Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Documenti • 2 Febbraio 2004

Interrogazione 10 dicembre 1996

Senato della Repubblica. Interrogazione a risposta scritta annunziata il 10 dicembre 1996.

SALVI, D’ALESSANDRO PRISCO, MANCONI, SALVATO, DE GUIDI- Al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’interno e per il coordinamento della protezione civile. – Premesso:

che l’Unione buddhista italiana (UBI) – riconosciuta come ente religioso con decreto del Presidente della Repubblica del 3 gennaio 1991 e rappresentativa di circa 50.000 praticanti buddisti italiani – ha chiesto fin dal 1986 la stipulazione con lo Stato italiano dell’intesa prevista dall’articolo 8 della Costituzione;

che l’UBI ha inviato nell’ottobre 1992 un proprio progetto di intesa alla Presidenza del Consiglio dei ministri;

che il Governo dell’epoca ha dato inizio alla prescritta procedura richiedendo il parere del Ministero dell’interno;

che detto Ministero ha trasmesso alla Presidenza del Consiglio il proprio parere favorevole nel maggio 1993;

che nel gennaio 1994 è stata riconosciuta la Commissione interministeriale incaricata di condurre le trattative per le intese;

che la successiva crisi di Governo ha determinato un rinvio delle trattative tra l’UBI e la suddetta Commissione;

che l’UBI ha ripetuto la richiesta ai successivi Governi Berlusconi e Dini;

che in data 8 settembre 1995 la Corte dei conti ha registrato la composizione della Commissione per le intese;

che il rinvio ulteriore di queste trattative sarebbe in aperto contrasto con l’articolo 3 della Costituzione, che garantisce uguaglianza davanti alla legge a tutti i cittadini, senza distinzione di religione;

che dopo il Concordato rinnovato con la Chiesa cattolica e le intese già concluse con l’Unione delle Comunità israelitiche e con le principali confessioni protestanti non appare giustificato un rifiuto dell’intesa ai cittadini di religione buddhista, che si vedrebbero così negati i diritti (l’assistenza religiosa in particolari situazioni, la partecipazione all’otto per mille dell’IRPEF, la libera circolazione dei maestri, eccetera) riconosciuti ai cittadini cattolici, ebrei, valdesi, luterani, eccetera;

che senza l’intesa l’UBI rimarrebbe vincolata alle norme sui cosiddetti “culti ammessi”, varate nel 1929 in ben altro contesto politico ed istituzionale; inoltre ne sarebbe ostacolata l’opera benefica nei confronti di oltre ventimila immigrati da paesi asiatici, che sono in grande maggioranza di fede buddhista e la cui condizione sociale e morale trarrebbe vantaggio dalla disponibilità di assistenza religiosa;

che l’avvio delle trattative per l’intesa con l’UBI in quanto applicazione degli articoli 3 e 8 della Costituzione, essendosi da oltre tre anni acquisito il parere favorevole del competente Ministero dell’interno, è da considerarsi un atto sostanzialmente dovuto, si chiede di sapere quali siano gli intendimenti del Governo circa l’avvio delle trattative tra lo Stato italiano e l’UBI per l’intesa prevista dall’articolo 8 della Costituzione.