Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Documenti • 13 Maggio 2007

Rendiconto 2000

Rendiconto, previsto dall’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222, relativo all’utilizzazione delle somme pervenute all’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero e alla Conferenza Episcopale Italiana in forza degli artt. 46 e 47 della medesima legge nell’anno 1999.

Nell’indicare i singoli dati si segue l’ordine delle lettere del comma secondo dell’art. 44:

* Lettera a) – Numero dei sacerdoti a favore dei quali si è provveduto nell’anno 1999:

– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore delle diocesi n. 36.503

– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore delle diocesi n. 3.290

* Lettera b) – Somma stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana per il dignitoso sostentamento dei sacerdoti (al netto dei contributi previdenziali dovuti al Fondo Clero dell’INPS e al lordo delle ritenute fiscali):

– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno:
da un minimo di £. 18.816.000 (£. 1.568.000 mensili x 12 mensilità)
ad un massimo di £. 35.044.800 (£. 2.920.400 mensili x 12 mensilità)

– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno:
sacerdoti: £. 25.166.400 (£. 2.097.200 mensili x 12 mensilità)
Vescovi emeriti: £. 30.576.000 (£. 2.548.000 mensili x 12 mensilità)

* Lettera c) – Ammontare complessivo delle somme di cui agli articoli 46 e 47 destinate al sostentamento del clero:
– erogazioni liberali pervenute all’Istituto Centrale per il sostentamento del clero e deducibili a termini dell’art. 46 £. 41.433.100.366

– importo destinato dalla C.E.I. a valere sull’anticipo dell’8 per mille IRPEF
£. 485.000.000.000

* Lettera d) – Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata l’intera remunerazione: n. 113

* Lettera e) – Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata un’integrazione: n. 36.296

* Lettera f) – Ammontare delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali operati ai sensi dell’art. 25:

– ritenute fiscali £. 111.942.637.715

– contributi previdenziali £. 28.742.392.048

* Lettera g) – Interventi finanziari dell’Istituto Centrale a favore dei singoli Istituti per il sostentamento del clero £. 461.129.498.394

* Lettera h) – Interventi operati per le altre finalità previste dall’art. 48:

1. Esigenze di culto della popolazione.
La somma destinata a questa finalità è stata pari a £. 711.666.178.880.
In particolare, essa è stata così ripartita:

– per la costruzione di nuovi edifici di culto e centri parrocchiali:
£. 118 miliardi;

– alle diocesi, per il sostegno delle attività di culto e pastorale:
£. 229.100.000.000;

– per interventi di rilievo nazionale definiti dalla C.E.I.:
£. 58.566.178.880;

– per la costruzione di case canoniche nel Mezzogiorno d’Italia:
£. 30 miliardi;

– per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici:
£. 120 miliardi;

– per il “fondo speciale” finalizzato alla promozione della catechesi e dell’educazione cristiana:
£. 130 miliardi;
– per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali:
£. 8 miliardi;

– per interventi a favore dell’assistenza domestica per il clero:
£. 1 miliardo;

– per la costituzione di un “fondo di riserva” presso la Conferenza Episcopale Italiana:
£. 17 miliardi.

2. Interventi caritativi in Italia e nei paesi del terzo mondo.
La somma destinata a questa finalità è stata pari a £. 265.600.000.000.
In particolare, essa è stata così ripartita:

– alle diocesi, per interventi caritativi a favore della collettività nazionale:
£. 132.600.000.000;

– per interventi caritativi di rilievo nazionale definiti dalla C.E.I.:
£. 8 miliardi;

– per interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo:
£. 125 miliardi.

A N N O T A Z I O N I

L’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222 dispone che “la Conferenza Episcopale Italiana trasmette annualmente all’autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme di cui agli articoli 46, 47 [e 50, terzo comma]”, e indica gli elementi che “tale rendiconto deve comunque precisare”.

SOSTENTAMENTO DEL CLERO CATTOLICO.

1. Quanto al dato di cui alla lett. a) dell’art. 44, comma secondo:
Il numero di 39.793 (36.503 + 3.290) individua i sacerdoti inseriti nel sistema di sostentamento nel corso del 1999, compresi coloro che tra il 2 gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno sono deceduti.

I primi (36.503) sono coloro che hanno avuto titolo ad una remunerazione per il ministero svolto a tempo pieno in servizio delle diocesi (cf. art. 24); i secondi (3.290) sono coloro a cui si è provveduto a titolo di previdenza integrativa (cf. art. 27, comma primo), non potendo essi più svolgere un servizio a tempo pieno.

2. Quanto ai dati di cui alla lettera b).
L’esistenza di un importo minimo e di un importo massimo di remunerazione assicurato ai sacerdoti deriva dalle scelte operate nella definizione del sistema remunerativo.

A ciascun sacerdote spetta un numero X di punti; ogni anno la C.E.I. determina il valore monetario del singolo punto (per il 1999: £. 19.600); la remunerazione assicurata corrisponde al prodotto del numero dei punti per il valore del punto.

Il numero dei punti varia in concreto per ciascun sacerdote, perché a partire da un numero-base uguale per tutti (nel 1999: 80 punti mensili) sono attribuiti punti ulteriori (fino a un massimo di 141 punti mensili) al verificarsi di circostanze previste dalla normativa data dalla C.E.I. ai sensi dell’art. 75 della legge n. 222/1985 e secondo gli indirizzi del can. 281 del codice di diritto canonico (oneri particolari connessi con l’esercizio di taluni uffici; anzianità nell’esercizio del ministero sacerdotale; spese per alloggio in mancanza di casa canonica; condizioni di speciale difficoltà).
3. Quanto ai dati di cui alla lettera c).

Le offerte deducibili, previste dall’art. 46, destinate al sostentamento del clero cattolico nel 1999, sono state pari a £. 41.433.100.366.

Si tratta dell’importo complessivo delle erogazioni liberali versate nel corso del 1998 dai donanti sui conti correnti postale e bancari dell’Istituto Centrale oppure presso gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero all’uopo delegati, del quale l’Istituto Centrale ha avuto conoscenza esauriente soltanto dopo la chiusura dell’esercizio 1998, al ricevimento delle rendicontazioni degli enti collettori; conseguentemente detto importo è stato destinato al sostentamento del clero nell’esercizio successivo (1999).

La somma di £. 485.000.000.000 corrisponde all’importo trasmesso dalla C.E.I. all’Istituto Centrale prelevandolo dal versamento complessivo di £. 1.462.266.178.880 effettuato dallo Stato nell’anno 1999 ai sensi degli ultimi due commi dell’art. 47.

Nel corso dell’anno 1999 dovevano, infatti, essere corrisposti alla C.E.I.:

a) entro il mese di gennaio, il conguaglio dell’anticipo ricevuto per l’anno finanziario 1996;

b) entro il mese di giugno, la terza e ultima quota del conguaglio rateizzato, relativo agli anni 1990, 1991 e 1992 (cf. art. 2, comma 180 della legge 23 dicembre 1996, n. 662);

c) sempre entro il mese di giugno, a titolo di anticipo, la somma spettante alla Chiesa sulla base delle dichiarazioni relative al terzo periodo d’imposta precedente (dichiarazioni presentate nel 1996 per i redditi del 1995).

Di fatto:

– per il titolo di cui alla lettera a), la C.E.I. ha ricevuto la somma di £. 92.990.878.270;

– per il titolo di cui alla lettera b), la C.E.I. ha ricevuto la somma di £. 273.536.675.000;

– per il titolo di cui alla lettera c), la C.E.I. ha ricevuto la somma di £. 1.043.582.097.450;

– a titolo di conguaglio definitivo per gli anni 1993, 1994 e 1995, la CEI ha ricevuto la somma di £. 52.156.528.160.
4. Quanto ai dati di cui alle lettere d) ed e).
Come è noto, il nuovo sistema di sostentamento del clero cattolico è impostato secondo i seguenti criteri:

A. I sacerdoti che svolgono servizio in favore della diocesi “comunicano annualmente all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero:

a) la remunerazione che, secondo le norme stabilite dal vescovo diocesano, sentito il Consiglio presbiterale, ricevono dagli enti ecclesiastici presso i quali esercitano il ministero;

b) gli stipendi eventualmente ad essi corrisposti da altri soggetti” (art. 33).

B. “L’Istituto verifica, per ciascun sacerdote, i dati ricevuti a norma dell’art. 33. Qualora la somma dei proventi di cui al medesimo articolo non raggiunga la misura determinata dalla Conferenza Episcopale Italiana a norma dell’articolo 24, primo comma, l’Istituto stabilisce l’integrazione spettante, dandone comunicazione all’interessato” (art. 34, comma primo).

C. “Gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero provvedono all’integrazione di cui all’art. 34 con i redditi del loro patrimonio.

Qualora tali redditi risultino insufficienti, gli Istituti richiedono all’Istituto Centrale la somma residua necessaria ad assicurare ad ogni sacerdote la remunerazione nella misura stabilita” (art. 35, comma primo e secondo).

In pratica possono dunque verificarsi tre situazioni:

+ Taluni sacerdoti non ricevono alcuna remunerazione dall’ente ecclesiastico, perché questo è impossibilitato a intervenire in loro favore per mancanza totale di mezzi; se il sacerdote non ha altre entrate computabili, gli si deve l’intera remunerazione.

I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 113.

+ Altri sacerdoti ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o godono di altre entrate computabili; se con queste risorse non raggiungono la misura di remunerazione loro attribuita (cf. quanto annotato più sopra alla lettera B.) hanno diritto di ricevere una integrazione fino alla concorrenza di tale misura.

I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 36.296.
+ Altri sacerdoti, infine, che ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o godono di altre entrate computabili, raggiungono con questi apporti o addirittura superano la misura di remunerazione loro attribuita; in questo caso non è dovuta loro alcuna integrazione.

I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 3.384.

5. Quanto al dato di cui alla lettera f).
A proposito delle ritenute fiscali è opportuno ricordare che si tratta di quelle operate dall’Istituto Centrale su due possibili componenti della remunerazione dei sacerdoti:

– la remunerazione ricevuta da enti ecclesiastici;

– la remunerazione totale o l’integrazione ricevuta dagli Istituti per il sostentamento del clero.

E’ da sottolineare, peraltro, che il carico fiscale complessivo che è gravato sui sacerdoti nel 1999 è maggiore dell’importo indicato: quando, per esempio, a comporre la remunerazione attribuita al sacerdote concorre uno stipendio (insegnamento della religione cattolica nelle scuole, assistenza spirituale negli ospedali o nelle carceri, ecc.) le ritenute sul medesimo sono operate direttamente dallo Stato. E’ noto inoltre che lo Stato effettua le ritenute sulle pensioni di cui eventualmente i sacerdoti godono.

A proposito dei contributi previdenziali si precisa che si tratta di quelli dovuti, ai sensi della legge 22 dicembre 1973, n. 903, per il fondo speciale clero costituito presso l’INPS, l’iscrizione al quale è obbligatoria per ogni sacerdote secolare.

6. Quanto alla lettera g).
Se si confrontano i dati relativi al primo e terzo comma del precedente punto 3 delle presenti Annotazioni (£. 526.433.100.366) e la somma erogata dall’Istituto Centrale ai singoli Istituti diocesani per il sostentamento del clero (£. 461.129.498.394) si constata una differenza positiva di £. 65.303.601.972 che merita un chiarimento.

Parte di tale differenza, ed esattamente £. 44.468.630.500, è stata utilizzata per finanziare gli assegni di previdenza integrativa erogati a favore dei 3.290 sacerdoti inabili allo svolgimento del ministero a tempo pieno, di cui alla lettera a).
La somma residua (£. 20.834.971.472) è stata utilizzata, per la quasi interezza, dall’Istituto Centrale per il pagamento del premio di una polizza sanitaria integrativa stipulata in favore del clero ( pari a £. 19.967.432.000). La parte restante (£. 867.539.472) della predetta somma è stata destinata alle esigenze del sostentamento del clero dell’anno successivo.

7. Quanto alla lettera h).
ESIGENZE DI CULTO DELLA POPOLAZIONE
A) Una quota di £. 118 miliardi è stata destinata per la costruzione di edifici di culto cattolico e delle pertinenti opere parrocchiali.

B) Una quota di £. 229.100.000.000 è stata destinata alle 227 diocesi italiane, per il sostegno delle attività di culto e di pastorale.

La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (£. 515.022.208) eguale per ciascuna diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti: £. 171.674.069), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (£. 1.961 per abitante).
L’individuazione delle finalità di culto e di pastorale alle quali destinare la somma ricevuta è stata fatta in un’apposita circolare inviata dalla C.E.I. ai Vescovi diocesani, tenendo come punto di riferimento la descrizione delle attività di religione e di culto contenuta nell’art. 16, lett. a) della legge 20 maggio 1985, n. 222: attività dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana.

C) Una quota di £. 58.566.178.880 è stata destinata a sostegno di attività di culto e di pastorale a rilievo nazionale, individuate in concreto dalla Presidenza della C.E.I., sentito il Consiglio Episcopale Permanente. Le modalità di impiego di tale quota sono state molto simili a quelle degli anni precedenti.

D) Una quota di £. 30 miliardi è stata destinata per la costruzione di case canoniche nel Mezzogiorno d’Italia.

E) Una quota di £. 120 miliardi è stata destinata per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici.
F) Una quota di £. 130 miliardi è stata destinata per il “fondo speciale”, costituito presso la C.E.I., finalizzato alla promozione della catechesi e dell’educazione cristiana.

G) Una quota di £. 8 miliardi è stata destinata per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali.

H) Una quota di £. 1 miliardo è stata destinata per interventi a favore dell’assistenza domestica per il clero.

I) Una quota di £. 17 miliardi è stata destinata per costituire un “fondo di riserva” presso la C.E.I., tenendo conto del fatto che nei prossimi anni non si potrà più contare sui conguagli “straordinari” sopra descritti.

INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DELLA COLLETTIVITÀ NAZIONALE

A) Una quota di £. 132.600.000.000 è stata destinata alle 227 diocesi italiane per interventi caritativi a favore della collettività nazionale.

La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (£. 299.044.000) uguale per ciascuna diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti: £. 99.681.333), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (£. 1.135 per abitante).

B) Una quota di 8 miliardi è stata destinata per interventi caritativi in Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla Presidenza della C.E.I., sentito il Consiglio Episcopale Permanente.

INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DI PAESI DEL TERZO MONDO

Nell’anno 1999 una quota di lire 125 miliardi è stata destinata agli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo.

Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato, costituito per un triennio dal Consiglio Episcopale Permanente in data 5 giugno 1990, rinnovato in data 25 marzo 1993 e di nuovo rinnovato in data 29 marzo 1996 per un quinquennio.

Relativamente ai fondi dell’anno 1999 sono pervenuti n. 830 progetti, di cui finora sono stati approvati 268.

Molti progetti sono stati respinti perché non rientravano negli ambiti previsti dalla legge 222/85, oppure perché la loro realizzazione è stata giudicata meno urgente o non in linea con il Regolamento applicativo, approvato dalla Presidenza della Conferenza Episcopale e indicante il quadro dei criteri generali di intervento e le priorità contenutistiche e geografiche.

Tra gli interventi più significativi segnaliamo, soltanto a titolo di esempio: nel settore dell’istruzione scolastica, un sostegno per l’alfabetizzazione degli adulti in Senegal (lire 2.240.000.000), per la rete di scuole per l’infanzia in Brasile (lire 650.000.000) e, nel campo universitario, un sostegno alla F.I.U.C. per un laboratorio di studi sociali in America Latina (lire 1.130.000.000); nel settore della formazione professionale segnaliamo un appoggio al Centro di formazione in Angola (lire 500.000.000), alla Scuola agricola in Sri Lanka (lire 600.000.000), nonché un sostegno per la formazione di 300 cooperative di produzione in Haiti (lire 960.000.000) e un sussidio ai produttori agricoli in 55 villaggi in Burkina Faso (lire 1.250.000.000). Nel campo della promozione umana e culturale è stato dato un appoggio per un progetto di formazione a favore dei reclusi in El Salvador (lire 1.000.000.000) e per la realizzazione di una rete satellitare di comunicazione in Bolivia (lire 1.500.000.000). Nel settore della sanità sono stati predisposti interventi per realizzare un polo medico in Uganda (lire 4.700.000.000) e corsi di formazione per persone con handicap visivo in Ecuador (lire 375.000.000) e per la creazione di dispensari medici in Laos (lire 390.000.000). Per l’assistenza sanitaria ed alimentare si è intervenuti in Albania in occasione del conflitto nel Kossovo (lire 5.000.000.000) ed in Venezuela in occasione dell’alluvione (lire 3.000.000.000).

Resta fermo che, come negli anni passati, tutta la somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque erogata per i progetti approvati.

A questo proposito si segnala che la somma di lire 120.000.000.000 destinata nell’anno 1998 è stata interamente erogata per finanziare 448 progetti sui 1161 presentati.