Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Documenti • 13 Maggio 2007

Rendiconto 05 luglio 2006

Rendiconto, previsto dall’art. 44 della legge n. 222/1985, circa l’utilizzo delle somme pervenute all’ICSC e alla CEI nell’anno 2005.

L’articolo 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222, dispone che la Conferenza Episcopale Italiana trasmetta annualmente all’autorità statale competente il rendiconto relativo all’effettiva utilizzazione delle somme di cui agli articoli 46, 47 e 50, terzo comma, della stessa legge e lo pubblichi sul «Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana», organo ufficiale della Conferenza medesima.

In adempimento a tale disposizione, si pubblica il rendiconto relativo all’anno 2005, con alcune annotazioni illustrative, inviato dal Presidente della CEI, Card. Camillo Ruini, al Ministro dell’Interno, On. Giuliano Amato, con lettera in data 5 luglio 2006, prot. n. 563/06.

Nell’indicare i singoli dati si segue l’ordine delle lettere del comma secondo dell’art. 44:
* Lettera a) – Numero dei sacerdoti a favore dei quali si è provveduto nell’anno 2005:
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore delle diocesi n. 35.471
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno in favore delle diocesi n. 3.024
* Lettera b) – Somma stabilita dalla Conferenza Episcopale Italiana per il dignitoso sostentamento dei sacerdoti (al netto dei contributi previdenziali dovuti al Fondo Clero dell’INPS e al lordo delle ritenute fiscali):
– sacerdoti abili a prestare un servizio a tempo pieno:
da un minimo di € 10.732,80 (€ 894,40 mensili x 12 mensilità)
ad un massimo di € 19.989,84 (€ 1.665,82 mensili x 12 mensilità)
– sacerdoti non abili a prestare un servizio a tempo pieno:
sacerdoti: € 14.204,16 (€ 1.183,68 mensili x 12 mensilità)
Vescovi emeriti: € 17.229,12 (€ 1.435,76 mensili x 12 mensilità)
* Lettera c) – Ammontare complessivo delle somme di cui agli articoli 46 e 47 destinate al sostentamento del clero:
– erogazioni liberali pervenute all’Istituto Centrale per il sostentamento del clero e deducibili a termini dell’art. 46: € 18.229.151
– importo destinato dalla CEI a valere sull’anticipo dell’8 per mille IRPEF: € 315.000.000
* Lettera d) – Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata l’intera remunerazione: n. 142
* Lettera e) – Numero dei sacerdoti a cui è stata assicurata un’integrazione: n. 34.723
* Lettera f) – Ammontare delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali operati ai sensi dell’art. 25:
– ritenute fiscali € 60.854.252
– contributi previdenziali € 27.427.146
* Lettera g) – Interventi finanziari dell’Istituto Centrale a favore dei singoli Istituti per il sostentamento del clero € 317.438.994
* Lettera h) – Interventi operati per le altre finalità previste dall’art. 48:

1. Esigenze di culto della popolazione.
La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 471.250.000,00.
In particolare, essa è stata così ripartita:
– per l’edilizia diculto: € 200 milioni;
– alle diocesi, per il sostegno delle attività di culto e pastorale: € 155 milioni;
– per interventi di rilievo nazionale definiti dalla C.E.I.: € 49.250.000,00;
– per il “fondo speciale” finalizzato alla promozione della catechesi e dell’educazione cristiana: € 60 milioni;
– per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali: € 7 milioni.

2. Interventi caritativi in Italia e nei paesi del terzo mondo.
La somma destinata a questa finalità è stata pari a € 195 milioni.
In particolare, essa è stata così ripartita:
– alle diocesi, per interventi caritativi a favore della collettività nazionale: € 85 milioni;
– per interventi caritativi di rilievo nazionale definiti dalla CEI: € 30 milioni;
– per interventi caritativi a favore di paesi del terzo mondo: € 80 milioni.
3. Accantonamento a futura destinazione per le esigenze di culto e pastorale e per gli interventi caritativi: € 2.865.165,49.

A N N O T A Z I O N I

L’art. 44 della legge 20 maggio 1985, n. 222 dispone che “la Conferenza Episcopale Italiana trasmette annualmente all’autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme di cui agli articoli 46, 47 [e 50, terzo comma]”, e indica gli elementi che “tale rendiconto deve comunque precisare”.

SOSTENTAMENTO DEL CLERO CATTOLICO

1. Quanto al dato di cui alla lett. a) dell’art. 44, comma secondo

Il numero di 38.495 (35.471 + 3.024) individua i sacerdoti inseriti nel sistema di sostentamento nel corso del 2005, compresi coloro che tra il 2 gennaio e il 31 dicembre dello stesso anno sono deceduti.
I primi (35.471) sono coloro che hanno avuto titolo ad una remunerazione per il ministero svolto a tempo pieno in servizio delle diocesi (cfr art. 24); i secondi (3.024) sono coloro a cui si è provveduto a titolo di previdenza integrativa (cfr art. 27, comma primo), non essendo essi più in grado di svolgere un servizio a tempo pieno.

2. Quanto ai dati di cui alla lettera b)

L’esistenza di un importo minimo e di un importo massimo di remunerazione assicurato ai sacerdoti deriva dalle scelte operate nella definizione del sistema remunerativo.
A ciascun sacerdote spetta un numero X di punti; ogni anno la CEI determina il valore monetario del singolo punto (per il 2005: e 11,18); la remunerazione assicurata corrisponde al prodotto del numero dei punti per il valore del punto.
Il numero dei punti varia in concreto per ciascun sacerdote, perché a partire da un numero-base uguale per tutti (nel 2005: 80 punti mensili) sono attribuiti punti ulteriori (fino a un massimo di 149 punti mensili) al verificarsi di circostanze previste dalla normativa data dalla CEI ai sensi dell’art. 75 della legge n. 222/1985 e secondo gli indirizzi del can. 281 del codice di diritto canonico (oneri particolari connessi con l’esercizio di taluni uffici; anzianità nell’esercizio del ministero sacerdotale; spese per alloggio in mancanza di casa canonica; condizioni di speciale difficoltà).

3. Quanto ai dati di cui alla lettera c)

Le offerte deducibili previste dall’art. 46, destinate al sostentamento del clero cattolico nel 2005, sono state pari a € 18.229.151. Si tratta dell’importo complessivo delle erogazioni liberali versate nel corso del 2004 dai donanti sui conti correnti postale e bancari dell’Istituto Centrale oppure presso gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero all’uopo delegati, del quale l’Istituto Centrale ha avuto conoscenza esauriente soltanto dopo la chiusura dell’esercizio 2004, al ricevimento delle rendicontazioni degli enti collettori; conseguentemente detto importo è stato destinato al sostentamento del clero nell’esercizio successivo (2005).
La somma di € 315.000.000 corrisponde all’importo trasmesso dalla CEI all’Istituto Centrale prelevandolo dal versamento complessivo di ? 984.115.165,49 effettuato dallo Stato nell’anno 2005 ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 47.

4. Quanto ai dati di cui alle lettere d) ed e)

Come è noto, il sistema di sostentamento del clero cattolico è impostato secondo i seguenti criteri:
A. I sacerdoti che svolgono servizio in favore della diocesi “comunicano annualmente all’Istituto diocesano per il sostentamento del clero:
a) la remunerazione che, secondo le norme stabilite dal Vescovo diocesano, sentito il Consiglio presbiterale, ricevono dagli enti ecclesiastici presso i quali esercitano il ministero;
b) gli stipendi eventualmente ad essi corrisposti da altri soggetti” (art. 33).
B. “L’Istituto verifica, per ciascun sacerdote, i dati ricevuti a norma dell’art. 33. Qualora la somma dei proventi di cui al medesimo articolo non raggiunga la misura determinata dalla Conferenza Episcopale Italiana a norma dell’articolo 24, primo comma, l’Istituto stabilisce l’integrazione spettante, dandone comunicazione all’interessato” (art. 34, comma primo).
C. “Gli Istituti diocesani per il sostentamento del clero provvedono all’integrazione di cui all’art. 34 con i redditi del loro patrimonio. Qualora tali redditi risultino insufficienti, gli Istituti richiedono all’Istituto Centrale la somma residua necessaria ad assicurare ad ogni sacerdote la remunerazione nella misura stabilita” (art. 35, commi primo e secondo).
In pratica possono dunque verificarsi tre situazioni:
– Taluni sacerdoti non ricevono alcuna remunerazione dall’ente ecclesiastico, perché questo è impossibilitato a intervenire in loro favore per mancanza totale di mezzi; se il sacerdote non ha altre entrate computabili, gli si deve l’intera remunerazione. I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 142.
– Altri sacerdoti ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o godono di altre entrate computabili; se con queste risorse non raggiungono la misura di remunerazione loro attribuita (cfr quanto annotato più sopra alla lettera B.) hanno diritto di ricevere una integrazione fino alla concorrenza di tale misura.
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 34.723.
– Altri sacerdoti, infine, che ricevono una remunerazione da enti ecclesiastici o godono di altre entrate computabili, raggiungono con questi apporti o addirittura superano la misura di remunerazione loro attribuita; in questo caso non è dovuta loro alcuna integrazione.
I sacerdoti versanti in questa condizione sono stati 3.630.

5. Quanto al dato di cui alla lettera f)

A proposito delle ritenute fiscali è opportuno ricordare che si tratta di quelle operate dall’Istituto Centrale su due possibili componenti della remunerazione dei sacerdoti:
– la remunerazione ricevuta da enti ecclesiastici;
– la remunerazione totale o l’integrazione ricevuta dagli Istituti per il sostentamento del clero.
È da sottolineare, peraltro, che il carico fiscale complessivo che è gravato sui sacerdoti nel 2005 è maggiore dell’importo indicato: quando, per esempio, a comporre la remunerazione attribuita al sacerdote concorre uno stipendio (insegnamento della religione cattolica nelle scuole, assistenza spirituale negli ospedali o nelle carceri, ecc.) le ritenute sul medesimo sono operate direttamente dallo Stato. E’ noto inoltre che lo Stato effettua le ritenute sulle pensioni di cui eventualmente i sacerdoti godono.
A proposito dei contributi previdenziali si precisa che si tratta di quelli dovuti, ai sensi della legge 22 dicembre 1973, n. 903, per il fondo speciale clero costituito presso l’INPS, l’iscrizione al quale è obbligatoria per ogni sacerdote secolare avente cittadinanza italiana e per ogni sacerdote non avente cittadinanza italiana, ma presente sul territorio italiano al servizio di diocesi italiane.

6. Quanto alla lettera g)

Se si confrontano i dati relativi al primo e terzo comma del precedente punto 3 delle presenti Annotazioni (€ 333.229.151) e la somma erogata dall’Istituto Centrale ai singoli Istituti diocesani per il sostentamento del clero ( € 317.438.994) – utilizzata per la corresponsione ai sacerdoti delle integrazioni e degli assegni di previdenza, per il versamento dei contributi previdenziali al Fondo Clero dell’INPS, per il pagamento del premio di una polizza sanitaria integrativa in favore del Clero – si constata la differenza positiva di € 15.790.157. Tale somma sarà utilizzata per le esigenze del sostentamento del clero dell’anno successivo.

7. Quanto alla lettera h)

1. ESIGENZE DI CULTO DELLA POPOLAZIONE

A) Una quota di € 200 milioni è stata destinata all’“edilizia di culto”. In seguito all’esito dei lavori della Commissione Paritetica istituita ai sensi dell’articolo 49 della legge 20 maggio 1985, n. 222, per la verifica del triennio 2002-2004, sono stati riuniti in questa voce i fondi destinati alla costruzione di edifici di culto cattolico e delle pertinenti opere parrocchiali (€ 130 milioni) e quelli destinati alla tutela e al restauro dei beni culturali ecclesiastici (€ 70 milioni). Il primo ambito di intervento (nuova edilizia di culto) è finalizzato a rispondere alle esigenze di mobilità della popolazione sul territorio nazionale, con particolare riferimento agli insediamenti abitativi nelle periferie urbane, e a dotare le comunità parrocchiali di adeguate infrastrutture (per es. case canoniche, locali per la catechesi e la pastorale giovanile). Il secondo tipo di intervento è finalizzato primariamente al restauro e al consolidamento statico di edifici di culto di interesse storico-artistico e delle loro pertinenze; in secondo luogo alla conservazione e consultazione di archivi e biblioteche diocesani e alla promozione di musei diocesani o di interesse diocesano, all’inventariazione informatizzata dei beni artistici e storici di proprietà di enti ecclesiastici, all’installazione di impianti di sicurezza per gli edifici di culto e le loro dotazioni storico-artistiche, al restauro di organi a canne.

B) Una quota di € 155 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane, per il sostegno delle attività di culto e di pastorale. La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (€ 349.939,32) eguale per ciascuna diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti: € 116.646,44), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (€ 1,3029 per abitante).
L’individuazione delle finalità di culto e di pastorale alle quali destinare la somma ricevuta è stata fatta in un’apposita circolare inviata dalla CEI ai Vescovi diocesani, tenendo come punto di riferimento la descrizione delle attività di religione e di culto contenuta nell’art. 16, lett. a) della legge n. 222/1985: attività dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana.
Agli stessi criteri ci si è attenuti nel fornire ai Vescovi gli schemi per il rendiconto annuale.

C) Una quota di € 49.250.000,00 è stata destinata a sostegno di attività di culto e pastorale a rilievo nazionale, individuate in concreto dalla Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente. Anche per quest’anno si segnalano, tra gli altri e a titolo esemplificativo, contributi: a monasteri di clausura femminili che versano in condizioni di particolare necessità; alle facoltà teologiche, affidate alla diretta responsabilità dei Vescovi italiani, per le attività di formazione del clero e dei religiosi; a enti e associazioni operanti nell’ambito della catechesi, dell’educazione cristiana e per scopi missionari.

D) Una quota di € 60 milioni è stata destinata per il “fondo speciale”, costituito presso la CEI, finalizzato alla promozione della catechesi e dell’educazione cristiana.

E) Una quota di € 7 milioni è stata destinata per l’attività dei Tribunali ecclesiastici regionali per le cause matrimoniali.

2.1. INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DELLA COLLETTIVITÀ NAZIONALE

A) Una quota di € 85 milioni è stata destinata alle 227 diocesi italiane per interventi caritativi a favore della collettività nazionale.
La ripartizione della somma tra le diocesi è avvenuta secondo i seguenti criteri: una quota base (€ 192.338,57) uguale per ciascuna diocesi (per quelle aventi una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti: € 64.112,86), una quota variabile a seconda del numero degli abitanti (€ 0,7153 per abitante).

B) Una quota di € 30 milioni è stata destinata per interventi caritativi in Italia aventi rilievo nazionale, individuati in concreto dalla Presidenza della CEI, sentito il Consiglio Episcopale Permanente. Anche per quest’anno si segnalano, tra gli altri e a titolo esemplificativo, contributi: alla Caritas Italiana che coordina interventi sul territorio riguardanti i seguenti ambiti: il sostegno alle famiglie particolarmente disagiate, l’accoglienza dei rifugiati, il recupero delle vittime della tratta di esseri umani, iniziative orientate a favorire il reinserimento lavorativo, sociale e comunitario di detenuti; contributi a fondazioni ed enti senza scopo di lucro che operano per l’assistenza ai poveri, agli emarginati e ai profughi, per la prevenzione dell’usura, per il reinserimento sociale di disoccupati ed ex tossicodipendenti, per il sostegno di soggetti disabili; contributi ad associazioni e centri in difesa della vita umana.

2.2. INTERVENTI CARITATIVI A FAVORE DI PAESI DEL TERZO MONDO

Nell’anno 2005 una quota di € 80 milioni è stata destinata agli interventi caritativi a favore del terzo mondo.
Le assegnazioni vengono definite da un apposito Comitato. Relativamente ai fondi dell’anno 2005 sono pervenuti n. 612 progetti, di cui quelli finora approvati sono stati 242. Molti progetti sono stati respinti perché non rientravano negli ambiti previsti dalla legge n. 222/1985, oppure perché la loro realizzazione è stata giudicata meno urgente o non in linea con il Regolamento indicante il quadro dei criteri generali di intervento e le priorità contenutistiche e geografiche. I progetti finanziati promuovono la formazione in molteplici ambiti: dall’alfabetizzazione alla formazione professionale in campo sanitario, agricolo-ambientale, economico, cooperativo e delle comunicazioni sociali; non si trascura il sostegno alle associazioni locali per l’acquisizione di competenze gestionali, né si tengono in minor considerazione la formazione universitaria e la promozione della donna. Oltre al sostegno offerto a questa tipologia di progetti prioritari, si segnalano anche taluni interventi consistenti per emergenze che ricorrentemente insorgono nelle aree interessate all’azione del Comitato: l’entità degli stanziamenti varia nel caso di gravi calamità nazionali rispetto a interventi più mirati per emergenze locali.
Di seguito si elencano taluni progetti, tra quelli maggiormente significativi, per la cui realizzazione sono stati concessi contributi.
In ambito scolastico: lotta allo sfruttamento dei minori mediante la formazione di alunni delle caste inferiori in India; programma educativo a favore delle popolazioni tribali Gumuz in Etiopia; formazione e aggiornamento degli insegnanti delle scuole primarie nella Repubblica Democratica del Congo; programma di educazione di base per le popolazioni rurali più vulnerabili in Cambogia; alfabetizzazione degli adulti nelle famiglie e nelle comunità fluviali in Nicaragua; formazione degli educatori in Messico e Cambogia; alfabetizzazione e formazione degli insegnanti in Angola; sostegno alla formazione di ragazze disagiate in Colombia.
In ambito sanitario: formazione in Africa di personale sanitario per la cura dell’AIDS; tutela dei diritti dei malati psichici e miglioramento dei servizi di cura delle malattie mentali in Albania; rafforzamento del servizio sanitario rurale, ammodernamento dell’ospedale e programma di riabilitazione per pazienti affetti dal virus dell’AIDS e della tubercolosi in India; creazione di un centro di formazione permanente di operatori sanitari in Guinea Bissau; implementazione del sostegno per l’assistenza sanitaria mobile a favore delle popolazioni tribali Turkana e Metile in Kenya; acquisto di equipaggiamenti per strutture ospedaliere in India; avvio di un programma per la protezione della salute in favore della popolazione del Niger e, con particolare riguardo all’ambito rurale, in Salvador, India, Malawi, Angola e Burkina Faso.
Nel settore della promozione umana: documentazione e ricerche sull’etnoantropologia dei Ngambai in Ciad; sostegno alle Chiese locali per l’acquisto della radio Kairos in Brasile e della Catholic Radio Network in Papua Nuova Guinea; formazione delle risorse umane e acquisto di equipaggiamenti per la radio Pa’i Puku in Paraguay e in Lesotho; inserimento sociale e lavorativo di adolescenti a rischio in Bolivia; avvio di corsi di formazione professionale in informatica, rilegatura, sartoria e artigianato in India; avvio di programmi di formazione in informatica a favore di alunni tribali in India; avvio di un istituto linguistico e formazione alla gestione marketing in Siria; creazione di un centro di prevenzione, educazione integrale e formazione al lavoro per madri adolescenti della strada in Colombia.
Tra le emergenze alle quali è stato possibile dar risposta nel 2005 si segnalano:
Honduras, Guatemala e Salvador (uragano) e Pakistan (terremoto): € 4.000.000;
Darfur, Niger e Sahel (carestia): € 3.750.000;
India, Indonesia e Sri Lanka (tsunami): € 3.000.000;
India (alluvione): € 1.500.000.
L’intera somma destinata agli interventi caritativi verrà comunque erogata per i progetti approvati. Si segnala, inoltre, che la somma € 80 milioni destinata nell’anno 2004 è stata interamente erogata per finanziare 465 dei 1.366 progetti presentati.

3. ACCANTONAMENTO A FUTURA DESTINAZIONE PER LE ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE E PER GLI INTERVENTI CARITATIVI

Una quota di € 2.865.165,49 è stata destinata all’“accantonamento”, costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 2003 in considerazione dell’eventualità che nei prossimi anni possa ridursi l’entità dei conguagli delle somme alla stessa corrisposte in forza degli articoli 46 e 47 della legge 222/1985. Resta fermo che la predetta quota verrà destinata per le finalità di culto e pastorale e per gli interventi caritativi negli anni successivi.