Varie 12 aprile 2002
Conferenza Episcopale Messicana. Messaggio: “Democrazia e libertà religiosa in Messico”, 12 aprile 2002.
(da Ecclesia 3111, 23.7.2002, 35-37)
Dieci anni fa entrava in vigore in Messico la Legge in materia di associazioni religiose e culto pubblico, che implicava il riconoscimento della personalità giuridica delle Chiese e in generale il superamento, anche a livello costituzionale, di una lunga contrapposizione tra stato e Chiesa. La Conferenza episcopale messicana, nel corso dell’ultima assemblea plenaria (aprile 2002) e nell’imminenza della quinta visita di Giovanni Paolo II, ha pubblicato questo Messaggio nella ricorrenza del decennale delle riforme costituzionali.
“Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi” (Gal 5,1). “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20).
Introduzione
1. Noi, vescovi messicani, riuniti nella LXXIII Assemblea plenaria, salutiamo con affetto il popolo di Dio, augurando gioia e pace a tutti in Gesù Cristo risorto. Abbiamo vissuto questi giorni in un clima di preghiera, di fratellanza e di intensa attività, cogliendo la presenza del Pastore dei pastori in mezzo a noi.
2. Nel decimo anniversario della riforma costituzionale che ha riconosciuto la personalità giuridica delle Chiese e ha promulgato Legge in materia di associazioni religiose e culto pubblico, noi, vescovi, ci siamo proposti di analizzare gli aspetti positivi introdotti da tali cambiamenti nella Chiesa e le difficoltà che ne sono seguite, per potere continuare il dialogo con le istanze paritetiche al fine di migliorare tale Legge e promuovere la piena libertà religiosa.
3. La nostra riflessione è stata arricchita dalla gradita presenza di esperti del tema, nonché di funzionari del governo, di senatori e deputati. Ringraziamo per il valido apporto che ci hanno regalato come per il dialogo franco e rispettoso che abbiamo avuto con loro.
4. Desideriamo condividere con voi alcune riflessioni sulla libertà religiosa e sulle implicazioni riguardanti il Messico democratico che intendiamo costruire.
Fondamenti della libertà religiosa
5. Quando gli uomini e le donne del nostro tempo invocano i diritti che devono essere riconosciuti e rispettati a favore di ogni persona e dell’intera umanità, attribuiscono particolare importanza al diritto alla libertà religiosa (Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, 1948, art. 18). Tale diritto include la possibilità di manifestare la propria religione, di vivere individualmente e comunitariamente secondo i suoi dettami, di insegnarla e di diffonderla e, partendo da questi convincimenti e comportamenti, di collaborare alla costruzione di una società più fraterna e giusta.
6. Tale diritto trova la sua fonte nella dignità della persona umana. Non è una concessione dello stato, nel modo più assoluto, anzi, a questi compete il dovere di garantirne il pieno riconoscimento ed esercizio. La libertà religiosa deve essere considerata un diritto necessario per il benessere sociale.
7. Come credenti siamo pienamente convinti di quanto ha affermato il concilio Vaticano II: “in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza né sia impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità alla sua coscienza” (Dignitatis homanae, n. 2; EV 1/1045). Insieme al papa Giovanni Paolo II riteniamo che la libertà religiosa sia “come la premessa e la garanzia di tutte le libertà che assicurano il bene comune delle persone e dei popoli” (Redemptoris missio, n. 39; EV 12/628).
8. L’espressione più alta della dignità dell’uomo si fonda nell’essere egli creato a immagine e somiglianza di Dio (cf. Gen 1,27) e “la vera libertà è nell’uomo segno altissimo dell’immagine divina” (Gaudium et spes, n. 17; EV 1/1370) e di tal forma che, con la capacità di conoscere e amare Dio, ha donato a ogni persona il sacro spazio della coscienza affinché cerchi la verità e giunga a lui, al fine di raggiungere la felicità totale.
9. “Ciò è apparso in grado sommo in Cristo Gesù, nel quale Dio ha manifestato se stesso e le sue vie in modo perfetto” (Dignitatis humanae, n. 11; EV 1/1071). In Gesù ci è presentato l’uomo genuinamente libero, via veritiera di realizzazione umana, nella conoscenza e nell’amore a Dio. “La Chiesa pertanto, fedele alla verità evangelica, segue la via di Cristo e degli apostoli quando riconosce il principio della libertà religiosa come rispondente alla dignità dell’uomo e alla rivelazione di Dio, e la favorisce” (Dignitatis humanae, n. 12; EV 1/1073).
Riforme costituzionali
10. La promulgazione di una legge fondamentale – La Costituzione politica – che garantisca la tutela dei diritti di tutti i cittadini e renda possibile il compimento dei loro doveri è uno dei più importanti servizi che lo stato deve rendere alla nazione.
11. Dieci anni or sono, dopo un lungo periodo di leggi restrittive della libertà in materia religiosa, si giunse alla modifica degli articoli 3, 5, 24, 27 e 130 della Costituzione. Riconoscendo il diritto alla libertà religiosa dei propri cittadini, come è sancito nei trattati internazionali e nella maggioranza dei paesi, il Messico è uscito da una situazione anacronistica.
12. Visto che, per il pesante fardello della storia, pareva un tabù toccare questi temi, la riforma del 1992 può essere considerata audace. Le nuove leggi, tuttavia, possono essere perfezionate, permettendo di giungere al pieno riconoscimento dei diritti di tutti i cittadini, in una società che desidera essere democratica.
Verso una cultura della legalità
13. Dieci anni sono un tempo relativamente breve per conseguire un cambiamento di mentalità e una nuova cultura nella società messicana, avvezza alla simulazione e abituata a un certo disprezzo delle leggi. Qualcuno, magari, potrebbe rimpiangere il periodo in cui eravamo quasi fuori-legge e, pertanto, senza responsabilità precise nei confronti dell’autorità civile. Non mancano coloro che guardano con timore e sospetto le associazioni religiose, in particolare la Chiesa cattolica, pensando che mirino a ottenere privilegi e potere.
14. Siamo d’accordo che il principio della separazione tra Chiesa e stato sia mantenuto. Separazione, però, non significa né sottomissione né scontro, ma rispetto e collaborazione, pur restando ciascuno nel proprio campo. Ammettiamo che lo stato non debba essere confessionale, anzi, che debba conservare il suo carattere laico, ma ciò, in nessun modo, significa che diventi antireligioso, quanto piuttosto rispettoso delle diverse opinioni religiose di persone e di gruppi.
15. Noi, cattolici messicani, dobbiamo essere cittadini impegnati a favore della nostra patria e dare esempio di accettazione leale delle legittime autorità. Accettiamo la sfida di conoscere, assumere e apprezzare quanto di positivo contengono le nostre leggi. Siamo convinti che solamente in un quadro di legalità, costituito da leggi precise e giuste, possiamo costruire una patria in cui sia possibile una convivenza veramente pacifica e costruttiva.
Pluralismo religioso
16. Promuovendo il diritto a una maggiore libertà religiosa, operiamo a favore di tutti i messicani, cattolici e non cattolici, credenti e non credenti, poiché si tratta di un diritto naturale della persona. Non pretendiamo, nel modo più assoluto, che la religione cattolica venga imposta a tutti, ma reclamiamo il diritto di proporla liberamente.
17. Dobbiamo imparare a vivere in una mentalità ecumenica più aperta, a rispettare coloro che optano per una fede diversa, a promuovere l’unità che Gesù Cristo desidera dai suoi discepoli e a lavorare insieme per i diritti fondamentali di tutti, in particolare dei poveri. Riteniamo utile unire i nostri sforzi a quelli dei dirigenti di altre denominazioni religiose per ottenere un maggiore avanzamento nel pieno riconoscimento di questo diritto fondamentale alla libertà religiosa.
Dialogo e collaborazione
18. Il nuovo clima nel quale viviamo, a proposito dell’esercizio della libertà religiosa, è dovuto, tra gli altri fattori, al dialogo e alla collaborazione della Chiesa cattolica con i differenti settori della società. Siamo convinti, di conseguenza, che questa permarrà la nostra strada per crescere nella pratica dei nostri diritti e nel compimento dei nostri obblighi.
19. Il dialogo, il rispetto e la collaborazione con tutti i soggetti della società ci permetterà di conoscerci meglio, di sradicare pregiudizi; al tempo stesso, ci scopriremo membri di una stessa famiglia, di squisito pluralismo, seppur tutti interessati al bene integrale degli uomini e delle donne della nostra patria.
Libertà religiosa ed educazione
20. Il concetto di libertà religiosa include anche il diritto a trasmettere, mediante l’educazione, contenuti dottrinali, valori e virtù che conferiscono dignità all’essere umano individualmente e comunitariamente. Riaffermiamo che i genitori hanno un diritto naturale all’educazione integrale dei figli, anche in materia religiosa. Questo diritto deve essere riconosciuto, garantito e sostenuto dalla stato, dalle associazioni religiose e dalle altre istituzioni (cf. Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, art. 26, §3).
21. La riforma costituzionale sta contribuendo al superamento della mentalità laicista e al rispetto dell’educazione laica. Conformandoci alla disposizione costituzionale, cioè che l’educazione pubblica deve essere gratuita, obbligatoria e laica, constatiamo che la laicità nell’educazione, quasi sempre intesa come antireligiosa, anticattolica o anticlericale, sta per essere, poco a poco, superata.
22. Ciononostante, pur ammettendo, a causa del peso del nostro passato storico, che si tratta di un tema delicato, noi, vescovi del Messico, con grande speranza, desideriamo incoraggiare i differenti settori interessati ad approfondire il dialogo e lo scambio affinché, un giorno, possiamo conseguire la piena espressione del diritto alla libertà religiosa in materia educativa, (sancito) dalla nostra Costituzione.
23. Siamo sinceramente convinti che solo l’educazione agli autentici valori umani e cristiani, trasmessi dalla famiglia, dalla scuola e dalla Chiesa cattolica e da altre denominazioni religiose, possa aiutare a superare la crisi profonda che sta vivendo la nostra società, la crisi dei valori.
Libertà religiosa e missione della Chiesa
24. Nella nuova cornice giuridica, la libertà religiosa ha offerto alla Chiesa l’opportunità di rinsaldare la profonda dicotomia tra fede e vita; ci ha dato la possibilità di esprimere liberamente la nostra personalità cristiana, in tutti gli ambiti della società, e di testimoniarla con la nostra stessa vita. Nel medesimo tempo, la libertà religiosa ci ha favoriti nell’adempimento del nostro specifico servizio che, in quanto Chiesa, dobbiamo rendere al Messico, cioè di realizzare la nostra missione evangelizzatrice. Questo è il contributo che dobbiamo apportare per contribuire allo sviluppo del paese.
25. Lo abbiamo dichiarato nella nostra recente lettera pastorale: “Dalle sue origini, la Chiesa porta nel cuore il mandato missionario, cosciente di essere depositaria e portatrice della salvezza realizzata da Gesù Cristo a favore di tutti. Né essa può sottrarsi alla missione, né gli uomini possono rifiutare senza conseguenze il suo annuncio. La missione è obbedienza a Dio. La Chiesa, quindi, richiede ed esige la libertà religiosa per predicare l’Evangelo, mentre gli uomini ne hanno bisogno per rispondere nella fede” (lett. past. Dall’incontro con Gesù Cristo alla solidarietà con tutti, 2000, n. 185).
Esortazione
26. Invitiamo tutti a educarsi e a formarsi in vista della nuova tappa della libertà religiosa che stiamo vivendo; difatti il cambiamento che ci auguriamo per la nostra patria dipende assai più che dalla riforma legislativa dalla conversione interiore, da una nuova mentalità per vivere con maggior coerenza l’Evangelo.
27. Dobbiamo continuare nel superamento dei pregiudizi storici che hanno recato un grave danno al nostro paese. Dobbiamo unirci tra tutti i settori sociali nella ricerca di nuove strade che ci conducano a una maggior libertà religiosa.
28. Chiediamo ai cattolici di manifestare con libertà e coerenza la fede nella vita ordinaria, nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nelle cariche pubbliche da essi occupate.
29. Esortiamo i genitori a educare i figli nel diritto e nel rispetto della libertà religiosa.
30. Invitiamo gli agnostici, gli indifferenti e i non praticanti a mantenersi aperti alla voce di Dio, che rispetta le loro decisioni, ma che li invita a conoscerlo e a seguirlo.
31. Sollecitiamo le autorità e i legislatori a proseguire il dialogo iniziato in materia, fatto che ridonderà in bene per il nostro paese.
32. Facciamo pressione sui responsabili dei mezzi di comunicazione affinché manifestino maggiore disponibilità nella diffusione dei valori religiosi, quale forma di contributo al sano sviluppo della società messicana sui principi di verità, giustizia, onestà, rispetto, pace e solidarietà.
33. Incoraggiamo il popolo messicano a mantenere la speranza nella possibilità di realizzare la costruzione di un Messico nuovo, sostenuto dalla forza che ci viene dall’invito del Signore Gesù: prendete il largo (cf. Lc 5,4).
34. Concludiamo il nostro messaggio invitando tutti i messicani a fare sì che l’attesa quinta visita di sua santità Giovanni Paolo II alla nostra patria si svolga in un clima di fede, di gioia, di libertà e di armonia fraterna.
35. Che la canonizzazione di Juan Diego, la beatificazione di Juan Bautista e di Jacinto de los Angeles, tutti e tre indios, sia una avvenimento di grazia, così che ai popoli originari di queste terre siano finalmente riconosciuti i loro giusti diritti e siano apprezzati, sia nella società sia nella Chiesa, nella loro dignità e nella loro missione, giungendo allo sviluppo integrale, la santità.
36. Ci auguriamo che il desiderio espresso dal papa Giovanni Paolo II nella sua ultima visita (1999) possa, oggi, diventare realtà: “Dio ti benedica, Messico! Che ti possa impegnare a sradicare per sempre le lotte che hanno diviso i tuoi figli con un dialogo fecondo e costruttivo. Un dialogo dal quale nessuno venga escluso, anzi che accomuni maggiormente tutti gli abitanti, che unisca i credenti fedeli alla loro fede in Cristo e coloro che da lui sono lontani. Solamente un fraterno dialogo tra tutti rinvigorirà i progetti delle future riforme, auspicate dai cittadini di buona volont à, appartenenti a tutti i credi religiosi e ai diversi settori politici e culturali”.
37. Che la Madre santissima di Guadalupe interceda per il Messico, affinché possiamo godere della libertà, della fraternità, della giustizia e della pace che lei auspica per tutti.
México, D.F., 12 aprile 2002.
per i vescovi del Messico:
+ Luis Morales Reyes,
presidente della Conferenza episcopale messicana
+ Abelardo Alvarado Alcántara,
segretario generale
Autore:
Conferenza Episcopale Messicana
Nazione:
Messico
Parole chiave:
Personalità giuridica, Collaborazione, Riconoscimento, Associazioni religiose, Libertà religiosa, Educazione, Dialogo, Culto pubblico, Separazione, Pluralismo
Natura:
Varie