolare per i giovani, i migranti, le donne affette da HIV, le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI) e le persone con disabilità;

16.     sottolinea l'importanza di rafforzare l'accesso delle ragazze a tutti i livelli di istruzione e di rimuovere le barriere all'apprendimento basate sul sesso;


17. sottolinea che occorre porre fine al ricorso allo stupro quale arma di guerra e strumento di oppressione e che l'Unione europea deve fare pressione sui governi dei paesi terzi e su tutte le parti interessate nelle regioni in cui si verificano tali violenze di genere, onde porre fine a tale prassi, assicurare alla giustizia i responsabili e cooperare con i sopravvissuti, le donne interessate e le comunità per aiutarli a guarire e ristabilirsi;

18.     sottolinea la vulnerabilità delle donne migranti, rifugiate e richiedenti asilo e il loro bisogno di protezione specifica; chiede misure ad hoc volte a rafforzare e a garantire pienamente i diritti delle donne richiedenti asilo; chiede una coraggiosa azione a livello europeo per affrontare l'attuale crisi migratoria e dei rifugiati, compreso un approccio globale, attento agli aspetti di genere, in materia di migrazione e asilo, che sia coerente tra gli Stati membri;

19.     riconosce che la salute è un diritto dell'uomo; sottolinea l'importanza di un accesso universale all'assistenza e alla copertura sanitaria, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti, come concordato in conformità del programma d'azione della Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo e della piattaforma d'azione di Pechino; chiede, a tal proposito, maggiori sforzi per migliorare l'accesso delle donne alla salute e all'educazione sanitaria, alla pianificazione familiare, all'assistenza prenatale e alla salute sessuale e riproduttiva, in particolare per far fronte al fatto che l'OSM 5 riguardante la salute materna, segnatamente la riduzione della mortalità neonatale e infantile, non sia stato in gran parte realizzato; sottolinea che tale accesso contribuisce al conseguimento di tutti gli obiettivi di sviluppo relativi alla salute; accoglie al riguardo con favore, in particolare, le conclusioni del Consiglio del maggio 2015;

20.     sottolinea la necessità di creare un ambiente favorevole, segnatamente eliminando gli ostacoli giuridici e sociali all'accesso delle donne alle attività produttive, compresi i terreni e le risorse naturali ed economiche, promuovendo l'inclusione finanziaria, le norme in materia di lavoro dignitoso, una previdenza sociale attenta agli aspetti di genere e la parità di retribuzione per lavoro di pari valore;

21.     ritiene che le imprese abbiano un ruolo importante da svolgere nella promozione della parità di genere tramite azioni che contribuiscono all'autonomia economica delle donne e ai loro diritti economici, quali la garanzia di un lavoro dignitoso, la parità di retribuzione, l'accesso bancario e al credito e opportunità di partecipazione alla leadership e al processo decisionale, nonché la loro tutela contro le discriminazioni e gli abusi di genere sul posto di lavoro, anche mediante una responsabilità sociale delle imprese sensibile alla dimensione di genere; chiede in tale contesto un sostegno maggiore alle PMI locali, in particolare alle imprenditrici, per consentire loro di beneficiare della crescita sostenuta dal settore privato; sottolinea il ruolo positivo che la microfinanza, l'imprenditoria sociale e i modelli imprenditoriali alternativi quali le mutue e le cooperative continuano a svolgere nel campo dell'inclusione e dell'emancipazione femminile;

22.     riconosce la necessità di impedire la discriminazione nei confronti delle donne sulla base del matrimonio o della maternità, e di assicurare il loro diritto effettivo al lavoro;

23.       osserva che l'emancipazione delle donne e la sicurezza alimentare si sostengono reciprocamente; sottolinea la necessità di emancipare le donne rurali affrontando la discriminazione nell'accesso ai terreni, all'acqua, all'istruzione, alla formazione, ai mercati e ai servizi finanziari; chiede un sostanziale aumento degli investimenti pubblici nell'agricoltura e nello sviluppo rurale, con una particolare attenzione per i piccoli proprietari terrieri, le cooperative agricole e le reti di agricoltori;

24. sottolinea la necessità dell'inclusione e della rappresentazione delle donne in settori economici emergenti importanti per lo sviluppo sostenibile, tra cui i settori dell'economia verde e circolare, delle energie rinnovabili e delle TIC;

25. ribadisce il ruolo chiave dell'istruzione formale e informale per l'emancipazione di donne e ragazze in ambito sociale, economico, culturale e politico; sottolinea la necessità di una strategia dell'Unione per l'istruzione nel contesto dello sviluppo che includa una forte prospettiva di genere, in particolare nel campo dell'educazione alla sostenibilità, della riconciliazione postbellica, dell'istruzione e della formazione professionali lungo l'intero arco della vita, nel settore della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) e del ruolo delle arti negli scambi interculturali;

26. sottolinea l'importanza di una maggiore partecipazione femminile nella definizione e nell'attuazione del quadro post 2015; chiede un maggiore sostegno finanziario per le organizzazioni attive nel campo dei diritti delle donne nonché politiche e misure di sviluppo delle capacità volte a coinvolgere le organizzazioni di base della società civile e ad accrescerne la partecipazione, in particolare quella delle organizzazioni femminili, nelle consultazioni tra le parti interessate, in ogni momento e a livello locale, regionale, nazionale e internazionale;

27. osserva che il GAP deve affrontare la situazione delle persone LGBTI nei paesi terzi e includere la promozione e la protezione dei diritti LGBTI;

28. sottolinea l'importanza di rafforzare i diritti giuridici delle donne e il loro accesso alla giustizia mediante riforme legislative attente alle questioni di genere; ritiene che finanziamenti mirati per la parità di genere nell'assistenza legale contribuiscano a rafforzare lo Stato di diritto;

29. invita l'UE a promuovere una maggiore partecipazione delle donne ai processi di mantenimento e di consolidamento della pace e alle missioni dell'UE di gestione militare e civile delle crisi; ribadisce in questo contesto il suo invito all'Unione europea a promuovere l'applicazione delle risoluzioni n. 1325 (2000) e n. 1820 (2008) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle donne, la pace e la sicurezza, e chiede l'integrazione delle prospettive di genere e dei diritti delle donne in tutte le iniziative di pace e di sicurezza;

30. invita l'Unione europea a promuovere i diritti umani fondamentali delle donne e delle ragazze garantiti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo; insiste, in questo contesto, sulla necessità di garantire la protezione del diritto alla vita e alla dignità di tutte le donne e le ragazze, lottando attivamente contro pratiche nefaste quali il genericidio;

31. sottolinea l'importanza di misure volte a rafforzare la leadership e la partecipazione delle donne e di organizzazioni per i diritti delle donne nel settore pubblico e in quello privato; chiede maggiori sforzi per aumentare la partecipazione delle donne e delle organizzazioni per i diritti delle donne alla vita politica, in particolare attraverso l'integrazione di tali sforzi in tutti i programmi di sostegno alla democrazia, compreso
l'approccio globale di sostegno alla democrazia del Parlamento europeo (CDSA);

32. sottolinea la necessità di coinvolgere gli uomini e i ragazzi e di promuoverne l'impegno attivo e la responsabilità nella lotta alle norme sociali discriminatorie, agli stereotipi di genere e alla violenza nei confronti di donne e ragazze;

33. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Servizio europeo per l'azione esterna, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché a UN WOMEN.