Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose

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Osservatorio delle Libertà ed Istituzioni Religiose

Documenti • 20 Luglio 2004

Progetto di legge costituzionale 26 novembre 2003, n.4523

Camera dei Deputati. XIV legislatura.
Progetto di legge costituzionale, d’iniziativa dell’On.le Alessandro Cè, n. 4523 del 26 novembre 2003: “Modifica all’articolo 8 della Costituzione”.

ONOREVOLI COLLEGHI! – L’articolo 8 della
nostra Costituzione sancisce l’importante principio in base al quale tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge e hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, purche´ non contrastino con il nostro ordinamento giuridico. I rapporti tra il nostro Stato e le diverse confessioni religiose sono regolati per legge sulla base di intese con le rispettive rappresentanze.
Orbene, la presente proposta di legge costituzionale intende premettere un nuovo comma al medesimo articolo 8, recante l’importante riconoscimento del nostro patrimonio spirituale e religioso cristiano.
Gia` nel corso dei lavori preparatori del Trattato europeo e` stato vivo e fortemente sentito il dibattito sulla opportunita` o meno di inserire nel preambolo della Carta fondamentale l’espresso riferimento alla tradizione culturale e spirituale cristiana del continente europeo.
Un emendamento volto a modificare il preambolo nel senso di un richiamo al patrimonio religioso giudaico-cristiano come uno dei fondamenti spirituali dell’Europa fu proposto dal Governo italiano durante i lavori della Convenzione.
Certamente da piu` parti e` stato sostenuto che uno Stato di diritto deve garantire un’assoluta imparzialita` ed uguaglianza fra tutti i cittadini assicurando la laicita` delle istituzioni, e tuttavia l’opinione pubblica, la volonta` del popolo, oltre che politici, opinionisti, e la stessa Chiesa cattolica, si sono immediatamente schierati per l’espressa menzione nella Costituzione europea delle nostre radici cristiane, così che il nostro passato, la nostra storia e la nostra stessa cultura non vadano dimenticati, ma si pongano come forte baluardo contro la perdita di valori cui costantemente assistiamo e il pericolo di una societa` frammentata e priva di una reale identita`.
Quando si parla di laicita` delle istituzioni democratiche infatti, così come di autonomia della politica, si fa riferimento ai principi fondamentali di uno Stato di diritto, posti a perseguimento e a garanzia del bene comune, della liberta` e dei credo di tutti. Ma nessuna istituzione puo` dirsi realmente neutra se agisce nel rispetto dei valori di autonomia e di laicita` poiche´ questi stessi valori sono prodotto e derivazione del Cristianesimo.
Oggi viviamo in un clima di profonda crisi identitaria. Si sente dire che tutte le religioni sono uguali e che non esistono criteri seri e validi per distinguerle o per affermare che una sia piu` o meno « vera
» delle altre. Questo relativismo alimenta solo la confusione e il sincretismo, ossia conduce ad una mescolanza di temi religiosi presi un po’ da una religione e un po’ da un’altra, secondo i bisogni e le esigenze del momento, dando vita ad una religione « su misura », diremmo « personalizzata ».
Si assiste sempre piu` nella nostra societa` moderna, o meglio « postmoderna », al sorgere di un « individualismo sincretistico », a una forma esperienziale religiosa, paradossalmente senza bisogno di religioni. Aumentano così i particolarismi, gli egoismi individuali, soprattutto delle nuove generazioni e l’impressione e` che ci si avvii verso un’epoca in cui piu` niente conta, ha valore.
Tutto cio`, se spinto all’eccesso, puo` portare solo a separazioni, conflitti, violenze.
Le cause sono piu` culturali che religiose, il relativismo e il sincretismo in campo religioso sono la conseguenza di una cultura in cui sembra contare la vuota apparenza sulla sostanza.
I valori sono diventati sempre piu` delle « senzazioni ».
In questo quadro si iscrivono episodi sconcertanti come quello relativo all’ordinanza del tribunale de L’Aquila che ha
imposto la rimozione del crocifisso dalle pareti della scuola elementare di Ofena, perche´ violerebbe il principio di uguaglianza per chi professa altri credo. Una decisione che ha scatenato un acceso dibattito e molti problemi, provocando l’unanime reazione di condanna del Parlamento e della Chiesa.
Tutto cio` accade perche´ non si riconoscono piu` le tradizioni culturali, prima ancora che religiose, alla base della nostra stessa esistenza come popolo, in nome di un principio di liberta` estremizzato, esasperato.
Il Crocifisso resta un simbolo irrinunciabile della nostra storia e della nostra civilta`, come ha riaffermato di recente il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, citando la famosa massima di Benedetto Croce, filosofo laico, secondo cui « non possiamo non dirci cristiani ».
Il Crocifisso nelle scuole, ribadisce il Capo dello Stato, « e` sempre stato considerato non solo come segno distintivo di un determinato credo religioso, ma soprattutto come simbolo di valori che stanno alla base della nostra identita` ». Dunque un simbolo di valori e non soltanto un’icona di fede.
Anche coloro che sono di formazione laica riconoscono che il cristianesimo, ed i suoi simboli, esprimono il fondamento stesso della liberta`.
Questi sono i valori su cui si basano la nostra cultura e le nostre stesse origini.
Nell’ambito della discussione sorta durante l’incontro dei Ministri dell’Unione europea sulla Costituzione europea molti hanno condiviso che il « riferimento alle radici cristiane » si pone come « elemento di pace »; un riferimento che non va inteso come invocazione di uno « Stato teocratico » ma come garanzia della pluralita` di opinioni, della democrazia e della tolleranza. Il Papa stesso piu` volte ha richiamato l’attenzione sull’importanza di prevedere il richiamo al cristianesimo nel Trattato europeo affermando che se in nome di una scorretta interpretazione del principio di eguaglianza si rinunciasse ad esprimere tale tradizione religiosa e i connessi valori culturali, la frammentazione delle odierne societa` multietniche e multiculturali potrebbe facilmente trasformarsi in un fattore di instabilita` e quindi di conflitto.
Per i motivi sin qui illustrati e` importante che anche nella Costituzione della nostra Repubblica vi sia un richiamo esplicito alle tradizioni religiose cristiane. Il riferimento e` a quel patrimonio spirituale cristiano che, senza voler essere escludente, si esprime in quei valori che hanno contribuito al processo di formazione europeo.
L’identita` dell’Occidente nasce dalla cultura greco-romana, cui dobbiamo la nozione di « polis » e l’origine del concetto stesso di « Stato », nonche´ dalla cultura cristiana, di cui e` massima espressione l’idea di « persona ».
L’impostazione personalistica permea di se´ tutta la parte prima della Costituzione e pertanto appare opportuno esplicitare sinteticamente la sua radice, individuabile nel patrimonio religioso cristiano.
E` dunque importante che l’Occidente, garante dei diritti fondamentali della persona, difenda la propria identita` da ogni forma di relativismo.
Lasciare il nostro Stato e la nostra Costituzione, nell’epoca attuale, come uno spazio vuoto di valori non rende piu` facile la convivenza, anzi puo` costituire un serio rischio di fronte alla pressione di culture e di fedi religiose che propugnano valori estranei alla nostra consolidata tradizione.

PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE

ART. 1.

1. All’articolo 8 della Costituzione e` premesso il seguente comma:

« La Repubblica riconosce il proprio fondamento spirituale nel patrimonio religioso cristiano ».