Risoluzione 16 settembre 1998
Parlamento Europeo. Risoluzione su Islam e giornata europea di Averroè,16 settembre 1998.
(Da “Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee” n. 313 del 12 ottobre 1998)
Il Parlamento europeo,
Visto l’articolo 148 del suo regolamento,
Viste la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo,
Vista la sua risoluzione del 30 marzo 1984 sulla fondazione, in uno dei tradizionali punti di incontro della cultura musulmana ed europea sul suolo spagnolo, di una università euro-araba per laureati (GU C 117 del 30.4.1984, pag. 165),
Viste le dichiarazioni conclusive delle Conferenze euro-mediterranee di Barcellona, del 28 novembre 1995 e di Malta, del 16 aprile 1997,
Vista la sua risoluzione dell’11 ottobre 1995 sulla politica mediterranea dell’Unione europea in vista della Conferenza di Barcellona (GU C 287 del 30.10.1995, pag. 121),
Visti i risultati dell’audizione su “l’Islam e l’Europa: punti di convergenza”, organizzata il 28 gennaio 1997 dalla commissione per la cultura, la gioventù, l’istruzione e i mezzi di informazione,
Vista la sua risoluzione del 6 maggio 1994 sulle violazioni delle libertà e dei diritti fondamentali delle donne ( GU C 205 del 25.7.1994, pag. 489),
Vista la Convenzione delle Nazioni Unite del 1979 sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW),
Vista la Piattaforma d’azione della quarta Conferenza mondiale delle donne organizzata dalle Nazioni Unite a Pechino nel 1995,
Vista la sua risoluzione del 9 maggio 1996 sulla comunicazione della Commissione contro il razzismo, la xenofobia e l’antisemitismo (GU C 152 del 27.5.1996, pag. 57),
Vista la raccomandazione 1162 (1991) dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e la direttiva n. 465/1991 del Consiglio d’Europa sul contributo della civiltà islamica alla cultura europea,
Visti la relazione della commissione per la cultura, la gioventù, l’istruzione e i mezzi di informazione e il parere della commissione per i diritti della donna (A4-0167/98),
A. Considerando che la società europea poggia su basi pluriculturali, pluietniche e plurireligiose che sono parte essenziale del suo patrimonio e della sua identità pluralistica e considerando altresì il suo profondo attaccamento ai valori della libertà, del pluralismo, della democrazia e dei diritti umani nonché della tolleranza, del riconoscimento e del rispetto dell’altro, come sancito nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite,
B. Considerando che le culture islamica e occidentale si sono vicendevolmente arricchite con influenze reciproche nei settori delle scienze e delle arti,
C. Valutando l’importanza e la necessità che un inserimento armonioso ed un’integrazione riuscita di questa popolazione in seno alla società europea rappresentano, sia per i musulmani che per l’Unione e i suoi Stati membri,
D. Considerando che i riferimenti all’identità e le espressioni associative di buona parte degli appartenenti alla prima generazione di immigrati di cultura islamica si situavano per lo più in un contesto etnico-nazionale legato al paese d’origine, ma che le generazioni successive rivendicano sempre più il riconoscimento pieno e integrale della loro appartenenza alla società europea e, nel contempo, della loro origine nazionale nonché della loro identità culturale pluralistica,
E. Considerando che la conoscenza reciproca della società europea e della cultura islamica è un elemento importante della cooperazione con i paesi di cultura islamica in particolare quelli della sponda meridionale del Mediterraneo,
F. Considerando che i valori filosofici, religiosi. culturali, etici e civici sono elementi di identificazione di tutti i gruppi sociali,
G. Considerando l’importanza di approfondire la reciproca conoscenza delle culture e delle civiltà della società mediterranea nell’ambito del partenariato euro-mediterraneo, stabilito a Barcellona nel novembre 1995 e a Malta nell’aprile 1997, tramite la promozione di scambi culturali e lo studio delle lingue, nonché mediante incontri fra i rappresentanti delle varie religioni, allo scopo di agevolare il mutuo rispetto e la cooperazione,
H. Considerando in tale contesto che l’attuazione di una politica e di azioni comunitarie a favore della parità fra uomini e donne rafforzerebbe il ruolo essenziale svolto dalla donna quale fattore d’integrazione e ciò soprattutto in quei settori della vita privata e pubblica in cui i principi democratici sono calpestati e il degrado economico e sociale è causa di fenomeni di povertà e di esclusione sociale,
I. Considerando che i partecipanti alla Conferenza di Barcellona hanno richiamato l’attenzione sul ruolo chiave della donna nello sviluppo della regione mediterranea e si sono impegnati a promuovere la partecipazione attiva e paritaria alla vita economica e sociale e alla creazione di posti di lavoro,
J. Considerando l’opportunità di cogliere l’occasione offerta dalla celebrazione dell’ottavo centenario della morte di lbn Rushd (Averroè) per evidenziare quanto precede e gettare le basi di un nuovo approccio del problema,
1. Propone che la Commissione organizzi un colloquio per celebrare l’ottavo centenario della morte di Averroè e l’attualità della sua riflessione;
2. Reputa essenziale rafforzare la cooperazione fra l’Unione europea e il Consiglio d’Europa nel quadro del dialogo interculturale europeo con i paesi islamici e rappresentanti democratici non governativi della cultura islamica;
3. Sottolinea la necessità che l’Unione definisca gli elementi essenziali di un dialogo intenso e continuo con i paesi islamici e i gruppi socialmente rilevanti all’intorno del mondo islamico, con l’obiettivo di rafforzare e sviluppare tutte le tendenze democratiche e pluraliste ove esse ancora non esistono;
4. Ribadisce la propria convinzione che il partenariato euro-mediterraneo, lungi dal limitarsi agli aspetti economici, sociali o di sicurezza, deve altresì riservare un’attenzione particolare agli aspetti culturali;
5. Ritiene che la finalità di tale dialogo sia di pervenire al riconoscimento dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, ciò che implica una separazione netta fra la legge dello Stato e i precetti religiosi, condizione indispensabile per il rispetto dei diritti e delle libertà in una società multiculturale od etnicamente composita;
6. Attribuisce un’importanza fondamentale al fatto che i paesi di cultura islamica diano avvio ad un processo di autentica secolarizzazione e democratizzazione, basato sulla partecipazione, che tenga conto delle aspirazioni e delle richieste della società civile e dei suoi rappresentanti, del rispetto dei diritti fondamentali della persona, della parità giuridica ed effettiva fra uomini e donne, e assicuri che i diritti delle minoranze linguistiche, religiose ed etniche negli Stati islamici siano rispettati allo stesso modo dei diritti dei musulmani ove questi sono la maggioranza della popolazione;
7. Rammenta che la Conferenza mondiale del Cairo sulla popolazione e lo sviluppo e la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla donna tenutasi a Pechino hanno riconosciuto e rivendicato il ruolo cruciale della donna nello sviluppo socio-economico della società, la necessità della sua autodeterminazíone in tutti i settori della vita pubblica e privata, il suo accesso alla formazione e al perfezionamento professionali, all’occupazione e alla carriera nonché ai servizi sanitari, così come il suo diritto ad un ambiente fisicamente suo, al fine di garantirne l’autonomia economica e sociale, la libertà personale e l’integrità fisica;
8. Condanna ogni forma di discriminazione nel confronti delle donne e gli attentati alla loro libertà individuale e alla loro integrità fisica nella società, allorché esse subiscono costrizioni in materia di abbigliamento, punizioni corporali e mutilazioni sessuali, sono ripudiate e considerate esseri inferiori, vedono limitata la loro autonomia all’interno della vita di coppia, familiare e sociale, sono ostacolate nel loro impegno e nella loro volontà d’integrazione, e sono discriminate per quanto riguarda il lavoro e gli alloggi, nonché nell’esercizio dei diritti civili in genere;
9. Chiede un sistematico inserimento delle pari opportunità fra uomini e donne, nel senso del cosiddetto mainstreaming, in tutte le politiche dell’Unione europea concernenti la cooperazione con i paesi islamici;
10. Condanna l’autoesclusione di talune comunità islamiche rispetto a determinate discipline di insegnamento e sottolinea che i sistemi scolastici pubblici obbligatori degli Stati membri – che sono oltretutto strumenti insostituibili d’integrazione e di accoglienza – devono essere rispettati e che occorre quindi applicare il principio della laicità nei sistemi d’istruzione;
11. Invita la Commissione a
a) Presentare programmi concernenti la mobilità di artisti e responsabili culturali, così come programmi comuni di formazione per professori, giornalisti e addetti culturali, nonché a promuovere lo svolgimento di seminari universitari e a favorire la coproduzione di materiale audiovisivo;
b) Intensificare le attività relative ai settori dell’istruzione e dell’insegnamento nel quadro dei programma MEDA;
c) Proporre l’attuazione di programmi di scambio di studenti e docenti nel quadro di una cooperazione universitaria fra l’Europa e il Mediterraneo;
d) Agevolare i contatti fra la stampa dei paesi del bacino mediterraneo e i servizi stampa dell’Unione europea e promuovere i mezzi di informazione comuni diffusi su entrambe le sponde del Mediterraneo;
e) Studiare il modo per rafforzare e tutelare durevolmente il ruolo della donna nelle società islamiche, in considerazione della sua grande importanza ai fini dello sviluppo socio-economico, nonché le sue possibilità di partecipazione a livello politico, economico e sociale, in un’ottica di parità dei sessi e di avviare e sostenere, sulla base dei risultati di tale studio, le necessarie azioni di cooperazione con i paesi islamici;
f) Promuovere attivamente l’istituzione di un’università euro-islamica in un luogo adeguato sul territorio dell’Unione europea, la quale oltre a dedicarsi all’insegnamento e alla ricerca nei campi delle discipline attinenti contribuisca soprattutto, attraverso i valori e i metodi (“igtihad”) dell’Islam, a configurare e strutturare un Islam europeo moderno, consapevole di sé e liberale per i musulmani in Europa;
12. Invita gli Stati membri dell’Unione europea a
a) Rafforzare e valorizzare la conoscenza della civiltà e della cultura del bacino mediterraneo nei programmi di insegnamento;
b) Agevolare le possibilità di espressione delle comunità islamiche nei mezzi di comunicazione pubblici alle stesse condizioni delle altre confessioni religiose e nel medesimo rispetto dei principi democratici e di tolleranza reciproca a condizione che anch’esse rispettino la separazione tra potere temporale e spirituale;
c) Promuovere la formazione professionale e scientifica degli imam e degli altri leader religiosi in Europa;
d) Esaminare la possibilità di mettere a disposizione della popolazione musulmana luoghi e strutture adeguate per la celebrazione dei suoi riti religiosi e funebri;
e) Agevolare l’apprendimento dell’arabo come lingua viva e promuovere attivamente nelle università europee la ricerca e l’educazione nel campo della cultura, della storia, della politica e delle società islamiche;
13. Incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai governi dei paesi terzi che partecipano al partenariato euro-mediterraneo, al Consiglio d’Europa nonché all’UNESCO.
Autore:
Parlamento europeo
Parole chiave:
Donne, Costrizioni, Libertà. Integrità fisica, Attentati, Precetti religiosi, Pluriculturalismo, Libertà. Diritti fondamentali, Violazioni, Cultura europea, Cultura musulmana, Incontro, Legge, Democrazia, Condanna, Tolleranza, Abbigliamento, Pluralismo, Separazione, Dialogo, Stato, Pari opportunità, Discriminazione
Natura:
Risoluzione