Circolare 05 ottobre 2004
Ministero dell’interno. Circolare 5 ottobre 2004: “Dialogo interreligioso”.
Recenti tragici avvenimenti hanno sottolineato che nell’odierna realtà globalizzata il fanatismo religioso costituisce, in misura sempre maggiore, un fattore in grado di influenzare le dinamiche sociali.
La situazione legata alla minaccia del terrorismo internazionale e interno fa diventare poi obiettivamente concreto il rischio che l’integralismo religioso diventi strumento per accentuare forme di conflittualità violenta o per riattivare meccanismi di contrapposizione ideologica e politica.
La crescente presenza nel corpo sociale del nostro Paese di immigrati con cultura e fedi diverse, in particolare islamica, rende allora essenziale, proprio al fine di precludere ogni spazio di proselitismo al fanatismo integralista religioso, di favorire, in un clima quanto più possibile pacifico e sereno, il dialogo tra le religioni e la convivenza tra culture differenti.
Ciò costituisce quindi un obiettivo primario dell’Amministrazione dell’Interno che è garante delle libertà e della sicurezza dei cittadini.
Del resto è stata questa la motivazione posta alla base dell’iniziativa sul “Dialogo religioso quale fattore di coesione sociale” promossa durante il semestre di Presidenza italiana e che ha portato all’adozione di un’apposita Dichiarazione dei Ministri dell’interno dell’Unione Europea.
Nella Dichiarazione è stato riconosciuto il contributo positivo che il dialogo tra le fedi è in grado di dare all’interno della società europea e la sua capacità di porsi come mezzo di pace in Europa e ai suoi confini, in particolare nell’area del Mediterraneo la cui stabilità dipende in larga misura dalla convivenza tra diverse religioni.
L’iniziativa della Presidenza italiana è stata poi, com’è noto, approvata dai Capi di Stato e di Governo che nel Consiglio Europeo del 12 dicembre 2003 hanno incoraggiato gli Stati ad appoggiare un «dialogo intenso, aperto e trasparente con le varie comunità religiose».
Il tema del dialogo interreligioso figura così tra le priorità che l’Unione si è data in materia di lotta al terrorismo e di politica dell’immigrazione.
In adesione a questo quadro programmatico, a livello nazionale, considerata la specificità e la consistenza della comunità di fede islamica (circa un milione di persone), questa Amministrazione sta procedendo alla costituzione di un organo centrale consultivo che si pone l’obiettivo di avviare un dialogo istituzionale con le componenti musulmane presenti nel nostro Paese e di agevolare l’emersione di un Islam italiano compatibile con le leggi e i valori nazionali.
Come ha messo in evidenza il rilevamento sulle realtà religiose nel territorio nazionale promosso da questo Ministero ed effettuato dalle SS.LL., in Italia sono presenti molte comunità religiose diverse da quella cattolica, assai differenti tra loro per ispirazione, cultura, consistenza e insediamento. Fatta eccezione per piccole enclave la cui presenza è radicata da decenni, nella quasi totalità dei casi si tratta di comunità giovani che spesso non riescono ancora ad esprimere proprie figure rappresentative con le quali la società e le istituzioni italiane possano instaurare forme di dialogo strutturato.
A fronte di questa realtà, appare opportuno che le SS.LL. si facciano promotrici di iniziative volte a favorire un dialogo sistematico tra le diverse comunità religiose e tra queste e le Istituzioni.
Tali iniziative, pur mantenendosi estranee ai contenuti religiosi del rapporto tra le diverse fedi, potranno utilmente riferirsi a eventuali positive esperienze già autonomamente maturate tra le diverse confessioni religiose presenti in ambito provinciale.
Dalla valutazione delle singole realtà territoriali le SS.LL. potranno trarre indicazioni circa le modalità più idonee allo scopo, nonché i modelli organizzativi da porre in essere.
Potranno di conseguenza essere individuate forme di dialogo attraverso la costituzione di tavoli di lavoro, forum, osservatori o altre iniziative a carattere permanente, ovvero inizialmente attraverso metodologie di confronto più informali, sempre con il coinvolgimento degli esponenti delle diverse comunità religiose presenti sul territorio nonché, ove necessario, di soggetti istituzionali – Stato, Regioni, Enti locali – e di rappresentanti del mondo del lavoro e del volontariato.
La conoscenza e la comunicazione tra le realtà religiose presenti nella provincia potranno contribuire a individuare le soluzioni ai problemi di convivenza quotidianamente più avvertiti, prevenendo possibili criticità basate su pretestuose motivazioni religiose, nel rispetto dell’ordinamento giuridico e del metodo democratico.
I tavoli di confronto potranno essere, altresì, utili a promuovere la non discriminazione nella vita economica, sociale e culturale e a scongiurare rischi di razzismo e xenofobia.
In tal senso per le eventuali iniziative da adottare sarà opportuno considerare comunque ogni utile collegamento già sviluppato nell’ambito dei Consigli territoriali per l’immigrazione.
Torneranno gradite su quanto precede le valutazioni delle SS.LL., basate su aggiornati dati informativi in merito alla presenza, al livello di integrazione delle comunità religiose nella realtà provinciale e all’evoluzione del dialogo interreligioso che, si confida, possa mostrare un forte dinamismo sulla spinta delle iniziative a tal fine intraprese.
Il Ministro
Pisanu
Autore:
Ministero dell'Interno
Dossier:
Libertà religiosa
Nazione:
Italia
Parole chiave:
Confessioni religiose, Libertà religiosa, Comunità religiose, Immigrazione, Integrazione, Dialogo, Tolleranza, Confronto, Coesione sociale, Società multietnica, Integralismo religioso
Natura:
Circolare